In un'intervista concessa ai microfoni del Clarín Javier Zanetti ha avuto modo di soffermarsi sul suo rapporto con Mauro Icardi, bomber e capitano nerazzurro che in Argentina viene bacchettato per il comportamento fuori dal campo e che è reduce da un periodo non proprio positivo sotto gli ordini di Mancini. "Gli parlo sempre. Deve rendersi conto della maglia che indossa. Non mi sono mai intromesso nella sua vita privata, però cerco di fargli capire cosa significhi giocare nell'Inter".

Sino ad oggi nessuna chance per Maurito in Selección: "Ma l'avrà - replica il vice presidente nerazzurro -. I Giochi Olimpici saranno una buona opportunità per farsi conoscere. Ha tutto davanti sé. Mauro ha i movimenti di Crespo, Batistuta, questo tipo di numero nove".

Zanetti ha parlato anche del suo nuovo ruolo dirigenziale: "Sto molto bene, sono molto contento perché è una possibilità che mi dà l'Inter di poter restare legato e perché mi rendo conto che ci sono tante cose da fare. Da dentro si ha una prospettiva diversa delle cose. Il fatto di stare ora dall'altra parte mi fa capire tutto ciò che serve per far funzionare una squadra e le diverse aree di cui è composta una società come l'Inter. È una bella sfida, una bella responsabilità. Cerco di essere utile, rappresento il club nel mondo e mi piace molto".

Poi un bilancio della sua carriera: "Provo orgoglio. Non per aver vinto tanti titoli, questo l'ho messo sempre in secondo piano, ma per come ho costruito la mia carriera. Per i miei inizi, al Talleres, poi al Banfield. Passare dal Banfield all'Inter in quel momento era molto difficile. Poi confermarmi per vent'anni a Milano, essere l'unico straniero, capitano... Nemmeno sognando avrei immaginato questa carriera. I record di partite con Inter e Selección? Solo ora mi rendo conto di tutto ciò che ho raggiunto. Quando giochi non hai tempo. Ora che ho smesso gli do valore. Se mi metto a pensarci i numeri sono impressionanti: ho giocato più di 1.100 partite! Non sono tanti quelli che possono".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 01 febbraio 2016 alle 20:15
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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