Ospite di giornata a InterTV nella trasmissione 'Drive Inter' è Dalbert, il terzino brasiliano arrivato a Milano in estate dal Nizza. "Capisco l'italiano, soprattutto quello che mi chiede il mister Spalletti. Ascoltare e comprendere è più facile di parlare", spiega il laterale nerazzurro.

IL NUMERO 29 - "Il 29 è un numero simbolico per me. Con questo numero ho passato il mio periodo peggiore ma anche migliore della mia carriera. Diciamo che mi ha sempre accompagnato. Scaramanzia? Di solito, prima delle partite prego e chiedo protezione. E penso sempre alla mia famiglia".

LA SERIE A - "Seguivo molto il calcio italiano, qui hanno giocato idoli brasiliani come Ronaldo o Adriano. Non pensavo fosse così complicato a livello tattico. Ero abituato ad avere più libertà a livello offensivo, qui è stata dura ma ho imparato tanto ed è molto importante per la mia carriera".

IL CALCIO - "Del calcio non mi piacciono le persone invidiose e false che gravitano attorno a questo mondo. Qui in Italia è importante come in Brasile. I calciatori sono esseri umani come tutti, non sono macchine".

L'INTER - "Sono stato sorpreso dallo stadio e dai tifosi, sono un qualcosa che mi dà emozioni incredibili. E' bello vedere tanta gente che ci motiva e che spinge la squadra in maniera positiva. Ho scelto l'Inter perché volevo migliorare difensivamente, un aspetto molto criticato all'inizio in Europa. In Brasile siamo, molto offensivi, pensiamo ad attaccare e qui in Italia devo imparare anche a difendere".

I SOCIAL - "Li uso, ma non li ritengo la cosa più importante. Non sono un grande fan di internet: non amo questo genere di relazione che esaspera tutto in un modo o nell'altro. Di persona sono sempre a disposizione, ma troppe persone utilizzano i social per attaccare".

LA MOGLIE - "Una delle persone più importanti della mia vita. Volevo lasciare il calcio e lei mi ha aiutato tantissimo in quei momenti difficili".

IL CIBO - "Amo soprattutto la pizza, la pasta e la crostata. Sono molto goloso di dolci. Mentre non mi piacciono certe verdure come la zucca. In passato, vista la condizione economica difficile della mia famiglia, sono stato costretto anche a scaricare verdure per dare una mano. Ho lavorato e, nonostante nessuno ci credesse, oggi sono all'Inter. Ai tempi del Volta Redonda la mia famiglia non poteva accompagnarmi agli allenamenti e così andavo in bicicletta. Tutto per realizzare il mio sogno".

L'IDOLO SPORTIVO - "Michael Jordan, di lui ho visto e letto tutto. Mi rivedo in lui per le difficoltà che ha affrontato. Gli chiederei come fare per essere come lui".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 14 marzo 2018 alle 17:37 / Fonte: InterTV
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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