Manca meno di un mese e mezzo alla sessione invernale del calciomercato, con l’Inter che a quanto pare non potrà spendere cifre esorbitanti per rinforzare la rosa di Luciano Spalletti. Ad ogni modo, un nome tornato in auge in casa nerazzurra nei giorni scorsi, e da tempo sui taccuini di Piero Ausilio e Walter Sabatini, è quello di Issa Diop. Ventenne centrale difensivo francese in forza al Tolosa, ha già tantissima esperienza a livello di massima serie, se si considera che quella in corso è sostanzialmente la terza da titolare che svolge in Ligue 1. Stante la situazione attuale, con tre soli interpreti del suo ruolo in rosa, è da considerarsi come uno dei nomi a cui dare un occhio in chiave mercato, nonostante una corrente di pensiero sostenga la possibilità di non ritoccare il reparto difensivo in dote al tecnico di Certaldo.

Nato da una famiglia di senegalesi impiantati in Francia, Diop cresce con il pallone tra i piedi anche grazie alla presenza di tanti appassionati di calcio intorno a lui. Su tutti il nonno, Libasse, primo giocatore senegalese a militare nel massimo campionato d’Oltralpe. A nove anni inizia a militare nel settore giovanile del Tolosa, che lo scova  dall’SC Balma, uno dei club dilettantistici più noti attorno al capoluogo dell’Occitania. Dopo essersi messo in luce in tutte le formazioni giovanili del club arrivano anche le convocazioni per le Nazionali giovanili francesi, che lo porteranno a compiere un gran bel cammino con tanto di vittoria di un Europeo Under 19 da protagonista. Questa grande soddisfazione arriva nel luglio 2016, quando a Sinsheim la squadra allenata da Paul Batelli sconfigge per 4-0 la malcapitata Italia, che pure era riuscita a giungere in finale grazie anche alle prodezze di Federico Dimarco. Dopo quella sconfitta i cronisti Rai fecero notare la grande differenza di minutaggio tra i professionisti tra i ragazzi delle due squadre, con Diop che era uno dei ragazzi che facevano pendere la bilancia in favore dei francesi in tal senso.

Il giovane gioiello del Tolosa aveva già disputato 21 gare in campionato, lanciato in prima squadra da Dominique Arribagè, che lo schierò nonostante il difficile momento in cui versavano i viola. Da quel momento in poi il ragazzo non è più uscito dal campo, ergendosi anche a protagonista assoluto nell’ambito di alcuni periodi in cui la sua squadra volteggiava in zone di alta classifica nel corso della passata stagione. La formazione di Pascal Dupraz, ancora oggi alla guida del Téfécé (acronimo di Toulose Football Club), ha poi perso terreno chiudendo all’undicesimo posto nell’annata 16/17, ma per Diop è arrivata la grandissima soddisfazione di essere capitano nel match del 29 aprile contro il Monaco. Novanta minuti con la fascia al braccio, indossata in uno stadio che sarebbe stato teatro di una semifinale di Champions solo qualche giorno dopo. E non importa se il Louis II è impianto piccolo e poco caldo rispetto ad un Camp Nou o un Bernabeu: il ragazzo con questa investitura ha avuto la conferma di essere già leader a livello carismatico, punto deponente in suo favore anche agli occhi delle squadre interessate alle sue prestazioni in chiave-trattative. 

Tale pesante incarico è ritornato a pendere su di lui anche di recente, dopo che il sovraccitato allenatore del Tolosa ha deciso di togliere la fascia dal braccio sinistro di un altro difensore, Christopher Jullien. In conferenza stampa lo stesso tecnico disse che Julien "non era sceso dal bus quel giorno”, riferendosi alla brutta prestazione del suo calciatore nel match perso contro il Marsiglia di Rudi Garcia. Dupraz ha, a quel punto, colto al balzo l’occasione per assegnare questa responsabilità al ragazzone, che in più occasioni era stato indicato dallo stesso ex allenatore dell’Evian come un futuro capitano del club in cui era cresciuto sin da piccolissimo. Un peso che magari Diop spera di ripagare anche con il record di gol personale, visto che se nel corso dell’annata calcistica passata aveva messo a segno due reti, un record già raggiunto in questo primo scorcio di stagione, visto che i gol contro Rennes e Angers gli hanno già permesso di entrare nel tabellino marcatori in due circostanze.

Uno dei possibili nuovi obiettivi presenti nella testa del ragazzo è anche conquistare la convocazione nella Nazionale Under 21, visto che il ct Ripoll non sembra vederlo come uomo-cardine del suo progetto, come dimostra la ultima mancata convocazione per le sfide contro Bulgaria e Slovenia. Dopo la trafila nel corso di tutte le Nazionali giovanili, di certo, lo stimolo sarà in tal senso sarà ancora più grande.
A maggior ragione, probabilmente, dopo la delusione della prematuta uscita dal Mondiale Under 20 coreano dello scorso maggio, con la Francia che era considerata da quasi tutti come l'assoluta favorita per la conquista del titolo iridato della categoria. A escludere dalla competizione i giovani Bleus fu l'Italia di Evani, che batte per 2-1 i transalpini grazie al decisivo della seconda punta in forza al Cesena Giuseppe Panico.

Partendo da un'analisi tecnica, Diop è da considerarsi un centrale in grado di esaltare perfettamente il fisico da granatiere di cui è dotato (194 cm per 88 kg di peso), facendo leva sulla robustezza e sul gioco aereo. Sempre schierato finora come centrale in una difesa a quattro, non è un grande impostatore di gioco, ma ha comunque assimilato qualche nozione di tecnica, ormai richiesta a qualunque difensore nel calcio d’oggi, portante in dote ritmi assai veloci e la continua ricerca della costruzione dell’azione dalle retrovie. Destro di piede, è migliorabile nella lettura di alcune situazioni tattiche (anche su palloni aerei, vero peccato viste le doti fisiche appena decantate), può a volte anche apparire distratto e ingenuo, dettaglio comunque spesso presente nei giovani calciatori. Disciplinando questo aspetto potrà davvero essere pronto per ogni tipo di sfida nel corso della sua ancora lunga carriera, che magari transiterà anche dall'Italia.

Filippo Maggi

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 17 novembre 2017 alle 21:15
Autore: Redazione FcInterNews / Twitter: @FcInterNewsIt
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