L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport dedica ampio spazio a Michael Bolingbroke, il braccio destro di Erick Thohir le cui parole relative al bilancio della passata stagione pronunciate in conferenza stampa sono state probabilmente decisive, almeno secondo molti addetti ai lavori, per la decisione di Massimo Moratti di lasciare il ruolo di presidente onorario dell’Inter. "Aspettando che la sua mano si veda davvero tra novità commerciali e ricavi da stadio, il primo vero titolo Michael Bolingbroke se lo è preso come ‘ammazzaMoratti’ - scrive la rosea oggi in edicola -. Sono state infatti le frasi del nuovo Ceo sulla precedente gestione economico-finanziaria dell’Inter la goccia che ha fatto traboccare il vaso fino alla decisione della famiglia di dimettersi dalle cariche nel Cda nerazzurro. Interpretazione forse eccessiva, anche perché - magari col tatto di un elefante in una cristalleria - Bolingbroke più che fare infuriare Moratti seguiva una strategia per tenersi buona l’Uefa, che il 7 novembre lo attende a Nyon per stabilire se e quali sanzioni comminare al club in chiave FairPlay finanziario”. 

E ancora: "Resta il fatto che l’ex Cirque du Soleil e Manchester United non sembra conoscere l’arte del compromesso. È come se Thohir avesse impiegato mesi per studiare come muoversi nel rutilante ma anche provinciale mondo dell’italico calcio, capendo che non si possono condurre battaglie da soli, ma che bisogna prima cercare di stimolare tutto il sistema. Poi ha chiamato il suo braccio forte (in tutti i sensi) per spianare la strada a colpi di machete. Perché l’ex direttore operativo dei Red Devils è preparatissimo, meticoloso nello spulciare e tagliare ogni costo, ricettivo su ogni spunto che coglie negli stadi che visita - annota tutto sull’immancabile agendina -, ma anche sicuro di sé al punto da voler importare senza adattamento alcuno il modello ManU”. 

Bolingbroke, spiega la Gazzetta, è abituato a mettere in discussione tutto, dai conti alle tovaglie e i tovaglioli sui tavoli di San Siro. Nel suo nuovo ruolo ha trovato un livello di preparazione e di conoscenza dell’inglese molto inferiore a quello che si sarebbe aspettato e non l’ha certo mandato a dire. " livello commerciale il nuovo Ceo non ha stravolto molto solo perché la nuova macchina si era appena messa in moto. Ma ora la sua sfida la gioca basandosi sulla convinzione di avere il coltello dalla parte del manico, anche se il marchio Inter ha un appeal ben diverso da quello di un top club di Premier. Una prima battaglia è legata al rinnovo della storica sponsorizzazione con Pirelli. Dai 12-13 attuali, si punta a salire a 17-18 milioni annui. Strada più che in salita. Ma anche alcune risposte da parte di potenziali investitori e attuali partner commerciali non sarebbero entusiastiche. Più che consensi, insomma, MB per ora sembra avere creato rotture. Ma il merito degli ambiziosi è proprio quello di vincere sfide che paiono impossibili. Come quella di sprovincializzare il nostro pallone. Il tempo dirà”, conclude il quotidiano.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 25 ottobre 2014 alle 08:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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