Attaccante dal fiuto del gol nel sangue, con numeri e statistiche fuori dal comune. Capitano e bomber dell’Inter. Mauro Icardi sta trascinando i nerazzurri a suon di reti. Un fuoriclasse, con buona pace degli hater e la gioia dei suoi sostenitori. Tra cui c’è anche Jesús (Suso) Hernandez Hernandez. L’allenatore di Mauro per 3 stagioni nell’Alevín e nell’Infantin Cadete, quando l’argentino aveva appena tra i 10 e i 14 anni. Intervistato da FcInterNews.it il mister, oggi al Las Palmas, racconta chi fosse quel niño che di strada ne ha fatta parecchia…

Che tipo di ragazzino era Icardi?
"Introverso. Educato. Molto attento ai consigli che gli venivano dati. Competitivo che però non ha mai tenuto alcun atteggiamento antisportivo. Uno di quei giocatori che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Amava l’allenamento, era competitivo in campo. E a scuola andava bene, un ottimo alunno con voti alti".

Ha sempre giocato come attaccante centrale?
"Sì. Era la miglior punta per distacco di tutte le isole Canarie. Ogni qual volta giocava una partita decisiva, la risolveva. Nel momento della verità c’era sempre, segnando una caterva di reti. E grazie a lui si sono vinti tanti campionati e tornei giovanili".

Che differenza c’era con i suoi compagni?
"Che lui la marcava questa differenza. Calcisticamente parlando era più potente, bravo nel gioco aereo. Capace di calciare bene con entrambi i piedi. Ma la sua maggiore qualità era che nelle partite importanti gonfiava sempre la rete. Segnava ogni volta 4-5 gol a gara. Sia nella nostra isola, sia quando giocavamo contro le compagini giovanili delle big europee. Anche in queste partite siglava 3 o 4 marcature, senza problemi. Anche allora si capiva come di questi calciatori, se va bene, ne nasce uno ogni decade".

Si ricorderà molti episodi che lo riguardano…
"Ovviamente. Posso dirle che tanto era il suo impegno negli allenamenti che una volta saltò talmente in alto, che quando cadde si ruppe la mano. Fu davvero impressionante vedere il balzo che fece per migliorare il suo gioco aereo. E un altro episodio riguarda la finale di un torneo della nostra isola. Mauro aveva 11-12 anni. Prima del match un arbitro gli chiese di firmargli un autografo. La sua fama lo precedeva, già all’epoca era molto ammirato. E lo è tutt’ora. Nonostante da noi siano passati altri grandi calciatori come Silva o Valeron".

Pensa sia cambiato nel tempo?
"Beh sì, per quello che si legge sulla stampa. Una maturazione naturale, che lo ha portato a essere l’uomo di oggi. Padre e calciatore fantastico, con gli attributi. Che dopo aver vissuto varie tappe della sua esistenza, oggi è si trova nel suo miglior momento in ambito lavorativo e penso anche personale. Se gioca così nell’Inter significa che è concentrato al massimo sul calcio. E i risultati si vedono".

Lasciare il Barcellona può essere stata la sua fortuna?
"Anche Ibrahimovic, in prima squadra, ha avuto problemi con lo stile di gioco dei blaugrana. La sua squadra giocava con un falso nueve. Le caratteristiche di Mauro non si sposavano con quel progetto e viceversa. L’argentino ha bisogno di una squadra che giochi per lui. Che esalti le sue qualità. Nell’Inter questo avviene e potrebbe essere lo stesso anche con Real e Atletico Madrid. O con il Chelsea".

Per lei può giocare con un altro attaccante?
"Sì, ma Mauro deve essere l’attaccante di riferimento. L’altro può fare la seconda punta".

A chi poteva essere paragonato Icardi da bambino? E a chi oggi?
"Nelle giovanili a Thierry Henry. Da ragazzino i suoi slalom e i suoi strappi ricordavano molto quelli del francese. Ora lo comparo a Cristiano Ronaldo. Per la fame di gol, per esserci sempre quando conta. Ha lo spirito assassino dei goleador".

In Spagna si dice che il Real lo vuole…
"Sì, è stato pure accostato ai Colchoneros. E per me farebbe benissimo pure in Premier League. Io vedo Mauro molto concentrato sul lavoro che sta facendo all’Inter e credo che nel caso in cui dovesse lasciare i nerazzurri lo farebbe solo per una squadra che punta a vincere la Champions".

Sarebbe titolare al Madrid per lei?
"Assolutamente. Morata a parte, mi dica lei il nome di un altro attaccante dell’età di Icardi con quel tipo di caratteristiche. E Mauro porta il peso dell’attacco dell’Inter già da svariate stagioni. Migliora di anno in anno, ha un carattere forte. Secondo me il meglio deve ancora venire".

Per lei con questa fame di vittorie e di gol, per il quale lo ha paragonato a CR7, potrebbe ripercorrere le orme del portoghese e vincere il Pallone d’Oro?
"È una domanda difficile. Però dico che se continuasse così, al 100% e oltre concentrato sul calcio, potrebbe anche conquistare l’ambito riconoscimento. Per poter trionfare sostanzialmente contano i gol. E Mauro li ha sempre segnati. È il suo pane. Ha anche doti tecniche importanti e può crescere ancora. Io gli auguro tutta la fortuna del mondo".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 05 dicembre 2017 alle 19:34
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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