Sabato scorso a San Siro tutto il pubblico osservava con una grande lente d'ingrandimento Roberto Gagliardini, nuovo uomo del centrocampo nerazzurro. Arrivato tra mille speculazioni circa la cifra del suo cartellino, per alcuni troppo alta, per altri giusta visto il profilo del ragazzo, Gagliardini è stato capace di isolarsi da tutto l'ambiente esterno, fornendo una prestazione maiuscola senza mai farsi tradire dall'emozione di essere l'osservato speciale della serata. 

NESSUNA PAURA - Schierato al centro del campo al fianco di Kondogbia, Gagliardini aveva il compito di non far rimpiangere Brozovic, squalificato. Infatti il francese doveva restare a protezione della difesa e avviare l'azione, facendosi trovare sempre in appoggio ai difensori. Il neo numero 5 invece doveva svariare per tutto il campo, cercando anche la profondità e accompagnando sempre la manovra d'attacco, arrivando anche alla conclusione, cosa che gli è riuscita per ben 3 volte. Oltre ai compiti offensivi, Gagliardini doveva essere il primo uomo della mediana a chiamare il pressing, sempre proiettato in avanti e mai all'indietro: l'atteggiamento rinunciatario del Chievo lo ha sicuramente aiutato in questo, dato che non è mai stato costretto a rincorrere gli avversari. Il pressing in avanti Gagliardini lo conosce bene, visto che Gasperini all'Atalanta lo ha allenato proprio sotto questo aspetto. Il giovane ha mostrato subito grande dinamismo, come dimostra la mappatura delle sue azioni di gioco, che va a toccare praticamente ogni zona del campo (fonte Whoscored.com), con maggiore intensità nella zona delle trequarti offensiva, ulteriore dimostrazione della prestazione determinata dell'intera squadra. In tutta la partita Gagliardini ha toccato 84 volte il pallone, chiudendo il match con l'89% di passaggi riusciti, segno di una grande lucidità nella gestione del pallone, superiore a quella del compagno di reparto Kondogbia. 

UNA VIA DI MEZZO - Ci sono poi molti aspetti che i freddi numeri non possono rendere, come l'atteggiamento in campo che ha tenuto il giovane centrocampista. Sempre propositivo, costantemente con le braccia faceva segno di voler ricevere il pallone, gestendolo poi sapientemente una volta ricevuta la palla tra i piedi. Una buona progressione, fatta di tecnica e fisicità, che spesso gli ha permesso di far saltare il primo pressing del Chievo. Gagliardini ha dimostrato di essere già pronto per diventare un giocatore importante per questa squadra. Più di Kondogbia ha infatti la capacità di mantenere lucidità nella gestione della sfera, soprattutto in chiave offensiva, anche se sicuramente è meno potente fisicamente del francese. Più di Brozovic riesce a rendere in copertura, mostrando grande capacità di leggere il gioco, come dimostrano i 3 intercetti e il 33% di tackles vinti, anche se meno del croato ha il talento offensivo e la capacità di diventare un trequartista aggiunto. Gagliardini si dimostra quindi una perfetta via di mezzo tra le qualità di Kondogbia e quelle di Brozovic, potendo giocare senza problemi al posto di uno dei due, fornendo in un caso maggiore apporto all'attacco, nell'altro maggior senso tattico al centrocampo. Contro il Palermo Brozovic tornerà a disposizione e con ogni probabilità sarà titolare, creando un ballottaggio tra Gagliardini e Kondogbia. Al di là delle normali dinamiche di scelta della formazione, determinate anche dall'avversario di turno, l'ex Atalanta ha già dato l'impressione di essere un giocatore interessante e soprattutto fin da subito funzionale al sistema di gioco dell'Inter, cosa che non sempre è successa con i nuovi acquisti, anche in tempi recenti. Un po' Brozo e un po' Kondo, Gagliardini vuole prendersi definitivamente l'Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 17 gennaio 2017 alle 17:03
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
vedi letture
Print