Signore e signori, a Milano è sbarcato un alieno. Questa impressione generale che il pubblico nerazzurro ha ricevuto dopo i primissimi minuti di Gagliardini con la maglia dell'Inter si è via via scrollata di dosso l'incredulità e l'entusiasmo degli stupefacenti inizi, uno scalpore dettato anche dall'annosa latitanza di un idolo italiano che in qualche modo coinvolgesse ancor più da vicino l'animo dell'interista. Col gol di oggi, forse, la storia d'amore tra il Gaglio e il suo nuovo pubblico è entrata nella maturità, pronta per vivere tutte le possibili fasi di follia, emozione e, perché no, disincanto quando le cose andranno meno bene. Ma ormai è amore, e questa è già la migliore delle notizie.

IL GIOVANE VIGILE - Gasperini, che indubbiamente ha contribuito più di ogni altro alla svolta professionale del ragazzo, ha più volte ripetuto la raccomandazione con cui ha salutato la partenza di Gagliardini verso la Milano nerazzurra: "A Roberto ho detto di non entrare in punta di piedi; doveva imporsi da subito per essere preso sul serio". Bando alle ciance: il tecnico dell'Atalanta, mai troppo amato dalle parti di Appiano Gentile, ci ha preso. Lungi da un approccio timido al gran mondo interista, il classe '94 non ha letteralmente mai abbassato la testa in questi primi due mesi: quel suo portamento elegante, con gli occhi che guardano continuamente il gioco, ha rivelato tutta la personalità e l'intelligenza di Gagliardini; addirittura, le sue braccia spesso protese a dare indicazioni ai compagni hanno ricordato a molti la leadership di un Cambiasso, all'epoca ironicamente assimilato a un vigile da parte dei tifosi a causa di questa sua caratteristica. Un impatto straordinario insomma, che anche oggi si è concretizzato in numeri da centrocampista di spessore e presenza, con ben 87 palloni giocati e 64 passaggi riusciti su 70.

L'ULTIMO TASSELLO - Mancava solo il gol, dunque, ed è inutile negare che stava diventando una piccola ossessione. Il giovane bergamasco si era infatti fatto sentire sotto porta in ogni gara, con inserimenti, girate e colpi di testa che non gli sono valsi la rete soltanto perché il pallone, beffardo, non voleva saperne di entrare. In settimana, la comparsata a #EPCC negli studi di Sky già profumava di gol. Il siparietto con Cattelan dello scorso giovedì, infatti, ha regalato a Gagliardini la possibilità di scegliere la sua prima esultanza in nerazzurro e in serie A: tra spillatore, cazzuola e polenta il centrocampista ha scelto proprio di mimare la mescolatura del piatto più tipico del bergamasco; tre giorni dopo, eccolo lì, a girare il suo mestolo immaginario sul prato del Sant'Elia. La piccola ossessione è finita, e adesso Gaglio può alzare la testa ancora più in alto, a guardare il promettente futuro che lo attende al centro del progetto nerazzurro, in campo e fuori, come dimostrano le molte apparizioni pubbliche cui il ragazzo, umile e spigliato, ha assolto con straordinaria abilità. Lo scorso 27 febbraio, a La Domenica Sportiva, suo padre Alessandro si esprimeva così: "Credo che a Roberto manchi soltanto il gol per essere perfetto: speriamo che arrivi presto, ma auguriamoci anche che non trovi la prima rete proprio contro l'Atalanta". Ecco, papà Gagliardini: suo figlio ce l'ha fatta, senza neanche fare un torto alla sua amata Dea. Occhio, però: chi può garantire che, terminato il blocco, il numero 5 nerazzurro non possa replicare già domenica prossima contro i suoi ex compagni? Chissà se in famiglia, a questo punto, se lo augurano. Certamente, sarebbe un nuovo grande capitolo della nuova storia d'amore nerazzurra.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 05 marzo 2017 alle 20:44
Autore: Antonello Mastronardi / Twitter: @f_antomas
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