Tre punti nella terza vittoria consecutiva dell'Inter, che a Empoli conferma di non aver vissuto contro la Juventus solo una serata di gloria. In casa nerazzurra c'è qualcosa che cresce giorno dopo giorno, che la si chiami consapevolezza, amalgama o maturità. E poi c'è lui, Mauro Icardi, che come un dio greco guida in battaglia i suoi uomini e petto in fuori continua a infliggere all'avversario di turno stoccate che fanno non male, di più, come se ci fosse un fato già scritto da dover adempiere. Sta volando, il bomber rosarino. Con la doppietta di ieri, il tassametro segna 6 reti in 5 giornate di campionato, di cui ben 4 di testa. E meno male che, restando in tema classico, l'anno scorso il gioco aereo era stato il suo tallone d'Achille. Meriti condivisi con i compagni di squadra, che gli permettono di arrivare in porta con grande facilità rispetto anche a un recente passato.

GLI SQUALI - Durante la riunione tecnica del giorno dopo, probabilmente, Frank de Boer sottolineerà il piacere che ha provato nell'assistere alla concretizzazione delle proprie idee calcistiche: gestione sagace del pallone, baricentro alto, manovra a uno-due tocchi, ricerca della verticalizzazione e tanta, tantissima pressione sui portatori di palla empolesi. La stessa che ha permesso ai nerazzurri di recuperare numerosi palloni e indirizzarsi rapidamente verso la porta di Skorupski (la seconda rete è emblematica). E l'immagine di cotante maglie bianche che partono velocemente e aggrediscono gli spazi porta in mente un branco di squali attratto dall'odore del sangue che scatta col solo obiettivo di azzannare la preda rea di una distrazione fatale. Tanta pressione in campo che, volendo scherzarci su, al 65' il pallone esplode.

LA PRIMA NEL PRIMO - Minuti 10 e 17, Icardi mette subito in ghiaccio Empoli-Inter. Vittoria limpida, con qualche prevedibile pausa, per i ragazzi di De Boer, che nei primi 45 minuti sciorinano un gran bel calcio e, finalmente, lo nobilitano con la solidità del risultato. Tra l'altro, giusto ribadirlo, trattasi della prima volta in cui i nerazzurri timbrano il cartellino prima dell'intervallo. Finora, tra pareggi, vittorie e sconfitte, non erano mai riusciti a celebrare la gioia del gol senza dover attendere il secondo tempo. Un dettaglio non da poco, perché la serata del Castellani dimostra quanto possa essere utile la concretezza prima che il cronometro cominci a scorrere troppo velocemente. Così come possa essere piacevole mettere la freccia per primi senza dover tentare pericolosi sorpassi inseguendo chi ti ha appena sorpassato.

CANDREVA COME CYRANO - Nessun riferimento alla misura del suo naso, però l'Antonio Candreva di ieri sera al Castellani potrebbe essere accostato a un Cyrano in maglietta e calzoncini. Come il popolare spadaccino della letteratura francese ispirava il giovane amico Cristiano nel corteggiamento alla bella Rossana, l'ex laziale ha fatto altrettanto con l'affascinante Icardi nella sua relazione con la rete avversaria. Neanche 10 minuti ed ecco il suggerimento elegante che fa sbocciare l'amore. Non pago, il miglior Candreva della stagione prova a mandare ancora in gol l'argentino e anche D'Ambrosio, prima di arrendersi, nella ripresa, alla stanchezza.

JOAO MARIO FOR EVER - Dopo la prova deluxe contro la Juventus, l'assenza per squalifica di Ever Banega ha destato più di una preoccupazione, come se la squadra dovesse scendere in campo senza istruzioni per l'uso. Invece De Boer ha fatto di necessità virtù e ha affidato a Joao Mario le chiavi del centrocampo nerazzurro. Mai fiducia fu così ben riposta: qualità e sostanza fino a quando le energie lo hanno sostenuto, con lo sfizio della verticale che manda in gol per la seconda volta Icardi. Joao Mario è davvero tanta roba.

DIMARCO A META' - In maglia azzurra uno dei protagonisti assoluti, nel bene e nel male, è stato senza dubbio Federico Dimarco. Uno dei simboli della Cantera nerazzurra, tra i pochi che hanno svolto tutta la trafila ed essere arrivati in serie A, teneva tantissimo alla chance che mister Martusciello gli ha offerto proprio contro la sua Inter. Ha dato l'anima il terzino vice campione d'Europa Under 19, spendendo fino all'ultima goccia di sudore. Peccato che soprattutto nel primo tempo Candreva l'abbia portato a scuola, spiegandogli come un terzino non deve difendere. Difficoltà a cui Dimarco ha sopperito nell'altra metà campo, dove nel primo tempo ha trovato un super Handanovic a frapporsi tra lui e il primo gol in serie A. Col carico dell'etichetta da ex. Una botta alla testa e i crampi hanno completato una prestazione intensa che il terzino classe '97 non dimenticherà.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 22 settembre 2016 alle 08:00
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print