Una stagione importantissima attende l'Inter, chiamata a scacciare dubbi e incertezze che nella scorsa stagione non hanno mai abbandonato Milano, Appiano Gentile e pullman da trasferta, in un campionato terminato con un quinto posto strappato a fatica e che, forse, ha accontentato pochi. Il lavoro della squadra è in pieno svolgimento, così come un mercato che potrebbe accogliere nuovi arrivi e salutare vecchi amici con un tecnico che tra Pinzolo e States forgia una squadra che, almeno ad oggi, non può ancora definirsi la 'creatura di Walter Mazzarri'. 

Rosa da completare, migliorare e limitare, quindi. E in questo senso FcInterNews ha analizzato la situazione attuale di ogni singolo elemento della rosa, constatandone momento e prospettive future: giocatori chiamati a confermarsi, altri a rilanciarsi, in nerazzurro come altrove, alcuni a preparare la valigia, indipendentemente da ogni tipo di valutazione. Insomma, c'è tutto nella squadra da work in progress che fatica sotto il sole americano e che aspetta di confrontarsi con squadre di primissimo livello quali Real Madrid, Manchester United e Roma.

PORTIERI

1. SAMIR HANDANOVIC (1984, Slovenia) - È una delle poche certezze di questa squadra, almeno ad oggi. Mazzarri, ma ancora prima Thohir, ripartiranno anche dal gigante di Lubiana, da colui che è considerato, fino a prova contraria, uno dei portieri più affidabili in circolazione. Per lottare con i top del ruolo, però, manca ancora un piccolo passo, anzi due: qualche errore evitabile della scorsa stagione da non ripetere e maggior coraggio nelle uscite alte. Fisico, esperienza e tecnica sono dalla sua parte. Il terzo anno all'Inter deve essere quello della consacrazione... tra i migliori.
30. JUAN PABLO CARRIZO (1984, Argentina) - Affidabile per quanto il ruolo da vice necessiti. Al River Plate tante promesse, le stesse che a Roma prima e a Catania poi non è riuscito mantenere. Come secondo di una grande squadra ha trovato la sua ideale dimensione.  
TOMMASO BERNI (1983, Firenze) - Chiamatela pure 'scelta di vita'. Per il ruolo è ancora giovane ma, come lui stesso ha dichiarato, non ha saputo resistere al fascino del nero e del blu. Lui che si è formato proprio nella cantera nerazzurra. Nient'altro da aggiungere. Un gettone, magari a fine stagione, sarebbe il giusto riconoscimento di una scelta coraggiosa, sportivamente parlando.

DIFENSORI

DODO' (1992, Brasile) - 35 presenze in due stagioni con la maglia della Roma tra Serie A e Coppa Italia in cui ha mostrato le proprie qualità, soprattutto tecniche. Al contrario può e deve migliorare in fase difensiva, ma con un coach come Mazzarri che di esterni è specialista la fiducia nel giovane brasiliano è ben riposta. Arrivato in silenzio, si candida ad essere la grande sorpresa.
IBRAHIMA MBAYE (1994, Senegal) - Il mercato è in pieno svolgimento e potrebbe coinvolgerlo in prima persona. Difficile una permanenza in nerazzurro per non rischiare di interrompere un processo di crescita felicemente iniziato a Livorno e nonostante la retrocessione dei toscani lui è stato sicuramente una delle note più liete. Percorso da completare altrove, quindi, per un arrivederci e un, chissà, 'tocca a te' a partire dalla prossima estate.
MATIAS AUGUSTIN SILVESTRE (1984, Argentina) - Catania e Palermo gli hanno valso l'Inter, arrivato nell'estate 2012 con ampie aspettative che, purtroppo, non sono state mai rispettate. Parcheggio al Milan poco fortunato nella passata annata e ritorno in nerazzurro nelle ultime settimane che probabilmente sarà solo temporaneo. Difficile che rimanga, considerando che lo spazio per lui potrebbe essere ridotto al lumicino. Meglio rilanciarsi, forse risorgere, in altri club.
ISAAC DONKOR (1995, Ghana) - Canterano nerazzurro, può essere il futuro. Ancora troppo acerbo per il calcio dei grandi, per la sua crescita sarebbe ideale un prestito in Serie B.
NEMANJA VIDIC (1981, Serbia) - 34 presenze in totale nella scorsa stagione per l'ex capitano del Manchester United. Inutile addentrarsi in discorsi che potrebbero apparire superflui: se il fisico lo sosterrà, sarà la certezza assoluta della difesa nerazzurra.
2. CICERO MOREIRA JONATHAN (1986, Brasile) - Per continuare a stupire. Da 'brutto anattrocolo' a 'Divino' la metamorfosi sembrava impossibile, ma lui ce l'ha fatta. Non è e non sarà mai Maicon, ma quello che ha dimostrato nello scorso campionato è da apprezzare e per il prossimo si candida a diventare uno dei migliori esterni della Serie A. Traguardo importante, magari difficile da raggiungere, ma il brasiliano merita fiducia.

5. JUAN JESUS (1991, Brasile) - Capitan Futuro inamovibile. Anch'egli certezza, Mazzarri riparte ancora da lui e sarà uno degli insostituibili, indipendentemente dal modulo. Ama l'Inter, l'Inter e il popolo nerazzurro amano lui. Alchimia perfetta. 
6. MARCO ANDREOLLI (1986, Italia) - Nonostante non sia mai stato un titolare fisso nella scorsa stagione, la società nelle ultime settimane ha sempre ribadito la sua incedibilità. Segno che la fiducia nei suoi confronti rimane immutata e con il triplo impegno avrà la possibilità di ritagliarsi maggior spazio. 
14. HUGO ARMANDO CAMPAGNARO (1980, Argentina) - In partenza. Arrivato la scorsa estate in veste di fedelissimo di WM, non ha rispettato le attese. Complice, corretto dirlo, anche un fisico che non lo ha sostenuto con continuità. Se dovesse rimanere sarà una valida alternativa perché, ad oggi, davanti all'ex Napoli c'è la fila.
23. ANDREA RANOCCHIA (1988, Italia) - Probabilmente è l'uomo più atteso. Un rinnovo che qualche settimana fa sembrava utopia sta diventando realtà, conseguenza di una fascia e di una fiducia che, forse, nello scorso campionato non si è guadagnato in toto, complice anche un Rolando in versione super. Toccherà a lui dimostrare ai tifosi e a Mazzarri di meritare il ruolo di capitano e di poter diventare veramente la nuova bandiera nerazzurra.
33. DANILO D'AMBROSIO (1988, Italia) - Riscaldamento per poi... partire. La seconda parte della scorsa annata è servita per comprendere il significato e il peso della maglia nerazzurra, con nessuno che ha preteso l'impossibile per un giocatore arrivato da 'separato in casa' al Torino e con un minutaggio cancellato nell'ultimo periodo all'Olimpico. Ora è il suo momento, per zittire gli scettici e far vedere a tutti che il D'Ambrosio che a gennaio volevano tutte le big italiane (e alcune estere) può essere l'uomo in più in questa squadra.
55. YUTO NAGATOMO (1986, Giappone) - Corsa, grinta e chilometri. Il solito Yuto. Non è Roberto Carlos, ma in un calcio dove il cuore sta sempre più diminuendo il giapponese è riuscito a guadagnarsi l'affetto della tifoseria e la fiducia dei vari tecnici che si sono succeduti dal momento del suo arrivo a Milano. Un motivo dovrà pur esserci. L'out di sinistra riparte da lui, ma quest'anno avrà un antagonista in più: quel Dodò che, almeno sulla carta, scalpita in panchina.

CENTROCAMPISTI

DIEGO SEBASTIÁN LAXALT SUÁREZ (1993, Uruguay) - Altro giro, altra corsa. Questa volta da non sbagliare. In prestito al Bologna l'anno scorso, parte subito con lampi e fuochi d'artificio (il Milan ricorderà) ma con il prosieguo della stagione è andando calando sempre di più di rendimento, fino a vedere il campo solamente dalla panchina in modo permanente. Un altro prestito servirà per la sua crescita, sperando che questa volta riesca a essere più continuo.
EZEQUIEL MATIAS SCHELOTTO (1989, Argentina) - Si attende solamente la giusta opportunità per vederlo con un'altra casacca. L'esperienza dell'ex Dea a Milano si spiega solamente con il gol segnato al Milan nel derby di ritorno 2012-2013. Troppo poco (per quanto quell'episodio sia stato apprezzato dal popolo interista) per meritarsi un futuro in questa società.
YANN M'VILA (1990, Francia) - L'occasione della vita. Fino a qualche stagione fa era considerato uno dei migliori talenti del calcio francese e probabilmente, se non fosse per qualche comportamento da bad boy, nel recente Mondiale brasiliano sarebbe stato proprio lui il partner in mediana del bianconero Pogba. Per tornare quello di prima, magari anche più forte, l'Inter si presenta come il suo habitat naturale.
JOEL CHUKWUMA OBI (1991, Nigeria) - Discorso per certi versi simile a quello di Schelotto. In squadra in attesa della giusta collocazione, sperando che i problemi fisici che lo hanno clamorosamente frenato nelle passate stagioni (non ultima quella a Parma) si dimentichino di lui. 
RENE KRHIN (1990, Slovenia) - Uno dei migliori del Bologna l'anno scorso, nonostante la beffa della retrocessione. Lui, comunque, la salvezza personale è riuscita a raggiungerla grazie a un rendimento costante che lo ha fatto diventare indispensabile nello scacchiere rossoblù. Ora è tornato a casa, sperando di rimanerci. Lo meriterebbe.
10. MATEO KOVACIC (1994, Croazia) - Per spiccare il volo. Potenzialmente è fenomeno vero e l'intero ambiente nerazzurro si aspetta che il terzo possa essere l'anno della consacrazione. L'augurio più grande è che possa diventare una delle pedine fondamentali dell'Inter del presente e per i prossimi 10 anni.
11. RICARDO GABRIEL ALVAREZ (1988, Argentina) - Tanta qualità, ma una sostanza che non gli ha permesso di consacrarsi definitivamente con la maglia nerazzurra. E proprio per questo che la società non lo considera un incedibile, ma una preziosa pedina in grado di garantire una liquidità tale da investire successivamente per obiettivi ritenuti necessari. In caso di permanenza, sarà chiamato - forse per l'ultima stagione - a dimostrare di valere l'Inter, ma da protagonista.
13. FREDY ALEJANDRO VASQUEZ GUARIN (1986, Colombia) - Se non è un copia-incolla Ricky, poco ci manca. Il nome più discusso, criticato, chiacchierato e amato da pochi è sulla lista dei partenti. Difficile da collocare sul mercato, ancor di più in campo. La società, però, dovrà valutare a chi e come venderlo, perché le potenzialità rimangono altissime e un campionato finalmente da protagonista potrebbe garantire un'entrata economica maggiore nella prossima estate. Anche se non sarà facile ritagliarsi uno spazio considerevole nella seconda Inter di Mazzarri.
17. ZDRAVKO KUZMANOVIC (1987, Serbia) - Partente o riserva. Nelle ultime ore si è parlato di un possibile inserimento del serbo nella trattativa per Bacca, finalizzato ad ammorbidire le richieste onerose del Siviglia. Spagna e Germania potrebbero essere il suo futuro, lui che a Milano non è una prima scelta della società, così come per WM che, comunque, ripone in lui tanta fiducia. In caso di permanenza, difficilmente il suo numero 17 sarà presente nei match che contano. Più facile vederlo in Coppa Italia o nelle prime battute di Europa League. 
21. SAPHIR SLITI TAIDER (1992, Algeria) - La Premier League lo aspetta. Cedibile fin dal primo giorno di questa sessione di mercato (trattativa con il Rubin Kazan nell'ambito dell'affare M'Vila) non ha saputo mantenere una maglia da titolare che all'inizio della scorsa stagione sembrava cucitagli su misura. Gradualmente il suo spazio si è ridotto clamorosamente e dopo essere passato, nel giro di un solo anno solare, da titolare fisso a partente si aspetta ora solamente la giusta collocazione che possa soddisfare ragazzo e società.
88. ANDERSON HERNANES (1985, Brasile) - Certezza e uomo di punta nella Lazio, in questa stagione è chiamato a diventare lo stesso con l'Inter. Primi 6 mesi di ambientamento con una condizione fisica che non lo hanno certamente favorito, ora ha tutto per diventare il top player della mediana nerazzurra. Potenzialmente la spina dorsale Hernanes-Kovacic-Palacio può essere devastante, ma molto dipenderà dalla verve del nazionale brasiliano. I tifosi si aspettano lampi di genio e tante capriole per dimostrare che l'investimento fatto a gennaio è stato un vero affare... per l'Inter e non per la Lazio.

ATTACCANTI

8. RODRIGO PALACIO (1982, Argentina) - Peccato per la finale Mondiale. Un giocatore del genere avrebbe meritato di salire sul gradino più alto del podio in Brasile per un traguardo che, chissà, avrebbe consegnato a Mazzarri un giocatore ancor più 'totale'. Totale come l'affidamento che tecnico, compagni, società e tifosi fanno sul Trenza. Certezza assoluta in questa Inter, aiuterà ulteriormente Icardi a crescere per diventare ancora più decisivo, per una coppia perfetta a livello di caratteristiche.
9. MAURO EMANUEL ICARDI (1993, Argentina) - Dopo le prime luci di Genova e i colpi mostrati nel battesimo nerazzurro questo può essere l'anno della crescita sostanziale, se non ancora quello della consacrazione. Tutti puntano su di lui, considerato incedibile da Erick Thohir che, con lui e Kovacic, vuole costruire un'Inter sempre più giovane e 'internazionale', in campo e fuori. 
20. RUBEN BOTTA (1990, Argentina) - Qualità tecniche indiscusse, il discorso da fare è sostanzialmente uno: meglio part-time a Milano o full-time altrove? Scelte e decisioni che spetteranno a giocatore e società. Lui intanto è volato negli USA con la voglia di sorprendere. E chissà che tra le maglie di Inter, Roma, Real Madrid e Manchester United non spunti proprio la sua 20 come sorpresa di questa Guinness International Champions Cup.

ALLENATORE

WALTER MAZZARRI (1961, Italia) - Missione n°1: conquistare i tifosi. Obiettivo raggiunto. Missione n°2: conquistare i risultati. Work in progress. Annata che si annuncia decisiva per il tecnico toscano, chiamato a prendersi definitivamente questa Inter che ancora non è una sua creaturra. Prima stagione difficile, ma le attenuanti erano tante e di vario tipo. Ora si riparte da zero e dopo i capolavori di Livorno, Reggio Calabria, Genova e Napoli manca quello più importante. A Milano è tutto più difficile, ma questo è il bello e cattivo tempo di essere in una società tanto blasonata come l'Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 24 luglio 2014 alle 11:06
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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