Una scoppola senza attenuanti quella subita dall'Inter al San Paolo, perché davvero sarebbe ridicolo attaccarsi al millimetrico offside di Callejon sulla rete che ha messo in discesa la partita per la squadra di Sarri. Troppo fragili dietro i nerazzurri, incapaci di gestire i momenti delicati del match: un difetto ormai cronico di questa stagione, che appare irrisolvibile. Non resta che sperare nel famigerato "gol in più degli avversari". Ma se il tuo portiere non para e il tuo attaccante non segna, il verdetto è già scritto in partenza.

AVVIO CHOC – Pronti via, proprio come l'anno scorso, il Napoli punisce. Un'azione leggibile, col solito scarico arretrato e poi la sventagliata per l'esterno opposto. Tipica delle squadre di Sarri, chissà quanto spesso avrà ripetuto Pioli di fare attenzione a queste giocate. E invece il pasticcio: Callejon, che parte più in là della linea nerazzurri forse di qualche millimetro, salta in solitudine con Ansaldi troppo stretto e serve Zielinski a rimorchio. In area c'è una voragine, il destro del polacco non è irresistibile, ma arriva l'1-0. Passano pochi giri di lancette ed ecco un'altra azione in stile-Sarri: imbucata per il centrocampista (Hamsik) che parte da dietro e il 2-0 è servito.

DOV'E' L'INTER? – E l'Inter? La bellissima Inter ammirata per larghi tratti contro la Fiorentina e contro il Milan dov'è finita? I nerazzurri non sono compatti, restano a metà strada. Non vanno a prendere alto il Napoli ma nemmeno si chiudono ermeticamente come fece qui la Roma (con ottimi risultati). E quando suona la sveglia è decisamente troppo tardi, anche perché Icardi si divora l'impossibile. L'argentino ripiomba in una di quelle serate in cui ti fa giocare in dieci: zero duelli vinti con gli avversari, nullo in fase di manovra e anche sprecone davanti a Reina. Insomma, se i giornalisti in Italia fossero meno politcally correct meriterebbe un'insufficienza bella pesante nelle pagelle.

PIETRA TOMBALE – Ma, al netto dell'ectoplasmatico numero 9, è tutta l'Inter a deludere enormemente. Detto di Handanovic, mai davvero sicuro da troppo tempo a questa parte, vanno sottolineati i passaggi a vuoto di Miranda (Joao, torna presto), Ranocchia (lettura errata sullo 0-2), Ansaldi (distrazione sullo 0-1), Kondogbia, Candreva, Banega e Perisic. A salvarsi forse sono solo D'Ambrosio e Brozovic. Complicato aspettarsi qualcosa di diverso da chi è entrato a gara ormai compromessa. Ed è evidente che questo 0-3 sia la pietra tombale su una stagione nata storta e che difficilmente sarebbe potuta essere raddrizzata ad agosto, figurarsi a dicembre con questo tipo di classica. Fuori dall'Europa e a distanza siderale da un piazzamento Champions: ora Pioli dovrà ripartire quasi da zero per ricostruire quella poca fiducia faticosamente trovata tra derby e Fiorentina. E, soprattutto, dovrà preparare il terreno per la prossima stagione e capire – definitivamente – chi è davvero da Inter. Il tecnico di Parma è competente e affidabile: la speranza è che sappia potare questa pianta malata tagliando i rami secchi. L'aiuto della società sarà fondamentale. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 03 dicembre 2016 alle 08:15
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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