Hong Kong la base degli affari di Erick Thohir, con le Cayman come sponda. Una rete intricata di società finanziare che, di fatto, sono a monte di FC Internazionale. E' questo lo scenario ambiguo descritto oggi dal Corriere della Sera, in una sorta di reportage all'interno dell'impero del nuovo proprietario del club nerazzurro. E proprio alle Cayman è registrata la Merdeka Investment Ltd che - come spiega il Corsera - ha preso in pegno le quote delle holding di ET, "la cui personale consistenza patrimoniale è sempre più un punto di domanda".

TANTI LATI OSCURI - Secondo quanto sostiene il quotidiano, il tutto è avvolto nel mistero e venire a capo della ragnatela è impresa ardua. "Un mese fa, per dire, senza nulla comunicare la International Sports Capital di Hong Kong ha conferito la proprietà dell’Inter (70%) a un’omonima società italiana che potrebbe essere la porta d’ingresso di nuovi soci o un veicolo per emettere bond. La manovra è stata accompagnata da una perizia indipendente che valuta il 100% del gruppo FC Internazionale 296 milioni", si legge. Ma cosa c'entra l'Inter con questo paradiso fiscale? Il Corriere fa un breve riepilogo della storia recente della società: "Thohir è entrato a novembre 2013 con un aumento di capitale da 75 milioni. Un anno fa con un’imponente manovra da 230 milioni, diretta da Goldman Sachs, è stato rifinanziato il debito dei nerazzurri al tasso variabile Euribor a tre mesi più spread del 5,5% e scadenza 2019. In pegno alle banche sono finite le principali quote del gruppo e tutti i marchi. Contestualmente (siamo tra maggio e giugno 2014) anche Thohir ha prestato soldi all’Inter: 22,3 milioni. Però a un tasso dell’8% annuo. Vuol dire portare a Giacarta, puliti, 1,78 milioni di interessi annui. Strana operazione per chi dovrebbe sopportare il rischio d’impresa e quindi, semmai, capitalizzare la sua società. La Fininvest, per esempio, ha tenuto in piedi il Milan versando 64 milioni in conto capitale solo nel 2014. E quando lo finanzia lo fa a tasso zero (22,5 milioni di cui una parte cancellati)".

MERDEKA, FINANZIAMENTI E... HUANG - Insomma, l'articolo del Corriere della Sera parla chiaro: Thohir aveva promesso di risanare e rilanciare l'Inter in tre anni, ma per ora a crescere è stata soltanto la ragnatela di finanziamenti, pegni, holding e paradisi fiscali che avvolge il suo gruppo. "Coincidono il suo interesse e quello dell’Inter - si domanda il Corsera -? L’affare Merdeka si mette in moto quando, nel maggio 2014, scatta il prestito all’Inter. Come se l’origine di quei soldi fosse Cayman. Ma può essere solo una coincidenza. Una serie di contratti di finanziamento vengono siglati dalla International Sports Capital, che ha il 70% dell’Inter, e dalla sua controllante Asian Sports Ventures con la Merdeka Investments. Le prime due appartengono alla lunga catena societaria che dall’Inter sale su fino all’ultimo gradino, Nusantara Sports Ventures, prima di vedere l’indonesiano in carne e ossa (curiosità: tutte le società di Hong Kong appartenenti a Thohir condividono la sede con quelle di Kenneth Huang il cinese che nel 2012 arrivò a un passo dal rilevare il 15% dell’Inter). Merdeka è un punto di domanda in mezzo al mare. Si sa che è gestita dal network di professionisti dell’Intertrust. Ma non si sa quanti soldi abbia pompato verso le holding di Thohir né di chi sia questo denaro, se dello stesso uomo d’affari, della sua famiglia (il fratello Garibaldi è numero 37 nel ranking indonesiano di Forbes) o di altri. In ogni caso oggi a Hong Kong sono registrati una serie di 'Statement of particulars of charge' da cui risulta iscritto un pegno sulle due holding di Thohir a favore della società di Cayman e di una sua branch di Singapore. Il pegno è una garanzia che il creditore 'incassa' se il debito non viene saldato".

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 27 maggio 2015 alle 10:00 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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