Conferenza particolare quella che ha animato la sala stampa del centro sportivo Angelo Moratti in questo pomeriggio. Non si è presentato, come di consueto, il tecnico Walter Mazzarri per analizzare la gara di campionato (avversario di domani, il Palermo di Giuseppe Iachini), che per questo week-end ha preferito saltare l'appuntamento con media e stampa per via degli impegni ravvicinati a cui ha dovuto far fronte la squadra.

Al suo posto, ecco Nemanja Vidic, che ha risposto alle domande dei giornalisti presenti ad Appiano Gentile. Di seguito, le parole del centrale serbo ex United, riprese da FcInterNews.

Che Inter vedremo a Palermo dopo le vittorie contro Sassuolo e Dnipro?
"Bello avere vinto le prime partite, anche se abbiamo pareggiato il primo match a Torino. Veniamo da una serie positiva, adesso vogliamo far bene anche a Palermo".

Che idea ti sei fatto della Serie A? L'Inter può lottare per lo scudetto?
"Chiaramente devo ancora adattarmi perché non conosco ancora tutto perfettamente, considerando che la Serie A è diversa rispetto alla Premier League. Devo adattarmi anche agli arbitri, mentre per quanto riguarda gli obiettivi è ancora presto per sbilanciarsi. Pensiamo partita per partita, l'obiettivo è la qualificazione alla prossima Champions League".

Ti hanno fornito ulteriori dettagli circa il modo di arbitrare dei direttori di gara italiani?
"Ho notato delle differenze rispetto alla Premier, ma dobbiamo considerare anche i giocatori che, spesso, non rendono il lavoro degli arbitri facile. In Inghilterra i giocatori aiutano i direttori di gara, quindi devo adattarmi sia a loro che agli avversari. Ho parlato con l'addetto agli arbitri dell'Inter e spero di capire tutto nel minor tempo possibile".

Ti senti un punto di riferimento per i più giovani, una sorta di 'chioccia'?
"In questo caso devo parlare di tutti, a livello generale. Ci sono tanti giocatori esperti, sia nel modo di allenarsi che nel comportamento fuori dal campo. Dovremo cercare di raggiungere i nostri obiettivi e lavorando insieme potremo farcela".

Hai trovato similitudini tra Ferguson e Mazzarri?
"Credo che la cosa più importante sia avere, a livello di squadra, una bella atmosfera. Tatticamente a Manchester giocavamo con il 4-4-2 o il 4-5-1, mentre qui è diverso".

Come procede l'adattamento alla difesa a tre?
"Stiamo lavorando duramente, ma devo dire che per ora mi sento a mio agio. Spero di mostrarlo anche a Palermo. Ma se si lavora bene è merito di tutta la squadra, non solo dei singoli. Per fortuna in difesa stiamo dimostrando affidabilità".

Come giudichi Stankovic vice di Stramaccioni? Ti piacerebbe essere allenato da lui in futuro?
"Ho visto Deki quando abbiamo giocato contro il Sassuolo. È davvero contento di fare l'allenatore e ha fatto esperienza lavorando con persone importanti. Personalmente, dopo aver concluso la carriera da calciatore, spero di diventare allenatore professionista in futuro".

Come hai reagito quando hai saputo dell'interessamento dell'Inter?
"Ero molto eccitato quando mi hanno informato dell'Inter. Altre volte ho avuto la possibilità di venire in Italia, ma questo era il momento giusto per venire in Serie A. Quando sono arrivato all'Inter mi hanno accolto tutti alla grande, anche se i primi giorni sono stati strani".

FcIN - È vero che il Manchester ha cercato di trattenerti anche dopo aver firmato con l'Inter?
"Io avevo già deciso di venire all'Inter e mi sono lasciato bene con lo United. Non hanno cercato di tratternermi dopo la firma".

FcIN - Sarà più facile arrivare alla Champions tramite la Serie A o la vittoria in Europa League?
"Entrambe le situazioni andrebbero bene. Ma dobbiamo pensare partita dopo partita. Dopo la sosta vogliamo proseguire nel migliore dei modi".

In Italia c'è la tendenza a simulare. Credi che questa mentalità sia un aspetto del calcio italiano da cambiare?
"Per quanto mi riguarda non sono venuto qui per cambiare qualcosa in particolare. Se mi chiedi cosa preferisco dico che il modo di giocare della Premier è meglio per me. Un fallo può succedere, una volta lo subisci e quella successiva lo commetti. Il ritmo di gioco, legato alle situazioni, però, potrebbe essere cambiato per rendere il gioco più veloce e piacevole".

Sulla difesa che nelle prime uscite stagionali non ha ancora subito gol, il classe '81 conclude: "Penso che sia importante mostrare la solidità difensiva, anche per gli attaccanti che in questo modo possono avere meno pressioni nel cercare la via della rete. Non sarà facile continuare così, ma la cosa più importante è vincere, aspetto che conta maggiormente rispetto a mantenere la porta inviolata".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 20 settembre 2014 alle 13:24 / Fonte: Appiano Gentile (CO) - Dall'inviato al centro sportivo Angelo Moratti
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print