Franck De Boer ieri si giocava tanto, forse tutto. Probabilmente per questo decide di abbandonare lo schema difensivo visto nelle partite con Atalanta e Southampton per giocarsela alla sua maniera, cercando di sfruttare tutta la qualità della sua rosa.

IL NUOVO CENTROCAMPO - Causa squalifica di Medel, il centrocampo a 3 è composto da Joao Mario, Banega e Brozovic, confermato dopo due prestazioni deludenti. Proprio in mediana, la squadra ha una nuova linfa di qualità che migliora nettamente la manovra: il vertice basso è Joao Mario, che è il primo a ricevere la palla dai difensori, con Banega e Brozovic che sono liberi di svariare e accompagnare la transizione offensiva. Il centrocampista portoghese, rispetto a Medel, fa guadagnare un tempo di gioco alla squadra, avendo nei piedi maggiori geometrie che gli permettono di far partire in prima persona l'azione; Medel invece, dopo aver ricevuto la palla, ha il compito di passarla il più velocemente possibile a chi ha maggiore educazione tecnica, rallentando, e non poco, l'inizio azione. 

In fase difensiva Candreva ed Eder stringono il campo, senza però arretrare eccessivamente, come nelle ultime partite, e facendosi quindi trovare pronti alle ripartenze. A destra Ansaldi mostra tanta imprecisione, mentre a sinistra Nagatomo è molto più ordinato e attento: il terzino giapponese dimostra di poter giocare solo su quella fascia perché, affrontando per lo più avversari mancini, che tendono quindi a rientrare, può difendere con il suo piede forte (il destro), limitando gli errori nell'1 contro 1 visti a Bergamo. 

Il Torino lascia fuori, almeno inizialmente, la qualità di Benassi e Baselli per fare spazio ai muscoli di Acquah e Obi: l'idea di Mihajlovic è quella di sfruttare la corsa delle due mezzali per coprire più campo, conscio delle difficoltà difensive dell'Inter. Il Torino però nel primo tempo fatica molto, perché Ljajic e Iago Falque si abbassano troppo, andando a formare una linea a 5 in difesa, senza mai riuscire ad essere pericolosi. Acquah e Obi provano a seguire a uomo Banega e Brozovic, ma sono spesso in ritardo e il loro filtro non ha successo. 

LA MOSSA MAXI LOPEZ - A inizio ripresa Mihajlovic toglie Iago Falque e mette Maxi Lopez: è una mossa intelligente che cambia la partita del Torino perché Miranda e Murillo soffrono la fisicità dell'attaccante argentino, che inizia a fare a sportellate coadiuvato da Belotti. Per non lasciare i centrali in situazioni pericolose di 1 contro 1, sia Nagatomo che Ansaldi stringono molto la loro posizione, lasciando però ampio spazio a Barreca e Zappacosta, che non vengono seguiti da Eder e Candreva, riuscendo spesso ad essere pericolosi con numerosi cross. Il gol del Toro nasce proprio dalle difficoltà nella marcatura di Murillo, che lascia rimbalzare la palla dato che Maxi Lopez prende bene posizione sul rilancio, prima di fare la frittata con Ansaldi e liberare al tiro Belotti. Dopo il pareggio le squadre si allungano, saltano molte distanze e l'Inter crea numerose ripartenze soprattutto con Candreva, che spesso, imbeccato da Banega, mette al centro dell'area molti palloni pericolosi. 

Alla fine l'Inter vince grazie ad una prodezza di Icardi, ma rispetto alle ultime uscite si è vista una squadra ordinata che sapeva cosa fare in campo. Il cervello di Joao Mario, più che i muscoli di Medel, dà una mano alla squadra, che trova nel numero 6 un porto sicuro dove ancorare il pallone nei momenti più scomodi. La partita di oggi può dare una nuova speranza a tutto il mondo Inter, con la consapevolezza però che alle buone prestazioni bisogna dare più di un seguito, per non farle diventare l'eccezione che conferma la regola.

Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 27 ottobre 2016 alle 17:35
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
vedi letture
Print