Non si arresta la corsa dell'Inter di Stefano Pioli che supera il Bologna 3-2 nei tempi supplementari e guadagna la settima vittoria consecutiva tra tutte le competizioni oltre ai quarti di finale di Tim Cup. Un successo voluto quello sulla squadra di Roberto Donadoni, perché dalle parti della Pinetina nessuno snobba la Coppa Italia, vista come la possibilità concreta di regalare alla nuova proprietà un primo trofeo. Adesso, sempre a San Siro, si attende la vincente di Lazio-Genoa.

SORPRESE & CONFERME – Pioli stupisce i più confermando dal 1' Gagliardini, Joao Mario, Ansaldi e Murillo, mentre concede una chance a Gabriel Barbosa (prima da titolare), Carrizo e Palacio. Minuti importanti per Medel, che torna in campo dopo l'infortunio patito nel derby. E' un'Inter pugnace quella che prova subito a schiacciare il Bologna e che ci riesce grazie alla continuità in mediana di Kondogbia, alle sgroppate dei terzini e a una difesa che accorcia sugli attaccanti avversari con maestria. Il 4-2-3-1 di Pioli funziona ed è pura casualità se il gol che sblocca il match arriva su angolo: Joao Mario la mette dalla bandierina, poi fa tutto Murillo che con una rovesciata da antologia abbatte Da Costa e manda in brodo di giuggiole un Meazza non così vuoto come si prevedeva.

IL RUGGITO DI PALACIO – I rossoblu sbandano e arriva il raddoppio pressoché immediato di Palacio, ottimamente assistito dal solito Joao Mario. Un vero e proprio ruggito quello del Trenza, che scarica la sua rabbia repressa nell'esultanza contro la bandierina. L'argentino avrà pure perso brillantezza e lo spunto dei giorni migliori, ma resta un maestro nei movimenti e nella gestione del pallone. I nerazzurri dominano, ma arriva il gol-beffa come con il Chievo, peraltro determinato anche da una deviazione decisiva di Kondogbia su tiro non irresistibile di Dzemaili. Un'avvisaglia proprio a fine frazione che fa alzare le antenne ai più attenti.

LA DURA LEGGE DEL GOL – I padroni di casa piacciono perché non si limitano al compitino. La squadra di Pioli sa gestire il pallone e affondare con combinazioni pregevoli. La pecca è la mancanza di lucidità sotto porta che determina una quantità notevole di palle-gol fallite. Gabigol vorrebbe spaccare il mondo, e lo si nota soprattutto in quelle occasioni in cui forza la giocata; Eder fa tutto bene tranne la conclusione; gli altri a turno sprecano tutti. Il paradosso è che il Bologna pareggia con Donsah pochi istanti dopo l'ingresso in campo di Icardi e Candreva, inseriti da Pioli per blindare e magari mettere al sicuro la pratica.

SQUADRA GAGLIARDA Il forcing finale non produce effetti tangibili ancora per mancanza di precisione (clamorosa la palla-gol fallita da Maurito) e si va ai supplementari. Brozovic prende il posto di Eder anche a livello tattico, ma è sempre Gagliardini a impressionare per come sa interpretare tutte le fasi del match. Un centrocampista box-to-box che davvero potrà fare la fortuna di Suning e della Nazionale italiana. La sua energia è decisiva perché si irradia anche ai suoi compagni. Quasi di prepotenza Candreva trova nel primo tempo supplementare il 3-2 con deviazione di Oikonomou che spiazza Da Costa. E' il sigillo corretto a una supremazia messa in dubbio da un avversario bravo a non mollare. La lezione è la stessa del match col Chievo: Inter bella, a tratti bellissima, ma per niente perfetta. E i gol incassati apparentemente per caso sono lì a sottolinearlo. Pioli fa bene a tenere tutti sulla corda: solo così si può migliorare e puntare davvero a qualcosa di importante. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 18 gennaio 2017 alle 08:15
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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