Dopo l'esperienza da secondo di Andrea Stramaccioni all'Udinese, Dejan Stankovic torna all'Inter in qualità di club manager. Un ritorno importante, quello del Drago, che ai microfoni della tv serba RtvBN spiega come è maturata la decisione di riabbracciare i colori nerazzurri, seppur in veste diversa: "Dopo aver raggiunto l'obiettivo prefissato dalla dirigenza dell'Udinese, alla fine della stagione le nostre idee si sono divise, quindi io e Strama abbiamo deciso di andare via. Per mia grande fortuna, poco dopo è arrivata la chiamata dell'Inter: abbiamo avuto sette giorni di colloqui grazie ai quali mi è stato chiarito cosa si aspettasse il club da me. Mi sono reso conto che la mia funzione è quella di fare da manager della prima squadra, una sorta di legame tra i giocatori, il tecnico Roberto Mancini e la società. Devo inoltre aiutare i giovani giocatori a capire cosa vuol dire giocare nell'Inter e la responsabilità che ciò comporta".

Nell'Inter ritroverà due suoi connazionali come Zdravko Kuzmanovic e Nemanja Vidic: "Non c'è bisogno di dire quello che penso di loro, sono due grandi giocatori e due grandi persone. Nemanja l'ho conosciuto 15 anni fa, abbiamo anche giocato insieme. E' stato il leader di una generazione che ha giocato anche un Mondiale in Sudafrica, ma non ha avuto abbastanza fortuna per ottenere successi con la Serbia. Per me, comunque, rimane uno dei migliori difensori degli ultimi 15 anni". Sull'altra sponda del Naviglio, Stankovic ritroverà da avversario il suo amico Sinisa Mihajlovic, nuovo allenatore del Milan: "Non è la prima volta che accade, successe già quando eravamo calciatori. Ma credo che 180 minuti non cambieranno 365 giorni. Se qualcuno ha sentito le mie interviste, sa che ho sempre detto che Sinisa avrebbe allenato una grande squadra e ciò si è verificato. Non c'è bisogno che ne parli più".

Il derby, però, è iniziato già sul mercato: "Ne abbiamo parlato, ma per il momento fuori dal campo si può dire che la vittoria sorride al mio club, possiamo dire che stiamo vincendo 1-0. Con l'aiuto anche di Marco Fassone, Mancini è riuscito a convincere i giocatori del progetto e della nuova storia che vogliamo scrivere, e questo è un grande passo per noi. Ciò dimostra che siamo una grande squadra e non vogliamo fermarci". Stankovic, nel corso dell'intervista, si è anche congratulato con la Nazionale serba Under 20 per la recente vittoria nel Mondiale: "Mi rende orgoglioso, dico sul serio. Questa squadra due anni dopo l'Europeo ha preso la corona mondiale ed è un traguardo incredibile per il calcio serbo. Solo loro sanno quello che hanno vissuto per arrivare al Mondiale, ma con la mia esperienza posso suggerire loro di rimanere coi piedi per terra e costruire il loro cammino di vittorie e trofei. Lasciate che puntino in alto, perché ci appartengono". 

In chiusura, c'è anche un commento sulla decisione da parte della compagnia aerea di bandiera serba di dedicargli il nome di un aereo: "E' un grande onore per me. Da un lato è un premio per quanto fatto in carriera, ma rimane anche il riconoscimento del patriottismo e dell'amor di patria. Noi atleti siamo inconsciamente ambasciatori di un Paese". 

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 28 giugno 2015 alle 19:24
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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