“È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama”, così scriveva Fedor Dostoevskij. Oltre un secolo dopo, il rapporto tra Radja Nainggolan e Luciano Spalletti pare certificare la verità presente nel pensiero del letterato russo.

Distanti nella stagione appena conclusa, il calciatore belga e il tecnico di Certaldo potrebbero già riconciliarsi in quest’estate, calcisticamente bollente. La lontananza fisica ha inciso su entrambi, anche se non sono mancate le soddisfazioni. Qualificazione Champions per l’Inter, semifinale europea per la Roma. Grandi traguardi, ma non sufficienti a far svanire il ricordo magico dell’annata 2016/17, quando il centrocampista segnò 11 reti e il mister siglò il suo record di punti in Italia (88).

Dunque come si è creato uno spiraglio sono tornati a contatto. I giallorossi hanno aperto alla cessione (senza scendere a compromessi), i nerazzurri cercano un nome altisonante per guadagnare in competitività, e proprio nel ruolo di trequartista. Insomma, alcuni dei pezzi più importanti del puzzle sembrano combaciare. 

Nainggolan nasce come mediano anche particolarmente grezzo, Spalletti in lui ha visto un jolly, da spostare più vicino alla porta avversaria. Era il 17 gennaio 2016 quando alla prima dal suo ritorno nella capitale, l’allenatore interista lo schierò nei 3 dietro la punta Dzeko. E subito un gol, poi altri 5, poi gli 11 del campionato successivo (record personale del belga). Numeri di un feeling profondo tra i due, che non può rimanere relegato ad un’esperienza così breve. Con Di Francesco il rendimento del numero 4 è calato, perché non era più lui il perno della squadra. Arretrato nel 4-3-3, è tornato su standard meno impressionanti e, ad eccezione delle notti europee, spesso è apparso affievolito, un po’ spento, troppo poco coinvolto, meno capace di creare pericoli agli avversari.

L’Inter necessita maledettamente di Radja, più di ogni altro nome citato per gli acquisti estivi. Porterebbe una mole incredibile di pressing, non la dote migliore di Rafinha, risparmiando del lavoro ai due alle sue spalle. Ma soprattutto creerebbe un’alternativa di gioco offensivo alle discese sulle fasce con cross per Icardi. Sarebbe esattamente la variabile impazzita che è mancata nelle giornate “no” di Perisic e Candreva, con la sua capacità unica di corsa con metri di campo davanti e i suoi muscoli da gladiatore. Capace di offrire sponde facili per i dialoghi nello stretto, garantirebbe continuità nei singoli match all’intera squadra, senza la quale oltre il quarto posto è difficile andare. Ecco perché Spalletti lo aspetta a braccia aperte, imprevisti permettendo.

Michele Neri 

VIDEO - NAINGGOLAN CANTA L’INNO DEL BELGIO... IN BAGNO

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 17 giugno 2018 alle 14:33
Autore: FcInterNews Redazione
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