Per rialzarsi, ripartire e rilanciarsi. Nel ring della Serie A l'Inter non è davanti, parte dietro. Inevitabile dopo anni bui in cui 'si è preso, più che dato'. Lividi, sangue e colpi pesanti ricevuti, dopo che dal 2005 il pugile affamato del 'Vorrei, ma non posso' è partito con la prima vittoria: una Coppa Italia che all'epoca ha rappresentato sì un piacevole colpo, finalmente consegnato, ma non più di un semplice round. Perché il match - quello vero - è durato molti anni, un percorso clamoroso in cui FC Internazionale Milano ha conquistato e dominato. Tutto e tutti. Per poi, sul ring di Madrid, riuscire nell'impresa mai centrata da nessuno prima. Triplete con la squadra del maestro José Mourinho che sferra il 'colpo perfetto', alzando al cielo spagnolo il titolo di campione d'Europa con una Champions League custodita, indossata e ammirata proprio come l'UFC Heavyweight Championship, la cintura dei campioni. E per una sera l'Inter fu Sugar Ray Robinson, il 'guantone' - probabilmente - numero uno della storia della boxe. 

Ma dopo tutto cambiò e fu ascesa, quasi incontrollabile. Il campione che ha battuto i migliori da quel momento si sgretolò e solo la rabbia, l'onore e la storia di una società leggendaria garantirono Mondiale per club con Rafel Benitez e Coppa Italia con Leonardo. Eccola, ancora lei: la Coppa nazionale. Il ciclo è concluso, il cerchio si chiude. E poi tre anni, pesanti con colpi ricevuti. Quasi sempre. Un campione d'Europa e del mondo che ha barcollato, incassato senza reagire conoscendo e sprofondando in abissi ignoti da tempo, come le débâcles di Firenze 2013 e il ko interno nell'ultimo round contro un avversario che passeggiò sulle macerie di un campione che, ormai, non c'era più. Cinque sberle contro l'Udinese in un ring che in quel periodo sembrava tutto, fuorché un amico. Ma ora il vento può e deve cambiare.

E chissà che come Rocky Balboa e la sua 'Eye Of The Tiger' l'Inter non possa caricarsi con il suo leitmotiv, amico sparito da tempo, ma che con il Sassuolo tornerà a rendere più nerazzurra una casa che dovrà tornare a essere una bolgia. Proprio come piace ai pugili, per caricarsi. 'Pazza Inter' è pronta. E in tema di boxe questa Inter targata Walter Mazzarri 2.0 sembra essere la giusta creatura potenzialmente affamata per risalire sul ring per cercare di colpire. Ovviamente i fasti di un tempo sono ancora archivio, ma c'è da scommettere che qualche colpo i pugili cattivi di coach WM saranno in grado di sferrarlo, e con un Nemanja Vidic in cabina di difesa le botte ricevute saranno sicuramente ammortizzate. Arriverà il tempo di barcollare, ma boss ET si augura di non vedere il proprio atleta cadere, senza reagire.

Lo Sugar Ray Robinson così attuale a Milano nel 2010 è ora vestito di bianconero, Muhammad Ali usa guantoni da lupo, anzi, da lupa giallorossa, mentre Joe Louis è di casa al 'San Paolo' di Napoli. E l'Inter? Si allena, corre, si carica e carica, alla ricerca della forma migliore, ancora troppo lontana per schivare, incassare e colpire, facendo male. Soprattutto in mezzo al campo - anzi, pardon, al ring - dove i guantoni e la forza del Pitbull con l'elmetto Gary Medel e la voglia francese di Yann M'Vila devono ancora amalgamarsi. Ma il francese, almeno nelle intenzioni, è partito bene: lui che ha voluto Milano più di tutto per tornare quello di prima. Proprio il giocatore che nel 2010 venne inserito nella lista dei migliori nati dopo il 1989 (Don Balón). Peccato per il rosso a Torino di Vidic, un ko forzato e ingiusto che lo costringerà a saltare il round contro il Sassuolo. Ma Marco Andreolli scalpita e l'ex fedelissimo del maestro Hugo Armando Campagnaro si siederà, in attesa di tornare il 'cattivo' di Napoli.

Davanti qualche graffio WM lo ha già dovuto curare: Pablo Daniel Osvaldo a mezzo servizio all''Olimpico' ha comunque mostrato di poter essere molto pericoloso e importantissimo in questi 37 round, mentre Mauro Icardi studia da campione, nella stagione della consacrazione. E poi c'è lui, il migliore della scorsa stagione, 32 anni e non sentirli in un ring dove ancora oggi detta legge, ma con astuzia e agilità. Non con cattiveria e forza. Rodrigo Palacio, bentornato nell'arena del 'Meazza' e il Sassuolo è già preda. Ma nel pugilato, e nello sport in generale, i saggi insegnano che la potenza è nulla senza controllo. E quindi fantasia, tecnica, regia e magia sono fondamentali per essere ancor più completi: in mezzo ai muscoli, Hernanes e Mateo Kovacic sono come 'aria' per i polmoni, proprio loro chiamati ad essere insostituibili.

La ricetta appare completa, o quasi, e - senza dimenticare grinta e cuore coach a bordo ring - questo pugile, dopo il mancato knock-out di Torino, si scalda per il secondo round del campionato. Con il terzo posto nel mirino. Chiamatela pure - questa nuova ThoInter Rocky Marciano Jake LaMotta. Pugili americani, ma di origine italiana. Un po' come l'Inter. Club tricolore, ma di stampo internazionale. E allora... che parta il match, definitivamente. Probabilmente Sugar Ray e Cassius Clay sono ancora lontani, ma per rialzarsi, ripartire e rilanciarsi WM punta Brown Bomber. E tra i ring di Milano e Napoli la sfida è già iniziata.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 09 settembre 2014 alle 11:30
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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