"A differenza di quanto avvenne nel ’98, la Juventus in quei due campionati aveva la squadra più forte e ha vinto sul campo, anche di parecchi punti, e non a causa delle interferenze. Che però ci furono. Ci furono molte cose che non andavano bene". A parlare così è Franco Carraro, che è stato intervistato da Repubblica per commentare il verdetto della Cassazione su Calciopoli. E l'ex presidente federale non le ha mandate a dire.

IULIANO-RONALDO - "Quello del 1997-98, secondo me, fu l’unico campionato veramente falsato a favore della Juventus. Ricordate il rigore su Ronaldo? È la mia opinione".

LA CUPOLA - "Le sentenze dicono che la Cupola del calcio c'era e noi dobbiamo stare alle sentenze. Ovviamente anche quando dichiarano prescritto un reato. Bisognerebbe tutti avere l’intelligenza di metterci una pietra sopra. Ci sono stati dei comportamenti della società che hanno compromesso quel risultato. Alla fine, tra l’altro, la sentenza nei confronti della Juventus è il frutto di un patteggiamento. Per questo ritengo inopportuno che la Juventus chieda ora risarcimenti: patteggiare una pena e poi chiedere i danni è il comportamento schizofrenico di uno che voglia avere la moglie ubriaca e la botte piena".

LUCKY LUCIANO - "Penso che di errori ne abbia fatti anche altri, errori e veri e propri pasticci. Ma questo forse è stato quello che gli è costato più caro di tutti. Si è compiaciuto troppo del proprio potere, gli piaceva essere riconosciuto come Lucky Luciano; quando andava in giro per Torino e Roma usava la sirena sulla macchina. Di solito le persone che sono costrette a farlo, un po’ si vergognano. A lui invece piaceva".

FACCHETTI - "Ci tengo a essere chiaro. La mia chiamata per Lazio-Brescia va letta insieme a un’altra telefonata in cui esplicitamente affermavo: “Se il Brescia è più forte, che vinca”. Erano giorni in cui sui giornali si parlava dei danni subiti dalla Lazio e volevo difendere la Federazione dai sospetti… Lo stesso per Inter-Juve. La mia chiamata era solo il gesto di un presidente federale che sa benissimo che, in quel momento, non si può permettere una partita in cui vengano fatti favori alla Juve. Comunque sono stato assolto da ogni accusa: dal gup di Napoli, dal giudice sportivo, dalla magistratura contabile e persino dal Tar del Lazio. Mi sono dimesso perché ho fatto degli errori di politica sportiva. La mia presenza avrebbe indebolito l’istituzione e, dunque, anche se nessuno me lo chiese, mi dimisi. Delle chiamate però non sono pentito. Facchetti? Una cosa voglio dirla: era una persona per bene, straordinariamente corretta. E la relazione di Palazzi sul suo operato non mi è piaciuta affatto".

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 27 marzo 2015 alle 10:12 / Fonte: Repubblica
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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