'Ormai è fatta' nel calcio è un concetto privo di fondamento. Un virgolettato che soprattutto non può e non deve mai essere nominato a certi livelli con squadre che ormai possono battere chiunque, azzerrando per 90' le differenze di qualità, blasone e classifica. Perché in campo non esistono avversari facili e un risultato è sempre da acquisire, ma questo diktat può essere, anzi, deve essere esteso anche in un mercato in cui fino a quando la 'parola magica' non si eleva quale giudice supremo nulla è certo e ogni trattativa può essere riaperta o chiusa da un momento all'altro, in pochissimi minuti. Definitivamente. Ma per lui la parola 'ufficiale' c'è da tempo e oggi è stato tempo di presentazione per quello che sembra già essere l''uomo di Mazzarri'. Il Pitbull con l'elmetto ha preso la parola in conferenza stampa, mostrando proprio quello che il popolo nerazzurro non vede l'ora di vedere anche in campo: il carattere. Un Pitbull che va di corsa che mette già nel mirino la trasferta di Torino facendo capire a coach WM che 'Io ci sono, sto bene e voglio che l'Olimpico sia la mia prima arena'. Pronto per mordere, quindi. Lui, Gary Alexis Medel Soto.

Voglia e carattere. Ma anche tanta personalità evitando di essere paragonato con totem che la storia l'hanno già scritta. Per quanto grandi possano essere, che siano di casa o rivali storici. Non cambia niente per il cileno tutto muscoli e sostanza. La storia è storia, lui la rispetta, ma ora vuole riscriverla, proprio con questa maglia che ha anteposto a tante altre offerte: "C'erano altre possibilità, ma io ho voluto solamente l'Inter". E quindi di corsa con il nero e blu e un "Non sono il sostituto di Cambiasso. Gattuso? Nessun paragone, io sono Medel e voglio scrivere la mia storia qui all'Inter" chiarissimo, che dice tutto. 

E se a tutto questo si aggiunge anche l'orgoglio la ricetta è pressoché completa. Orgoglio, appunto. Ricordare che 'Sono otto gli anni passati da titolare nella Roja e che la mia storia in Nazionale non vuol dire solamente Mondiale". Rispetto, ma paura di niente e nessuno. Una cosa normale per un guerriero che dove c'è la palla non può non esserci anche la sua ombra. E Mazzarri spera che solo questa basti per incutere timore agli avversari. Tutti sono avvisati. La grinta e la personalità dimostrate a parole ora devono essere trasformate anche in campo. Per correre, difendere e mordere. Proprio come lui sa fare. Il Pitbull con l'elmetto è pronto.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 25 agosto 2014 alle 21:04 / Fonte: Dall'inviato al centro sportivo 'Angelo Moratti'
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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