E' il turno di Juan Jesus di presentarsi ai microfoni di Inter Nos, il programma di Inter Channel, per rispondere alle domande dei tifosi nerazzurri. Ecco le parole del difensore brasiliano. 

Dopo tanti anni all’Inter, pensi che sia l’anno giusto per il salto di qualità?

“Sicuramente sì. Io credo di poter fare meglio, ho margini di crescita e la squadra uguale. Manca pochissimo per il salto definitivo”. 

Ti ricordi di quando sei arrivato all’Inter?

“E’ stato il 31 gennaio 2012, l’ultimo giorno di mercato. Sono passato da un’Inter (di Porto Alegre, ndr) all’Inter di Milano. Mi ha chiamato il mio procuratore per dirmelo, poi Moratti, anche se non è che capissi moltissimo (ride)”. 

Quando sei stato vicino a lasciare l’Inter? 

“Quest’estate ci sono state tante richieste per me. Mi ha fatto piacere perché l’anno scorso non ho fatto benissimo, ma non era l’ora di andare via. Dovevo fare qualcosa per l’Inter, credo che quest’anno possiamo vincere qualcosa per ringraziare i tifosi e chi ha sostenuto. Il mio contratto è molto lungo, scade nel 2019”.

Firmeresti mai per la Juventus?

“E’ una grande società, ma sono stato troppo tempo qui a Milano. Non potrei far questo ai tifosi nerazzurri”. 

Qual è il tuo giocatore preferito in Italia e all’estero?

“Mi piace molto Eder in Italia, è un gran giocatore che sta facendo benissimo. Tra Messi o Ronaldo? Il secondo, Ronaldo è un atleta spettacolare. Messi è un genio, ma Ronaldo migliora ogni stagione anche a livello fisico e ha fatto oltre sessanta gol nell’ultimo anno”. 

L’Inter è da Champions League?

“Sì, è giusto pensare alla CL dopo aver iniziato nel nostro modo. Quest’anno siamo molto vicini, dipende tutto da noi. Dopo tanti cambiamenti, ora siamo vicini a qualcosa di buono. C’è voglia di tornare, è il nostro momento. Alla Champions League mancano squadre come Milan e Inter”. 

A livello fisico come ti senti?

“La caviglia è stata difficile da riabilitare totalmente, ho ancora qualche fastidio ma posso giocare, sono a disposizione del mister”. 

Cosa ti ricordi della tua esperienza brasiliana?

“Mi è servita molto per crescere, ho imparato tanto. Anche se non ho giocato tantissimo in Copa Libertadores, nel campionato brasiliano ho giocato molto. Ho iniziato vincendo presto, è stata una soddisfazione. Abbiamo vinto la Coppa nell’anno in cui l’Inter ha vinto il Triplete, quindi potevamo affrontarci nel Mondiale per club ma loro hanno fatto una specie di macumba (ride, ndr) e noi non siamo riusciti a segnare”. 

Segnerai alla Juventus? 

“Non importa chi segna contro la Juventus, dobbiamo vincere. Non ho segnato molto in carriera perché tutti i mister mi lasciavano dietro perché così se prendevano un contropiede io potevo chiudere con la mia velocità”. 

Ti ricordi il tuo esordio con la Primavera? 

“Il mio esordio con la maglia dell’Inter? Avevo tanti chili in più, sono partito titolare con i ragazzini. Mi allenavo con la squadra, però la società non voleva farmi giocare perché dovevo capire bene il calcio italiano ed ero giovane, ho osservato molto in tribuna. Con la Lazio è stato bello perché c’era la mia famiglia in tribuna”. 

Lo Scudetto? 

“E’ presto, mancano un sacco di partite. Possiamo fare tanto, se miglioriamo di volta in volta possiamo farcela, sì”.  

Sei diventato ufficialmente un terzino o tornerai centrale? 

“Fare il terzino è un plus, se il mister ha bisogno io sono pronto. Il mister ci dà una mano, quest’anno ho grandi giocatori a cui guardare. Da terzino devo migliorare la fase offensiva, adesso gli spazi sono più corti. Cambia anche l’allenamento, visto che devo correre di più. Sono dimagrito e mi alleno anche sui cross”. 

Sei più tranquillo rispetto all’anno scorso?

“Io so quello che ho fatto, ho dato tutto. Se i tifosi mi pizzicano non mi interessa, so di fare il meglio per la società e ho la coscienza a posto. Sbagliamo tutti, la gente deve avere un po’ di pazienza. I tifosi devono capire che non possono prendersela sempre con me o Ranocchia, noi facciamo il meglio. E’ giusto fischiare alla fine, però durante la partita peggiora la nostra situazione”. 

Che ricordi hai della tua infanzia a Belo Horizonte? 

“Con la mia famiglia abbiamo sofferto tantissimo per arrivare qui. Siamo pochi, non avevamo moltissimi soldi ma ho bellissimi ricordi a Belo Horizonte. Torno a casa ogni tanto, quando ci sono vacanze o pause. In Brasile ci sono diversi problemi come quello della droga, non è facile crescere in certe situazioni. Mancini, come me, è nato a Belo Horizonte. Abbiamo lo stesso procuratore, ora è tornato lì. Anche Maicon e Felipe Melo ci hanno giocato”. 

Chi è il miglior difensore con cui hai giocato all’Inter?

“Walter Samuel. Non parlava molto, ma ogni tanto mi dava qualche consiglio. Ho imparato tantissimo da lui anche se era un leader silenzioso”. 

Sei davvero così forte a giocare a FIFA?

“Sì, diciamo di sì. Gioco anche online, è molto forte anche Brozovic e Dimarco. Brozovic è sempre con me in camera, a volte proviamo a parlare italiano ma finiamo ad insultarci (ride, ndr). Adesso lui capisce bene, però fa un po’ di fatica a parlarlo”. 

Danno fastidio le critiche alla squadra?

“Io non leggo i giornali né tantomeno guardo i telegiornali. Dobbiamo fare finta di niente, hanno parlato di “Crisi Inter” dopo aver perso una partita… I giornalisti trattano male l’Inter, io lascio perdere”. 

La Nazionale è sempre stato il tuo obiettivo?

“In Brasile tutti sappiamo che il calcio è fondamentale. Quando si arriva nella Nazionale maggiore c’è tanta gioia, rappresenti il tuo paese come sognavi da bambino”. 

Chi dei nuovi brasiliani ti ha impressionato di più?

“Tutti i nuovi arrivati ci stanno dando una mano. Felipe Melo per carattere è uno che dà di più. Lo sto conoscendo meglio, ma da giovane mi dicevano che ero come lui. Facevo un po’ a botte (ride, ndr), ora sto più calmo. L’anno scorso ho preso quattordici gialli, quest’anno Mancini mi ha detto che se ne prendo più di cinque si arrabbia…”

Cosa vuol dire per un calciatore andare all’Olimpiade?

“Noi non eravamo nel villaggio olimpico perché c’era troppo caos. Avevamo un torneo da vincere, il nostro sport è più difficile degli altri sport individuali o del basket, c’è più sforzo fisico”.

C’è un giocatore a cui ti ispiri?

“Maicon. Siamo simili per caratteristiche fisiche e di corsa. Devo imparare come crossava e tirava lui, anche se io marco meglio di lui”. 

Come sta Coutinho?

“Ha fatto un enorme salto di qualità, l’anno scorso ha fatto benissimo, così come due anni fa. Mi è dispiaciuto quando è partito, ci conosciamo da quando avevamo quindici anni. E’ andato via un amico, ma lui sta crescendo, sembra che ci siano Barcellona e Real Madrid che lo vogliono. Se lo merita”. 

Sarete pronti per la Juventus?

“Sì, è una delle partite più intense dell’anno, quella che mi piace di più giocare. Spero di essere titolare”. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 08 ottobre 2015 alle 22:04
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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