Lunga intervista a Giovanni Trapattoni sulle colonne de La Gazzetta dello Sport. Tanti gli argomenti toccati dal Trap, da Balotelli a Conte e Tavecchio, passando per il campionato di Serie A: "Ho lavorato con Cassano, uno come Balotelli. Mario mi colpisce dal punto di vista umano. Quando vedi un ragazzo piangere capisci che dentro ha delle cose importanti. Un allenatore non deve mai smettere di parlare con chi ha un animo sensibile. Io stavo fine alla una di notte nelle camere dei miei giocatori. Era giusto confrontarsi con campioni come Platini. O come Boniek". 
Balotelli è un talento senza pace.
"Per un allenatore è fondamentale gestire il rapporto di uno come lui all’interno di un gruppo. In Germania certe situazioni le vivono in maniera drastica. Ricordo quando Hoeness e Rummenigge parlando di un giocatore del Bayern complicato mi dissero: 'Raus'. Cioè, 'lo mandiamo via'. E io a fermare tutti. Con quelli di talento bisogna avere pazienza. Ma se un braccio va in cancrena va tagliato. È chiaro?". 
Un consiglio gratis per Balotelli?
"Caro Mario, ricordati che sei a cavallo di un destriero incontrollabile. Hai classe, entusiasmo, hai forza contrattuale. Non sciupare questo momento della tua vita. La carriera di un calciatore è breve. I treni giusti passano. Una, due, tre volte. Non mille. Poi ti ritrovi all’improvviso vecchio e dimenticato. C’è una persona che avrebbe il dovere di aiutare Balotelli". 
A chi si riferisce?
"Al suo agente Raiola. Balotelli non è solo una miniera da sfruttare. Lui deve tutelare l’essere umano. Deve spiegargli i suoi errori anche a costo di perderlo. Le miniere mal sfruttate si esauriscono in fretta".
Il neo presidente della Federcalcio Tavecchio ha pesato male le parole?
"Molto male. Lo ha capito un attimo dopo. Ma ormai era tardi. Proviamo ad andare oltre quello scivolone e a giudicare Tavecchio per quello che farà alla guida dell’azienda calcio". 
Conte è stata la prima scelta.
"Anche al mio figlioccio Antonio suggerisco di pesare con attenzione ogni parola che dirà. Non è più l’allenatore di un club, ma di tutta l’Italia del pallone". 
Il nuovo c.t. ha detto che ripartirà dal gruppo Juve.
"Scelta saggia. Direi quasi inevitabile. Ma con un occhio aperto alle novità. Mi piace la personalità di Verratti, la spregiudicatezza di Cerci e anche di Insigne. Però quella maglia buttata... Caro Insigne, mi hai fatto tornare alla mente quando Vieri mi tirò la maglia addosso. Certi gesti sono sbagliati". 
Torniamo a Conte.
"Gli ricordo che a livello internazionale servono fisicità e concretezza. Il Gattuso di turno, per esempio, è sempre stato molto utile. A volte è meglio scegliere il più utile che il più bravo. Quando ero giocatore, Ferrari e Mazza mi preferirono a Fogli e a Bulgarelli. Loro erano molto più forti tecnicamente di me, ma io mi attaccavo al culo di Eusebio e di Pelè... Ed ero più utile". 
Come cambia la Juve senza Conte?
"Non si ripeterà quello che è successo all’Inter con gli eredi di Mourinho. La Juventus è un altro mondo. E Allegri è una scelta giusta. La società bianconera ha dirigenti saggi, non pretende di vincere sempre. Ricordo che l’Avvocato mi diceva: 'Mister, noi come Juve abbiamo il dovere di essere protagonisti, ma non l’obbligo di conquistare ogni volta lo scudetto'. La Juventus è la Juventus. Ha uno stile e un equilibrio. A volte non ha comprato il giocatore perché non voleva offendere i cassaintegrati della Fiat".
E le sue milanesi?
"Vedo l’Inter mezzo gradino avanti. I talenti li aveva già. Ora ha messo dentro gente cattiva e con esperienza. Vidic e Medel fanno paura".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 23 agosto 2014 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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