"Sta bene e si sta allenando bene. E' vero che avrei potuto impiegarlo qualche minuto in più. Per il finale di campionato è quello che ha le doti muscolari, tecniche e di velocità che salendo la temperatura può dare la soluzione a qualche spunto personale di cui tutte le squadre hanno bisogno per andare al di là del proprio avversario". Così Luciano Spalletti rispose a una domanda su Yann Karamoh prima della trasferta di Torino, dove il francese entrò solo nel finale in un momento di massimo sforzo offensivo (inutile) dell'Inter. Il tecnico di Certaldo però non espresse un parere 'politicamente corretto', come al solito disse la verità e la conferma è arrivata nella partita successiva, quando l'ex Caen ha giocato dal primo minuto, complice anche la condizione non perfetta di Antonio Candreva.

I tempi per vederlo più spesso in campo evidentemente sono maturi e contro il Cagliari l'ala francese è stato tra i grandi protagonisti, nel bene (molto) e nel male (talvolta). Corsa, spunti, dribbling, tagli, sul rettangolo di gioco si è visto un po' tutto il repertorio di un 20enne pieno di entusiasmo e dalle doti tecniche solo parzialmente espresse. Certo, se avesse sfruttato a dovere le due palle gol servitegli su un piatto d'argento prima da mauro Icardi e poi da Danilo D'Ambrosio, la pratica Cagliari sarebbe stata archiviata molto prima e lui avrebbe ricordato questo 17 aprile come una data chiave nella sua carriera. Ce ne saranno altre, intanto il suo feeling con il popolo nerazzurro, nato dopo la rete decisiva al Bologna, è letteralmente esploso nonostante gli errori sotto porta. Il giovane Yann è stato adottato dal Meazza, come accadde in modo misterioso con Gabriel Barbosa. Ma rispetto al brasiliano, sta sfruttando le occasioni concessegli da Spalletti e potrebbe averne di altre da qui alla fine del campionato.

Il motivo? La sua tendenza all'imprevedibilità, la sua anarchia tattica che in una squadra che ha pagato troppe volte l'idiosincrasia degli interpreti a variare attitudine e cercare qualcosa di diverso oggi è una virtù più che un rischio. Inutile girarci intorno, soprattutto in fase offensiva l'Inter ha vissuto un periodo di facile lettura da parte degli avversari. Non è un caso se l'inserimento graduale di Rafinha abbia alterato questi equilibri e non è un caso se con Joao Cancelo la squadra abbia scoperto un'altra fonte d'attacco. Ora, seguendo il trend, potrebbe toccare a Karamoh variare ulteriormente il volto della squadra e i 76 minuti contro i sardi lo hanno confermato: prestazione quasi a tutto campo, con punto di partenza prevalentemente a destra ma anche frequenti inserimenti e tagli centrali che hanno riempito l'area di rigore rossoblu, permettendo a Icardi di liberarsi più facilmente dalla marcatura avversaria. E quando l'argentino era stretto nella morsa, ecco che liberava il francese negli ultimi 16 metri, esattamente dove ha avuto le più limpide palle gol nel primo tempo. Movimenti insoliti per l'Inter di questa stagione e che non sono stati finora nelle corde di Antonio Candreva, più attratto dalla corsia che dall'area di rigore avversaria. 

Karamoh probabilmente non ha rispettato al 100% le consegne di Spalletti, facendosi guidare spesso e volentieri dall'istinto. Un'attitudine che però non ha indispettito l'allenatore, alla luce di un'anarchia tattica che è pesata soprattutto sulle spalle del Cagliari, incapace di tradurre le iniziative del numero 17 e, soprattutto, di seguirlo fino all'ultimo per evitargli di ricevere palla. Il raddoppio nerazzurro nasce, non a caso, da un'iniziativa centrale dell'ala che pesca in area Rafinha con successiva ricezione-gol di Icardi. Esattamente una giocata che l'allenatore avversario non riesce a prevedere inizialmente, soprattutto se in campo pensa di trovarsi a fronteggiare Candreva. 

Ora non avrebbe senso comunque farsi prendere dall'entusiasmo e dare per scontato l'impiego da titolare fisso di Karamoh fino alla 38esima giornata. L'ex Caen potrebbe essere anche una pedina utile a gara in corso, anche se la sensazione è che Spalletti possa essere attirato dall'idea di riproporlo dall'inizio nei prossimi impegni per rendere la manovra della sua squadra meno leggibile. L'anarchia tattica non è sempre uno svantaggio, soprattutto quando c'è da giocarsi il tutto per tutto senza fare calcoli.

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Sezione: Copertina / Data: Gio 19 aprile 2018 alle 20:18
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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