Quella di domenica è stata con ogni probabilità la notte in cui Mauro Icardi si è definitivamente preso l'Inter. Gol decisivi ne ha sempre segnati da quando veste la maglia nerazzurrra (Roma, Juventus e lo stesso Milan sono già state sue vittime) ma la forza e la personalità della sua partita ha fatto la differenza con il passato. 

PIU' NEL VIVO - Icardi è stato soprattutto costantemente nella partita. Certo, la sua indole di attaccante lo porta talvolta ad isolarsi, a prendersi delle pause, ma rispetto ad altre volte è ha sorpreso la sua volontà di muoversi di più di essere parte della squadra e non solo l'elemento ultimo. Osservando la heat map della sua partita (fonte: Whoscored.com) si nota come il capitano abbia agito in tutte le zone del campo, giocando 24 palloni, di cui l'82% con successo. La palla rubata a Lucas Biglia, quel gesto di andare a pressare l'avversario in un momento in cui la sua squadra stava soffrendo proprio il pressing rossonero, è forse l'epifania dell'avventura in nerazzurra per il numero 9. Recupera palla e poi affronta tutta la difesa del Milan faccia a faccia, in quel momento schierata, aspettando il supporto di Ivan Perisic. Di tutta la squadra, solo Matias Vecino e Milan Skrinair hanno avuto una media di palloni giocati con positività maggiore alla sua, anche se, soprattutto per il centrale difensivo, spesso era giocate più semplici di quelle di Icardi. Le sue zone di gioco, oltre a ovviamente quella del dischetto di rigore delle due aree (da dove ha bucato per le prime due volte Donnarumma) sono la trequarti avversaria, segno di quel tentativo di dialogare di più con i compagni, togliendo anche l'ultima remora sul suo modo di giocare.

CECCHINO - Icardi si sforza di essere più parte della squadra, ma al tempo stesso migliora in quelle situazioni in cui è già fortissimo: quelle in area di rigore, come appunto dimostra il dato dei tiri in porta e dei gol. Contro il Milan, 4 tentativi (tutti nello specchio della porta) e 3 gol. Un vero e proprio rapace. Ma come detto, Icardi migliora: contro il Benevento ha calciato 5 volte, centrando la porta una sola. E' un Maurito di personalità, finalmente capitano e non solo finalizzatore. E' l'Icardi che l'Inter voleva e che adesso deve nuovamente confermarsi per entrare nell'Olimpo dei più grandi numeri 9 del calcio mondiale.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 17 ottobre 2017 alle 14:28
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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