Il 4-2-3-1 è il sistema di gioco che Spalletti ha scelto per la sua Inter. E' stato chiaro fin dalla prima conferenza stampa, questo sarà lo scheletro della squadra. Un sistema di gioco caro a Spalletti, nel quale in particolare ha sempre saputo far emergere le qualità dell'uomo che gioca alle spalle della punta; in principio era Perrotta, l'anno scorso è stato Nainggolan. Due modi di interpretare il ruolo di trequartista diverso da quello che la tradizione calcistica vorrebbe: molta più quantità che qualità, più strappi in velocità che giocate sul velluto. 

L'Inter ha cercato un giocatore sul mercato che arrivasse il più vicino possibile a queste caratteristiche: ci ha provato prima con Nainggolan e poi con Vidal, ma per ragioni diverseo non sono arrivati. Alla fine Spalletti ci ha sperato ma si ritrova con un grosso punto di domanda in quella zona del campo: Borja Valero, Vecino, Joao Mario e Brozovic. Un titolare non c'è, un punto di riferimento manca. 

Nel precampionato ha spesso giocatore Joao Mario. All'esordio con la Fiorentina è stato il turno di Brozovic, contro la Roma invece ecco Borja Valero. Tutti giocatori con qualità diverse tra loro e tutti distanti da quelle che Spalletti vorrebbe. Joao Mario gioca troppo di fioretto, ha grandissime qualità ma non ha quella voglia innata di "mangiarsi l'erba" che poteva avere Nainggolan. Brozovic per qualità fisiche e tecniche sarebbe il più indicato, ma il croato si è già giocato molti jolly in casa Inter e il suo atteggiamento in campo si è palesato come non costante e, di conseguenza, non affidabile. Borja Valero invece ha un passato da trequartista, ma ormai il passo non è più quello di una volta e, come si è visto contro la Roma, gira a vuoto in quella zona del campo; e al tempo stesso, inoltre, il suo sangue freddo è vitale qualche metro più indietro. Resta Vecino, giocatore sul quale Spalletti deve ancora lavorare in toto dato che non ha mai giocato in quella zona di campo. 

Ecco che Spalletti si troverà ogni settimana a mettere in scena un vero e proprio ballottaggio. Questo toglie certezze da una parte, ma offre un'arma di imprevedibilità dall'altra. Dovrà essere bravo l'allenatore ex Roma ha pescare ogni partita la carta giusta, per evitare che il castello inizi a cedere. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 06 settembre 2017 alle 22:01
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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