La Spagna, l'Inter e poi ancora la Spagna: questo lo strano destino vissuto nell'ultimo semestre da Rene Krhin, giocatore che dopo essere stato ceduto lo scorso 30 gennaio al Córdoba con la formula del prestito oneroso a 500mila euro, ha fatto di nuovo ritorno sul suolo iberico, questa volta al Granada a titolo definitivo. Per conoscere le impressioni di questa sua nuova avventura, e non solo, FcInternews ha contattato in esclusiva proprio il classe '90 di Maribor. 

Nel gennaio 2007 passi dal Maribor all'Inter per 250.000 €, negli Allievi Nazionali allenati da Daniele Bernazzani, all'interno della trattativa che porta Abdoulaye Diarra in prestito nella società slovena. A chi va il merito di averti scoperto?
"Il merito va a Pierluigi Casiraghi (un maestro nella scoperta di giovani talenti): mi notò in un torneo giovanile con la Nazionale Under-16".

All'Inter hai avuto la fortuna di lavorare con due grandissimi allenatori come José Mourinho e Roberto Mancini: che ricordo hai dei due tecnici? In cosa uno si differenzia dall'altro?
"Ogni allenatore ha le proprie tecniche e i propri metodi di lavoro. Posso dire che per la mia carriera Mourinho è stato importantissimo, gli sarò sempre grato per quello che ha fatto per me".

Nel giugno 2014 torni all'Inter che risolve a proprio favore la comproprietà con il Bologna: pensavi di trovare maggior spazio dopo la grande esperienza con la maglia rossoblu?
"Sì, sinceramente mi sarei aspettato più opportunità. Ho giocato una sola partita intera in Europa League e in altre 2-3 occasioni sono entrato gli ultimi 5 minuti. Credo sia troppo facile dire che tutti abbiano aspettato Krhin abbastanza, quando in realtà non ho avuto neanche la possibilità di giocare due partite consecutive. Giocare ogni due mesi non è facile, e quando vuoi dimostrare qualcosa sei limitato perché non hai i minuti necessari nelle gambe. Inoltre avrei sperato di avere, nelle scorse settimane, almeno la chance di prepararmi bene per la nuova stagione. Pur sapendo che non sarei rimasto a Milano".

Come era il tuo rapporto con Walter Mazzarri? Giunti a quella situazione tanto particolare, la scelta dell'esonero da parte della società era inevitabile a parer tuo?
"Il nostro rapporto era buono. A livello personale forse mi ha penalizzato un po' l'infortunio all'inizio della stagione. Per quanto riguarda l'esonero, beh... sono argomenti che riguardano la società. C'è da dire che siamo stati anche molto sfortunati, nonostante avessimo disputato delle buone partite".

Il 30 gennaio passi al Córdoba con la formula del prestito oneroso a 500.000 euro. Come giudichi questa prima esperienza in Liga?
"Devo dire che è stata la miglior decisione possibile per me. Ho ripreso a giocare e, grazie a delle buone prestazioni, ho avuto la possibilità di avere ulteriore mercato. Inoltre ho conosciuto il calcio spagnolo, un tipo di gioco che mi piace tantissimo"

Nella stagione 2015-2016 sarai al Granada. Quanto sei soddisfatto di poter rimanere nella Liga? Come è nata la possibilità di approdare in questa società?
"Dopo l'esperienza al Cordoba il mio obiettivo era quello di rimanere nella Liga spagnola. Avevo varie opzioni e più società che si erano interessate a me, ma alla fine il tecnico del Granada (José Ramón Sandoval, ndr) mi ha chiamato personalmente più volte per farmi capire quanto avrei potuto essere importante e decisivo nella sua squadra. Anche per questo ho scelto il Granada".

Da fresco ex interista che idea ti sei fatto della nuova Inter di Mancini? Pensi sia pronta per lottare per lo scudetto?
"Sono arrivati giocatori molto importanti durante questo mercato, e penso che l'Inter potrà fare molto bene. Io, come sempre, farò il tifo".

Qual è il sogno della tua carriera?
"Il sogno resta quello di rimanere nei campionati più importanti d'Europa. A suon di ottime prestazioni, inoltre, potrebbero arrivare anche delle occasioni più grandi. E chissà che questo sogno non possa diventare ancora più grande".

Un saluto alla società nerazzurra e ai suoi tifosi.
"Voglio ringraziare tutto coloro che mi hanno aiutato sin dal primo giorno che sono arrivato a Milano, quando avevo 16 anni. Riservo un grandissimo saluto a tutto il popolo nerazzurro, e non posso concludere questa intervista se non con un 'Forza Inter!'".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 01 agosto 2015 alle 22:16
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print