Dentro l’uovo di Pasqua, c’è una gradita sorpresa: un altro bingo da tre punti. Tre punti che valgono parecchio, perché presi al termine di una partita dove comunque c’è stato da sudare, contro un Parma mai domo nonostante l’inferiorità numerica; e perché consentono all’Inter di Walter Mazzarri di mettere almeno un piede nella prossima Europa League, e pazienza se alla fine l’interrogativo è legato all’effettiva corrispondenza tra valori espressi in campo e punteggi acquisiti. Troppi gli episodi di punti buttati via per poterci anche solo ripensare, meglio incamerare questo risultato e proseguire nella rincorsa al quarto posto, senza magari pensare alla prepotente rimonta del Milan che prima del derby avrà comunque l’ostico esame Roma. L’Inter gioisca per questi tre punti (che permettono al tecnico di San Vincenzo di vincere definitivamente lo scomodo duello con Andrea Stramaccioni), per questo bottino pieno ricavato da due trasferte sulla carta decisamente ostiche, e vada avanti con serenità, godendosi gli aspetti positivi e meditando su quanto ancora c’è da limare.
SULLA CORDA – E da limarne, di aspetti, ne rimangono ancora. La partita si è sviluppata secondo una trama molto simile a quella di sei giorni prima vinta contro la Sampdoria. Per gli episodi, come ad esempio il rigore neutralizzato da Samir Handanovic ad Antonio Cassano che fa il paio con quello di Maxi Lopez o il cartellino rosso a Paletta che ha costretto il Parma a giocare tutta la ripresa in dieci, stessa situazione vista contro i blucerchiati anche se per più tempo. E un’Inter che anche questa volta, nonostante l’uomo in più, ha dovuto sudare più del legittimo prima di portare a casa pagnotta e colomba pasquale: la traversa centrata da Alessandro Lucarelli fa ancora tremare, e la scarsa incisività di un Antonio Cassano appannato, rigore a parte, ha evitato problemi peggiori. Una situazione che non è affatto piaciuta a Walter Mazzarri, come del resto era preventivabile: tecnico sempre concentrato fino all’ultimo secondo, vuole che la sua squadra sia il riflesso delle sue idee e specie dopo alcuni episodi sconfortanti nessun atteggiamento molle è più tollerato. Logica, quindi, la rabbia non appena vede i suoi un po’ svagati. Anche perché il Parma ha graziato, ma già l’avversario di sabato, il Napoli, non è certo squadra che perdona errori simili.
JUST IN TIME – Ma non si può liquidare questa partita solo coi lati negativi. Mazzarri ha tratto anche delle buone indicazioni soprattutto dai singoli. Partendo dall’ultima in ordine temporale: entrato a cinque minuti dalla fine del match, dopo alcune settimane passate in panca a meditare, Fredy Guarin impiega poco più di un minuto per sigillare l’incontro. Con la sua arma preferita, il tiro da fuori, quello che magari ha suscitato in epoche recenti qualche ironia di troppo per via delle traiettorie decisamente lontane dallo specchio della porta, ma questa volta indirizzato al punto giusto, lì dove Mirante, fino a quel momento bravo ma anche fortunato in certi casi, non può mai e poi mai arrivarci. E’ il gol che stronca il Parma e regala una Pasqua serena all’Inter ma soprattutto a lui. Perché saranno stati cinque minuti o giù di lì, ma non dimentichiamo da quale momentaccio arrivava il colombiano, specie dopo il patatrac incredibile di Livorno. Una mazzata di quelle che stenderebbero anche un toro, bravo Mazzarri a consentire al Guaro di riordinare le idee. Entra per congelare il risultato e lo fa mettendoci il timbro: efficienza produttiva ai massimi livelli.
SONO SEMPRE IO – Quante volte, francamente, il tifo nerazzurro si era chiesto: ma dove è finito il tanto decantato pararigori Samir Handanovic? Più in generale, alcune prestazioni un po’ così avevano fatto sollevare un polverone di dubbi sul portierone sloveno. Lui, glaciale come sempre, ha incassato senza mai scomporsi, certo forse che il momento per zittire tutti gli scettici sarebbe arrivato. E alla fine, la soddisfazione se l’è tolta a dovere: già monumentale contro la Sampdoria, Handa torna a mettere le ali anche a Parma, prima col guizzo sul colpo di reni di Cassano, poi negando all’ex interista la gioia del gol su rigore (con relativo, simpatico impropero dell’attaccante barese). Ripresa di routine, con il montante orizzontale a salvarlo quando Lucarelli può castigare, e tre punti in cassaforte. Bravo Handanovic, che si è ritrovato, forse nemmeno si era perso; bravo e critico quanto basta per dire che non tutto ieri è stato perfetto, come a voler dimostrare di aver assimilato le volontà del suo allenatore.
SENZA DIFESA – E non è un modo di dire, ma un dato di fatto: dei sei diffidati coi quali l’Inter si presentava a Parma, due sono caduti nella trappola del giallo, due ammonizioni pesanti. Contro il Napoli, staranno fuori il ciclopico Rolando, anche oggi autore di una performance da paura con un gol degna esecuzione di un power play da fare invidia alle squadre di hockey su ghiaccio, e Walter Samuel, che ieri ha avuto qualche errore sulla coscienza ma nella ripresa è uscito bene. Al di là del valore delle assenze, il reparto arretrato è in totale sofferenza per la sfida contro il Napoli di un Rafa Benitez magari voglioso di riprendersi la sua piccola rivincita nella Milano nerazzurra. Rientrerà Ranocchia ma il saldo resta negativo, non uno di quei pensieri soavi col quale addormentarsi alla vigilia di Pasqua…
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