"Quest’anno è stato particolare perché all’inizio c’era grande incertezza intorno al nuovo progetto. Molto dipenderà da come chiuderemo la stagione: farlo in un certo modo, darà fiducia a noi e ai tifosi sulla bontà della strada intrapresa. Io sono convinto che in due anni possiamo tornare a lottare per lo scudetto". Questo il pensiero di Hernanes, intervistato in esclusiva da Tuttosport. Il Profeta si è confessato al quotidiano torinese, esibendo la solita lucidità d'idee.

A Parma sarà una finale?
"Sì, perché è uno scontro diretto per l’Europa".

Quanto è importante per dare credibilità al progetto Thohir, tornare subito a giocare le coppe? 
"È fondamentale. Non arrivare in Europa per me sarebbe un fallimento. L’Inter, tecnicamente, è molto forte. Deve però trovare regolarità soprattutto con le piccole contro cui siamo inciampati troppe volte, soprattutto a San Siro. Siamo forti ma non ancora maturi: ci serve soltanto un po’ di tempo per creare un mix tra giocatori esperti e ragazzi, una volta acquisita quella regolarità che ci manca, gli altri torneranno a San Siro con il timore di affrontare l’Inter".

Che capo cantiere è Mazzarri?
"È l’allenatore giusto per far crescere questo progetto. È molto bravo nel lavoro sul campo ma pure nella gestione del gruppo".

Vidic in cosa può migliorare l’Inter?
"Spero soprattutto che abbia tanta voglia di abbracciare questo progetto e che abbia tanta fame. Come peraltro il sottoscritto".

Proprio per questo lei ha scelto l’Inter.
"Sì, io sono venuto qui per vincere lo scudetto, quel grande trofeo che mi manca per sentirmi realizzato. Ho provato sensazioni forti anche alla Lazio vincendo la coppa Italia con il derby in finale. Avrei voluto vincerlo a Roma lo scudetto, e lì sarebbe stato qualcosa di ancor più grande e storico, però ho capito che non ci sarei riuscito e ho deciso di accettare l’offerta dell’Inter".

Qualora ce ne fosse l’opportunità, sarebbe pronto a mettersi al braccio la fascia da capitano?
"Nel calcio italiano ci sono delle gerarchie che vanno rispettate. L’importante è essere leader, anche senza fascia".

Nilton è un giocatore da Inter?
"Sì, ha l’età giusta, ha girato molte squadre in cui ha fatto esperienza e l’anno scorso ha vinto il campionato in Brasile".

Caratteristiche?
"È il classico “marcatore” davanti alla difesa però ha anche piedi buoni e un ottimo tiro da fuori".

Dovesse inviare un tweet a Icardi, cosa gli scriverebbe?
"Complimenti per il momento che stai vivendo".

D’accordo, ma con le polemiche di questa settimana come la mettiamo?
"A me interessa quello che fa in campo e lì sta lavorando alla grande".

Da “fratello maggiore”, cosa consiglia a Kovacic per fare strada nel calcio?
"Mateo ha la testa a posto e si vede che ha come obiettivo quello di diventare un grande giocatore. A differenza del sottoscritto, che avevo tecnica ma non reattività, lui è molto veloce ed esplosivo".

Tra l’altro, la prima partita al Mondiale sarà Brasile-Croazia...
"Beh, lui è sicuro di andarci a Rio, io devo aspettare".

Il 10 maggio, c’è Inter-Lazio: ha già cerchiato quella data sul calendario?
"Sì, perché potrò rivedere tanti amici. Il calcio è così, sparisci da un giorno all’altro, cambi numero di telefono e perdi tanti contatti. Ora mi sento già interista perché l’ambientamento qui alla Pinetina è stato molto rapido, però penso che proverò una sensazione strana, magari, affrontando i miei ex compagni, mi sembrerà di ritrovarmi a Formello nelle partitelle d’allenamento".

Chi le piacerebbe... evitare?
"Klose che fa sempre gol all’Inter, ma pure Ledesma, Mauri e Keita: la Lazio è davvero una bella squadra".

Se segna, che fa: non esulta?
"Non ci ho ancora pensato perché prima ci aspettano delle partite importanti".

Differenze tra Roma e Milano?
"Milano, essendo molto più piccola, riesco già a girarla senza navigatore. Calcisticamente parlando, anche qui i tifosi sono molto calorosi, l’altro giorno sono stato in centro e ho firmato decine di autografi".

Forse sono anche troppo calorosi: che effetto le ha fatto sabato scorso vedere gli ultrà alla rifinitura?
"I tifosi hanno il diritto di manifestare le loro aspettative verso la squadra. Ci hanno esposto le loro idee e lo hanno fatto in modo pacifico, non ci trovo nulla di negativo".

Il prossimo rigore, lo tira lei?
"Quello lo decide Mazzarri prima di ogni partita".

Quando vedremo il vero Hernanes?
"Sono all’80% e io, per essere decisivo, devo essere al top della condizione atletica. Purtroppo l’infortunio alla caviglia non mi ha permesso di lavorare bene come piace a me, però va sempre meglio".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 18 aprile 2014 alle 08:00 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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