"Nessuno di noi è contento per come stanno andando le cose. Perdere è dura, soffrono i tifosi come soffriamo noi. E’ anche difficile accettare un pareggio come quello capitato nel derby, perchè la squadra ha giocato bene ed avrebbe meritato la vittoria. Nessuno ha voglia di arrendersi, bisogna subito rimettersi al lavoro". E' questo il messaggio lanciato da Erick Thohir dalle colonne del Corriere della Sera. "Mancini? E' coraggioso e ambizioso, e voglio ringraziarlo per come aveva preparato la partita contro il Milan. Il prossimo anno avrà una squadra disegnata da lui fin dall’inizio, dobbiamo dargli tempo e quest’estate il tempo ci sarà".

L'Inter tornerà ad alti livelli? Il presidente non ha dubbi 
"Credo sia fondamentale definire una strategia per tornare competitivi a livello globale. Per crescere servono regole e decisioni collettive da prendere in fretta, per evitare altri casi simili a quello del Parma, storia che pesa sull'immagine del nostro calcio. Ho parlato con altri presidenti e mi sembrano persone con la mente aperta, alcuni passi importanti sono stati fatti e dobbiamo abituarci a pensare all’interesse collettivo. Voglio cose che convengano all’Inter ma anche all’intero calcio di A: campionato a 18 squadre e tetto alle rose. La Premier League è adesso fuori portata, ma la Serie A non deve stare dietro alla Bundesliga e alla Liga".

Solo elogi per Massimo Moratti. 
"Devo ringraziarlo perché mi ha permesso di diventare presidente dell’Inter. Lui è un’icona per questo club: ha fatto la storia, una fantastica storia. Moratti ed io non abbiamo visioni diverse: ci sentiamo e quando sono a Milano ci vediamo, parliamo delle decisioni da prendere e affrontiamo insieme i problemi. Non sempre le scelte che fai si rivelano le migliori: nel calcio sai in cosa investi ma non conosci i risultati, a differenza di quanto succede nel mondo degli affari. La nostra idea non è quella di vendere prima e acquistare dopo. Negli ultimi due mercati di gennaio abbiamo dimostrato di essere pronti a fare degli sforzi per accontentare l’allenatore. Posso garantire che continueremo a farlo nel rispetto degli impegni imposti dal Fair Play Finanziario".

Arriverà davvero Yaya Touré?
"Touré ci piace e siamo sicuri che Mancini saprebbe come utilizzarlo e valorizzarlo al meglio. Ci fidiamo del nostro tecnico e gli abbiamo affidato il futuro. Touré ha un contratto col City e dobbiamo rispettarlo, ma non puoi mai prevedere come andrà il mercato".

Da Mazzarri a Mancini: ha mai pensato di avere sbagliato? 
"No, e non credo sia giusto fare paragoni. Ho scelto, abbiamo fatto una scelta, per una lunga serie di motivi e quando sei alla guida di un’azienda, di un club devi prendere delle decisioni per il bene della società. Mazzarri è una brava persona, ha sempre lavorato duro; se abbiamo scelto Mancini è perché crediamo che lui sia la persona che può portarci a vincere dei trofei. Lasciatemelo dire in inglese: Mazzarri good man, Mancini something better". 

Un club deve avere organizzazione, solidità, ottimi professionisti: è soddisfatto degli uomini che lavorano per lei? 
"Ho cercato, e cerco, di scegliere le persone migliori. Ho bisogno di persone in gamba per raggiungere l’obiettivo di riportare l’Inter nelle 10 squadre più importanti del mondo. Quando sono arrivati Michael Bolingbroke (l’a.d. nerazzurro) e Michael Williamson (responsabile Amministrazione, finanza e controllo) ho detto loro: benvenuti nella giungla. È il mio modo scherzoso di accogliere le persone che assumo, l’ho sempre fatto, è un modo per dire che la sfida ha inizio. Io non posso essere sempre in Italia, ma i miei manager li sento ogni giorno. Stiamo lavorando, i risultati arriveranno".

Icardi si vende per quanto? 
"Icardi non si vende, è uno dei nostri giocatori più importanti. È un ragazzo maturo, concentrato sul suo lavoro. Il denaro nel calcio può diventare un problema, un pericolo per alcuni giocatori giovani. Ma Icardi, nonostante l’età, ha la testa sulle spalle. Con Mancini è migliorato, si è completato e stiamo lavorando per chiudere il suo nuovo contratto. È importante che resti con noi ed è giusto che noi lo ricompensiamo". 

Il Milan potrebbe cambiare proprietà e pensa a un nuovo stadio... 
"Non posso commentare gli affari degli altri, non è giusto e non è educato. Ogni uomo d’affari ha la sua strategia, i suoi problemi, a volte accadono cose che non ti aspetti: io non avrei mai pensato di diventare presidente dell’Inter, poi ho incontrato Moratti ed è successo. Non so se il Milan costruirà un nuovo stadio, ma penso spesso a San Siro solo per noi: è uno dei tre stadi più belli del mondo, ma va modernizzato ed è quello che vogliamo fare. Ne abbiamo già parlato con il Comune".

Infine, risposta a sorpresa alla domanda su chi sceglierebbe tra Ronaldo, Messi e altri big.
"Sceglierei Zanetti, vorrei una squadra di 11 Zanetti. È arrivato dall’Argentina giovanissimo, è diventato giocatore, capitano e ora dirigente. È stato un grande giocatore, è una grande persona con principi e valori. E mio padre mi ha insegnato che quelli contano". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 24 aprile 2015 alle 09:56 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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