Walter Mazzarri alla ricerca di risultati... esterni. Non si tratta del classico 2 da schedina, ma delle prestazioni dei quattro out laterarali che, per motivi diversi, non hanno ancora garantito un rendimento uniforme tra di loro, risultando preziosi a fasi alterne in questo impatto di stagione. Ruolo vitale nell'economia di gioco di coach WM, sin dall'inizio della propria carriera, dati e prove alla mano risalta negativamente come due veterani di casa Inter abbiano fatto così tanta fatica a esprimersi fino a ora: Yuto Nagatomo e Jonathan, al contrario di un Dodò dall'impatto super e di un Danilo D'Ambrosio mai nettamente sceso sotto la sufficienza. Per quanto riguarda i due uomini più esperti, è proprio da loro che il tecnico ora si aspetta di più, considerando che certe idee tattiche dovrebbero essere assimilate dopo più di un anno di lavoro insieme.

55 - Inspiegabile la prova del classe '86 di Saijō contro il Cagliari, con una fascia di capitano al braccio che avrebbe suggerito più prudenza negli interventi. Gli fa onore, come ha detto lo stesso Mazzarri nella conferenza pre-Qarabag, aver chiesto immediatamente scusa dopo il doppio errore, ma questa 'caduta' è risultata pesante: inutile fallo tattico in occasione del primo giallo, da condannare il contatto poco lucido che ha decretato il secondo. Inusuale per un giocatore che non ha mai abituato a cali di concentrazione di questo tipo. Ma, indipendentemente dal clamoroso match di domenica, il campanello d'allarme consiste nel rendimento che ancora latita, nonostante la stima del tecnico che non è mai mancata e che ha ribadito anche in questo pomeriggio ("È un signor giocatore, l'anno scorso ha fatto un ottimo campionato"). La sensazione è che non sia una questione di condizione fisica (l'ex Cesena raramente ha avuto problemi di questo tipo, essendo un 'leggerissimo'), ma che i problemi siano legati a questioni di concentrazione e 'continuità mentale'. Troppo discontinuo il giapponese, senza dimenticare le difficoltà riscontrate quando si è trattato di agire nell'out opposto, quello di destra, il 'meno abile'.

2 - Analisi diversa per il brasiliano di Conselheiro Lafaiete. Il discorso sembra chiaro, a fronte di una tecnica, comunque, buona. La condizione fisica non è ancora ottimale e lascia perplesso il fatto che sin dai primi giorni di ritiro a Pinzolo l'ex Parma sia stato uno dei giocatori più in difficoltà in questo senso. Forse la bilancia lo ha tradito in estate, ma sta di fatto che il buon esterno che nello scorso campionato si è dimostrato pedina preziosa per il gioco di Mazzarri non si è ancora visto. Out contro gli azeri domani sera, probabile rientro contro la Fiorentina per il 'serale' del Franchi. Indipendentemente dai problemi fisici, occorrerà bruciare le tappe per confermare la fiducia che WM non gli ha mai fatto mancare, senza dimenticare una concorrenza interna che non sta e non starà, certamente, a guardare per l'intera stagione.

33 - Sufficiente, fino a questo momento, il rendimento di D'Ambrosio. Il classe '88 di Caivano, dopo i primi cinque mesi di difficoltà dettati dal non utilizzo nell'ultimo periodo di Torino, ora 'studia' per indossare la maglia da titolare con una certa regolarità. Grande iniezione di fiducia il doppio gol europeo Reykjavík-Kiev contro Stjarnan-Dnipro, fino a questo momento il suo campionato appare ancora un po' timido. Mai nettamente al di sotto della sufficienza, dopo aver iniziato la stagione in nerazzurro fin dall'inizio, ora l'ex Toro è chiamato ad acquisire quella 'pazzia' per poter essere decisivo. Perché con la giusta dose di 'spensieratezza', unita alla sua potenza fisica, esplosività e velocità, il 33 potrebbe candidarsi come titolare nell'out di destra, considerando che a sinistra c'è un Dodò che ha stupito fino a questo momento e che appare oggi come la prima scelta di Mazzarri. Titolare domani sera contro il Qarabag, non è da escludere che possa replicare anche contro la Fiorentina.

22 - Dopo Jonathan, ancora Brasile. Ma considerazioni differenti, perché Dodò è gradita sorpresa di questo inizio di stagione. Ultimi match (Cagliari, Atalanta e Palermo) in chiaroscuro - con il primo da dimenticare e secondo-terzo con il 'freno a mano tirato' -, ma ciò che appare chiaro è che il classe '92 di Campinas abbia quella tecnica, facilità di corsa palla al piede e propensione a offendere che negli altri è inferiore o ancora manca. A Roma, probabilmente, hanno rivalutato il suo addio e non sarebbe folle azzardo scommettere su un grandissimo salto di qualità nell'arco di questa stagione. Per riuscirci, però, servirà anche dare un'occhiata alle retrovie, perché ok offendere, ma senza dimenticare la fase difensiva. Perché questo, ad oggi, appare ancora come il 'tallone d'Achille' dell'ex Roma e Corinthians. Materiale per Mazzarri, insomma. Talento purissimo da perfezionare, migliorare e completare. E chissà che al termine della stagione l'Europa non possa accogliere Dodò come uno dei top nel ruolo.

PARLANDO DI... GERARCHIA - Quattro maglie per due ruoli. Concorrenza assoluta nella rosa di quest'anno e, ovviamente, scelte e decisioni che saranno prese a seconda del momento di forma, dell'avversario e di tutti gli aspetti di cui un tecnico tiene conto in fase di preparazione gara. Sbilanciandosi, in questo momento la coppia che sembra dare maggiori garanzie è quella formata da Italia e Brasile, con D'Ambrosio a destra e Dodò a sinistra. Motivazione: maggior propensione e familiarità nel difendere da una parte, altrettanta nell'offendere dall'altra con due giocatori che ben compenserebbero richieste e necessità di mister Mazzarri.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 01 ottobre 2014 alle 23:10
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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