Dopo il pareggio contro il Torino, molti hanno puntato il dito contro Mauro Icardi, reo di essere troppo assente dal gioco corale della squadra. La differenza con gli altri grandi numeri 9 d'Europa al momento sta proprio qua: Icardi è fenomenale dentro l'area di rigore ma non ha nelle sue caratteristiche principali l'iniziativa personale, necessitando quindi di un sostegno per poi diventare decisivo. Ma oltre ai limiti dell'attaccante, l'attuale sistema di gioco della squadra fa sì che spesso queste sue mancanza vengano rese ancora più evidenti, soprattutto quando la partita è ostica e spinosa. 

MANCANZA - Nella rosa attuale dell'Inter manca un giocatore che abbia lo spunto da attaccante, se escludiamo appunto Icardi. Perisic e Candreva hanno dimostrato in questa stagione di essere giocatori che hanno la confidenza con il gol (9 gol in campionato il primo, 5 il secondo), ma giocano prevalentemente sulle zone laterali del campo, accentrandosi solo in rare occasioni. Questo fa sì che Icardi debba sempre fare la lotta da solo contro i centrali difensivi avversari. Gli altri giocatori offensivi dell'Inter hanno tutti delle mancanze a livello realizzativo: Banega ha sì segnato 4 gol nelle ultime 3 partite ma non è mai stato un goleador, e la tripletta contro l'Atalanta è stata l'eccezione che conferma la regola. El Tanguito è uno dall'ultimo passaggio illuminante, che ama spaziare per il campo per crearsi il tempo della giocata decisiva. Non è il giocatore adatto per togliere noie ad Icardi, dato che spesso è lontano dalla porta avversaria. Discorso simile si può fare su Joao Mario, che è un giocatore molto utile tatticamente, capace di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo con grande efficacia, garantendo qualità e copertura alla manovra ma non è un genio, non ha la conclusione personale nè l'assist illuminante di Banega. Anche Brozovic, uomo capace di strappi improvvisi, vero e proprio tuttocampista moderno, rimane prima di tutto un costruttore di gioco e non un finalizzatore, arrivando a segnare tramite inserimenti da dietro. Il croato ama partire da lontano per arrivare poi alla conclusione. Non apriamo i file di Eder, Palacio e Gabigol, giocatori ai margini del progetto in questo momento su cui l'Inter non può contare a pieno. 

QUINDI IL MERCATO - E' chiaro quindi che una delle priorità del prossimo mercato nerazzurro sarà quella di trovare un giocatore per affiancare Icardi, che abbia sì il compito di cucire attacco e centrocampo ma che sia anche avvezzo al gol, che abbia bisogno di fare gol soprattutto. Se l'Inter punta a diventare una grandissima squadra, non può sperare che sia sempre Icardi a risolvere il tutto, almeno per quanto riguarda la zona centrale dell'attacco. Conscia dei limiti dell'argentino, la società dovrà essere brava a mettere alle sue spalle un uomo pericoloso, un vero e proprio attaccante. Alle spalle di Higuain, già di per sè più completo di Icardi, gioca Dybala, facendo in modo che le difese avversarie non si debbano preoccupare solo della prima punta ma anche di chi gli sta attorno. Visti gli investimenti su Perisic e Candreva con ogni probabilità anche nella prossima stagione l'Inter partirà con un assetto base fondato sul 4-2-3-1 e quindi sarà ancora più decisivo quell'"uno" che agisce con il bomber. Il nome ideale è quello di Alexis Sanchez, giocatore in rottura con l'Arsenal e sul quale per questo ci sono le attenzioni di mezza Europa. Il cileno sa segnare e sa inventare, sa attaccare la profondità e venire incontro a prendere palla. E' un giocatore totale che risponde a pieno all'identikit che l'Inter sta cercando. Meno preciso ma comunque ottimo è anche James Rodriguez, che rispetto all'ex Udinese è meno attaccante e più rifinitore. Insomma l'Inter ha bisogno di basare il proprio attacco non solo sugli anticipi di Icardi, gli strappi di Perisic e i cross di Candreva e la partita di ieri lo ha dimostrato. Nelle prateria che il Torino concedeva è stata forte la mancanza di un uomo che andasse ad occupare quella terra di nessuno che si formava tra Icardi e il centrocampo. Quando Banega (o Joao Mario) recuperano palla, cercano subito l'assist vincente. L'Inter ha bisogno anche di chi punti la porta centralmente, prendendosi la responsabilità di andare a fare gol. In rosa al momento un giocatore così non c'è, che Ausilio lo scriva in rosso sul suo taccuino.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 19 marzo 2017 alle 20:23
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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