Alvaro Recoba si confessa: l’ex attaccante dell’Inter, intervistato dalla rivista spagnola Panenka, ripercorre gli anni della sua esperienza italiana, dieci anni quasi tutti a tinte nerazzurre contraddistinti da alti e bassi ma che gli sono valsi l’affetto eterno del tifo nerazzurro. Un’esperienza che però avrebbe potuto interrompersi anche prima; quando gli viene chiesto perché non ha mai giocato nella Liga spagnola, il Chino risponde: “E’ andata così. Mi sarebbe piaciuto giocare in Spagna e in passato ci sono stati contatti anche con Atletico Madrid e Barcellona; l’Inter però non mi ha mai lasciato andare via. Credo che il calciatore di qualità che fa buone cose in Spagna difficilmente si ripete in Italia”.

Perché?
“In Spagna tutte le squadre vogliono giocare bene al calcio e mantenere il campo in buono stato. Andare a giocare in alcuni stadi italiani può essere complicato perché a loro interessa che vi siano le peggiori condizioni possibili. In Italia non sono abituati al tipo di gioco che si fa nella Liga”.

Il suo debutto in Italia ha oscurato quello di Ronaldo, se lo è mai perdonato?
“E’ vero che abbiamo debuttato nella stessa partita (Inter-Brescia 2-1 del 31-8-1997, ndr) e che io ho fatto due gol uscendo dalla panchina. Ma anche così, non c’è paragone: Ronaldo era un fenomeno e ha avuto una carriera 100 volte più importante della mia”.

E’ dovuto andare via dall’Inter un paio di volte.
“Sì perché c’era sempre il problema del tetto degli extracomunitari. Io ero sempre il quinto e venivo scartato. La mia esperienza al Venezia fu fantastica, ci salvammo giocando benissimo e feci anche molto gol. Anche al Torino andò bene”.

Come ci si sentiva a essere il giocatore più pagato al mondo?
“Credo che non fosse esattamente così. Può darsi che il mio contratto fosse tra i più alti, però per la pubblicità un giocatore uruguayano non può mai arrivare a certe cifre. Anche Hidetoshi Nakata era uno dei meglio pagati e non credo solo per l’ingaggio”.

La sua storia con l’Inter coincise anche con le polemiche arbitrali legate alla Juventus. Lei vide mai qualcosa di strano?
“Non mi piace togliere meriti alla Juve perché aveva una grande squadra. Il tifo dell’Inter si lamentava e molte volte aveva ragione. Però io preferisco non pensarci perché non serve a niente, finisci con l’ammalarti tu stesso di un odio che non serve a niente. Se hai dei dubbi, allora è meglio non scendere in campo”.

Continuerà a giocare anche il prossimo anno?
“Non faccio progetti, vivo il momento. Non pensavo di giocare fino a quasi 40 anni. Ma se mi sento bene e continuo a sentire l’affetto della gente… Non so. Deciderò a giugno”. 

In tanti dicono che aveva il talento per poter essere un giocatore superiore.
"Può darsi ma non cambio quello che ho fatto. Gioco a calcio perché mi piace e sicuramente avrei potuto fare tante cose per arrivare più lontano. Ma non pregavo nessuno né chiedevo favori per giocare". 

Sezione: Copertina / Data: Lun 04 maggio 2015 alle 15:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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