Non ci fosse stato il comunicato di Massimo Moratti, questo giovedì 23 ottobre sarebbe stato avaro di emozioni. Perché la partita tra Inter e Saint-Etienne ha dato ragione a chi ha preferito rimanere a casa a guardarla e ha affievolito i toni di chi ancora oggi protesta per la scarsa copertura televisiva. Ne è venuto fuori uno scialbo 0-0 che dà ulteriore forza alla voce di chi nutre perplessità, per usare un eufemismo, su questo nuovo corso e tecnico e societario.
IL FANTASMA DELL'EX – Alla fine, dopo lo scossone pomeridiano, Massimo Moratti ha saggiamente evitato di presentarsi allo stadio e ha probabilmente visto la partita alla tv. Il vantaggio è stato quello di poter cambiare canale nel momento di peggior espressione della squadra. E le occasioni per lo zapping non gli sono mancate considerata la prestazione di un'Inter che, oggi più che mai, non è più sua. In tribuna, accanto a Thohir avrebbe dovuto sedersi lui. Invece l'indonesiano ha sofferto da solo, pur con quel fantasma ingombrante di chi poche ore prima aveva deciso di uscire dalla società nerazzurra. Certamente Moratti tornerà a sedere al suo posto nelle prossime occasioni, ma ieri in tanti hanno provato un brivido sulla schiena non vedendolo al proprio posto e alla luce del motivo. Probabilmente avrebbe ricevuto molti applausi, gli unici della serata, ma forse la sua presenza sarebbe stata fuori luogo. Meglio lo zapping, a questo giro.
GRIGIORE - Maglia celeste, prestazione grigia. Se ci si può consolare, l'Inter mantiene inviolata la propria porta in territorio europeo. Ma davvero è un motivo di cui andare fieri? Intanto, si ringrazi Carrizo che ha compiuto il proprio dovere evitando che piovesse sul bagnato di un ambiente a dir poco smarrito. In secondo luogo, quanto mostrato dall'Inter contro il Saint-Etienne deve far riflettere sulle reali potenzialità, allo stato attuale, di questa squadra. L'erezione nel finale di Inter-Napoli non ha trovato continuità, complice un undici spuntato e svogliato, troppo compassato per solleticare a dovere l'attenta retroguardia dell'ASSE. Un paio di conclusioni alte di Icardi e due interventi importanti di Ruffier sono il bottino totale di una serata scarna, che porta in dote un solo punto e rimette in discussione, seppur flebilmente, una qualificazione che andava archiviata già ieri.
LO CHAMPAGNE C' È E SI VEDE - La sensazione è che oggi Walter Mazzarri sia in grande difficoltà. Circondato dallo scetticismo e protetto solo all'interno della dirigenza, ha evidentemente patito e non poco il colpo infertogli da Moratti che dimettendosi ha posto le attenzioni sulle parole (infelici, poi smussate) dell'allenatore. Quasi addossandogli la responsabilità con un laconico “traete voi le conclusioni” a chi gli chiedeva se quella risposta lo avesse infastidito. Un colpo da knock-out che ha messo ulteriormente al centro delle discussioni l'operato di WM, ulteriormente minato dall'ennesima prestazione scialba della sua Inter. I giocatori saranno anche dalla sua parte, concetto su cui non nutre, a suo dire, alcun dubbio, ma non è che sul campo diano l'anima per tirarlo fuori dalle sabbie mobili. Un nervo scoperto, oggi Walter Mazzarri, e guai a fargli notare che la sua squadra gioca male, perché “naturalmente mi piacerebbe fare il calcio champagne, ma in campo europeo non ne vedo molto in giro oggi”. Dirlo dopo una sessantina di gol segnati in Champions League, con prestazioni da stropicciarsi gli occhi come quelle di Bayern, Chelsea, Borussia Dortmund e Shakhtar e con tanti risultati rocamboleschi, pare fuori luogo.
CERTEZZE CHE VACILLANO - L'aspetto più preoccupante in questa situazione è la mancanza di prospettiva. Finora si è remato a vista, auspicando quella crescita che ad oggi non si registra. Complicato continuare ad affidarsi all'ottimismo quando la collezione di prestazioni deficitarie comincia a diventare ricca. Vero è che siamo solo all'inizio della stagione, ma la sensazione è che i jolly del mazzo siano finiti e non ci siano altre risorse da impiegare per cambiare ritmo. Probabilmente la condizione fisica non è ancora ottimale, così come pesa qualche assenza. Ma anche in periodi di rosa completa si è visto poco di ciò che ci si sarebbe legittimamente atteso. E con la piazza in subbuglio e le certezze societarie che vacillano, non si intravedono molti margini di miglioramento. A meno di exploit improvvisi e inattesi che possano dare una svolta alla stagione. La pazienza è l'arma di cui ognuno dovrebbe dotarsi, ma ogni tanto andrebbe nutrita da chi la chiede.
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