Ospite a 'Catteland' su Radio Deejay, Ivan Ramiro Cordoba ha parlato di vari argomenti, tra cui ovviamente del suo libro 'Combattere da uomo'. "Di Mourinho mi ha impressionato che prima della finale nello spogliatoio era seduto davanti a una scrivania, con i piedi sopra, come se dovessimo giocare un'amichevole. Era un messaggio per noi, per tranquillizzarci. Ci voleva dire: 'Siete arrivati fin qui, questa la partita la vincete. Non c'è bisogno di strafare, fate quello che sapete'. Il nostro presidente era nervoso, noi non vedevamo l'ora di scendere in campo. Chi sentiva la pressione? Deki sentiva molto certe partite, cominciava a sudare, ma è fantastica la grinta che metteva in campo. Zanetti invece era uno molto calmo".

Il rapporto con Mourinho: "Abbiamo passato anni difficili, lui ha detto certe cose e io e Javier non ci stavamo. Gli ho detto quello che pensavo e lui non l'ha presa bene ma mi ha detto che avevo ragione. Oggi non lo sento più ma alcuni miei compagni sì".

Il viaggio nel passato prosegue con la classica domanda a un calciatore: con chi stava in camera? "Nel primo anno ero con Recoba, lui era fortissimo ma aveva poca voglia. Col sinistro e col destro metteva la palla dove voleva. Poi due anni con Materazzi e tutti gli altri in camera con Zanetti, con lui siamo praticamente fratelli. Avevamo tanti leader in quella squadra, ed è meglio perché non volevamo perdere mai. Persino in allenamento le nostre partitelle erano delle guerre".

Si parla poi di Balotelli, uno dei giocatori più contraddittori con cui Cordoba abbia giocato all'Inter: "Uno a cui abbiamo cercato di far capire come comportarsi era Balotelli. Se ci parli da solo è buonissimo, ma in gruppo o con altra gente cambia. All'epoca si paragonava a Ibrahimovic, ma sbagliava. Doveva fare il suo percorso e poi Zlatan era fortissimo, aveva una mentalità pazzesca, fa la differenza da solo. Mi è capitato di litigarci, gli ho detto ciò che pensavo".

In quella Inter i tifosi dedicavano ai giocatori cori personalizzati, cosa che non accade più da anni: "Vero, fanno pochi cori oggi per i calciatori. Non so perché. Però era una cosa fantastica, durante il riscaldamento ti danno una spinta incredibile. Sono 20 secondi solo tuoi".

Sul libro 'Combattere da uomo', recentemente presentato: "Il libro racconta la mia vita. Nel '99 sono arrivato a Milano, c'era nebbia, faceva freddo. In Colombia non si cambia mai l'armadio, è sempre primavera. Io vivrò in Italia, per i miei figli soprattutto finché andranno a scuola. Poi sceglieremo cosa fare".

A livello personale, Cordoba si preparava in modo particolare prima di una partita: "Io sentivo la pressione, anche se ero molto carico. Prima di scendere in campo giocavo la partita in testa, mentalmente, e questo mi aiutava tantissimo. Non mi è mai piaciuto il riscaldamento, avevo tanta tensione addosso. Per me sarebbe stato perfetto arrivare allo stadio e scendere subito in campo. Inseguire l'avversario era una sfida personale, ma non li facevo andar via volontariamente (ride, ndr)".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 02 maggio 2016 alle 15:07 / Fonte: Radio Deejay
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print