Le prime apparizioni estive, oltretutto contro avversarie di un certo peso, hanno dato un conforto importante: nello spazio di poche settimane, Nemanja Vidic ha già preso le chiavi della retroguardia interista. Con buona pace soprattutto di chi storceva il naso di fronte all’eventualità di un suo possibile disagio nella retroguardia a tre di Walter Mazzarri, lui che ha sempre recitato in difese a quattro. Almeno per il momento, nessuna crisi di rigetto, anzi: il serbo ha preso per mano a dovere i compagni Andrea Ranocchia e Juan Jesus infondendo loro sicurezza e anche quel pizzico di grinta in più che non guasta mai. Ciononostante, c’è chi ancora storce il naso di fronte all’arrivo dell’ex capitano del Manchester United, per la sua età non più verdissima: ma l’arrivo di Vidic non rappresenta solo una semplice mossa di marketing per i mercati asiatici come l’ha definita troppo frettolosamente qualcuno, ma ha una sua funzionalità all’interno di questa Inter, e ora capiremo quale.

Anche in questo caso, sono i numeri offerti da la Statistica, il primo blog italiano di statistica applicata al calcio, a darci una mano nel sostenere la tesi della bontà dell’acquisto del serbo. In modo particolare, vengono analizzati i dati, elaborati da Whoscored.com, relativi alle stagioni dal 2009 al 2014 in Premier League. Dati che testimoniano comunque che nel corso delle stagioni lo stile del serbo in campo è cambiato: in cinque anni, sono diminuiti i tackle, passati da 2,2 a 1,2, mentre sono aumentati in maniera considerevole i disimpegni: da 7,4 a 10,6.

E anche i fuorigioco creati hanno avuto un leggero incremento, da 0,2 a 0,5. Dati, questi, che portano a una conclusione ben precisa: con l’esperienza degli anni l’evoluzione di Vidic è andata verso un gioco più intelligente e tattico, e meno tendente alla rudezza e al contrasto. Il tutto unito da un costante senso della posizione e un’innata propensione al duello aereo, qualità mantenute anche a livello di cifre nel lasso di tempo analizzato. Crescita che solo i problemi fisici hanno frenato, ma se il nuovo numero 15 nerazzurro manterrà la sua integrità, sarà solo oro colato per Mazzarri.

Se poi si guarda al solo dato dei disimpegni, ecco che l’Inter si ritrova in rosa un elemento che dà davvero una marcia in più, perché in questo particolare la difesa nerazzurra lo scorso anno ha mostrato qualche difetto: confrontando i numeri di Vidic con quelli dell’intero pacchetto arretrato della prima Inter mazzarriana, si nota come la media di 10,6 totalizzata da Vidic sia il doppio di quella di Andrea Ranocchia, e addirittura superiore di sette punti rispetto a Juan Jesus. Rispetto al resto della difesa, vanta numeri inferiori nei tackle, ma in un campionato come quello italiano, diverso per parametri arbitrali rispetto a quello inglese, la sua sapienza tattica risulterà indubbiamente di maggiore aiuto.

Una peculiarità di Vidic che abbiamo già avuto modo di verificare in queste partite, oltre al sapere tenere compatta la difesa, è il dominio delle palle aeree. Anche se gli anni passano, quando c’è da prendere il pallone in cielo il serbo non è secondo a nessun’altro, anzi è già il primo della rosa nerazzurra visto che Ranocchia, primo dell’Inter dell’anno scorso, non è arrivato nemmeno a tre duelli vinti contro i 4,2 di media collezionati dal sosia del celebre avversario di Rocky IV Ivan Drago nell’ultima stagione in Premier League. Insomma, a dispetto della carta d’identità, l’arrivo della roccia di Uzice (oltretutto, particolare da non trascurare, a parametro zero) promette di dare all’Inter una sicurezza e una solidità difensiva tali da non far rimpiangere la partenza di un esperto in materia come Walter Samuel. Oltre a riportare alla squadra nerazzurra un giocatore di classe e caratura internazionali.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 01 agosto 2014 alle 18:35
Autore: Christian Liotta
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