Poveri noi, anche Davide Santon ha fatto outing: l’altro baby prodigio nerazzurro ha ammesso candidamente di essere stato tifoso milanista da bambino (l’anno scorso, verrebbe da dire…), come il suo illustre collega Mario Balotelli. Meglio dunque prepararsi a un’altra valanga di polemiche costruite ad arte da chi ama creare scompiglio in casa interista. Per fortuna Santon non ha detto che rimane all’Inter quest’anno, evitando di lasciare per strada spunti per ipotesi di mercato creative, errore commesso nel pieno della sua ingenuità da SuperMario in occasione della visita al Centro Don Gnocchi. Bene, facciamo il punto: entrambe le promesse nerazzurre, quelle che rappresenteranno l’Inter negli anni a venire, sono cresciute con il rossonero nel cuore. Nulla di strano, se venisse chiesto a ogni calciatore del massimo campionato per quale squadra facesse il tifo, tanti supporter dovrebbero sbattere la faccia con una dolorosa realtà. Coloro che difendono i colori di una squadra magari lo fanno sostenendo la sua acerrima rivale nel privato. Tanto per fare un esempio: pochi giorni fa Davide Lanzafame, attaccante del Parma ma cresciuto nel vivaio della Juventus (e nato a Torino!) che ne detiene il cartellino per metà, ha candidamente affermato di essere tifoso dell'Inter.

Al cuor non si comanda, ma poco importa se gli attuali giocatori dell’Inter siano cresciuti sognando di diventare come Van Basten o Bettega, quello che fa la differenza è il modo in cui contribuiscono ai successi dell’Inter. È in questo che si evince la professionalità di un calciatore, quella dote che finora Mourinho ha messo in dubbio parlando dei due enfant prodige. Non è la loro fede calcistica il problema, è l’impegno che profondono per la maglia che indossano oggi, la passione per il calcio, il rispetto dei compagni che fanno la differenza.

Ancora per fare esempi: Zaccheroni, interista da sempre, ha vinto uno scudetto alla guida del Milan. E quel giorno festeggiò come il più grande dei tifosi rossoneri. Ma non per questo ha rinnegato le sue passioni giovanili, quelle possono tranquillamente rimanere in un angolo della sua personalità. Idem per Santon e Balotelli, oggi interisti, con trascorsi da tifosi del Milan. Un controsenso più che logico nel calcio moderno, dove il proprio destino professionale non viene scelto in base alle simpatie, ma dipende da molte altre variabili. E alla fine conta poter giocare ad alti livelli. I tifosi poi non se la prenderanno più di tanto, perché i due ragazzi sono l’emblema della più grande delle vendette: da tifosi rossoneri, sono anni che festeggiano la vittoria dello scudetto dell’Inter, e corrono e sudano sul campo affinché il trend prosegua anche negli anni a venire. Anche durante il derby. Bello smacco per il Diavolo rossonero…

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 25 novembre 2009 alle 18:26
Autore: Fabio Costantino
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