Meno di due anni fa Erick Thohir ha acquisito il 70% delle quote di Fc Internazionale, pagando 250 milioni di euro e accollandosi debiti per circa 180 milioni. Un passaggio di mano storico da massimo Moratti all'imprenditore indonesiano, che per prima cosa ha iniziato a lavorare sui conti. Riccardo Agostinelli è l’avvocato che ha affiancato Goldman Sachs sotto il profilo legale nell’operazione di rifinanziamento del debito e da 8 mesi è socio dello studio Gattai&Minoli di Milano. A lui Undici si è rivolta per capire il progetto del tycoon, in un periodo in cui in casa nerazzurra bisogna sempre stare più attenti al bilancio: "Il trend cui assistiamo è quello dello spostamento da una visione padronale a una più istituzionale e internazionale. Dico 'padronale' con una connotazione non necessariamente negativa, sia chiaro. Fino a ieri c’era il signorotto che fa felici i sudditi con il suo shopping di grandi campioni, usando la squadra come veicolo di consenso: penso non solo al Milan, ma anche alla Juve degli Agnelli, e a tantissimi club che ancora hanno un 'padrone'. È un approccio tradizionale, direi 'passionale': di fronte a una partita persa il patron dice ai suoi: 'Porca vacca, vai e compra il campione X', poi con le banche ci penso io". I debiti dell’Inter erano debiti di Moratti. Banche, fornitori, giocatori, sapevano che sarebbero stati pagati perché c’era dietro lui. Idem alla Juve con Agnelli e alla Fiorentina con Della Valle". Nessun giudizio di valore, però, insomma, così è un po’ un giocattolo. È lo stesso approccio di chi ama le barche: spende e spande per quell’oggetto del desiderio pur sapendo benissimo che, per i 4-5 giorni all’anno in cui la utilizza, è 100 volte più conveniente affittarla".

Poi è iniziato lo sbarco in Italia degli stranieri: "Poco importa che siano grandi magnati, fondi sovrani o d’investimento: l’obiettivo di queste nuove proprietà è estrarre profitti. E questo cambierà la gestione, che sarà sempre più fondata sulle capacità generative di cassa della squadra. Quella con Thohir è stata un’operazione pilota, verso una gestione scientifica: il nuovo debito non è tarato sulla capacità di assorbimento – probabilmente infinita – del patrimonio di un singolo, ma è un debito project finance style che rovescia totalmente l’approccio ed è matematicamente ed esclusivamente calcolato sulla capacità generativa dei flussi di cassa. Ci si arriva ingegnerizzando il processo, prima disorganizzato, ricostruendo il debito sul medio-lungo termine (5 anni, ndr), con un sistema autoliquidante". In concreto: si costituisce una good company controllata al 100% dal club, in cui si conferiscono la proprietà intellettuale (il brand) e i diritti che derivano dal suo sfruttamento, quelli televisivi e i contratti di sponsorship. Un tesoretto a parte, isolato dai rischi del club, non aggredibile dai creditori e separato dagli stipendi dei calciatori. La si finanzia, il rimborso del nuovo investimento è coperto dalle entrate che arrivano dai contratti di sponsorship e media, e questi soldi vengono messi dalla good company a disposizione del club per ripulire l’indebitamento esistente. "L’effetto è che il club si trova libero dai debiti nei confronti dei terzi; appena entra il nuovo finanziamento, il pregresso viene ripulito. Scompare".

Ma questo non significa che, facendo più attenzione al bilancio, non ci si possa più permettere dei campioni: "Si tratta semmai di spendere in modo più organizzato". Poi c'è la questione stadio, spiega Agostinelli: "Lo ha già fatto la Juve, lo sta facendo la Roma, e così le squadre in crisi estere: creare strutture dedicate dove si va con tutta la famiglia – i figli, i nonni – e si trascorre la giornata. Come in America: vanno lì e comprano l’hamburger, le patatine, i popcorn, le magliette. Il merchandising da noi ha ancora un valore marginale bassissimo nel calcolo dei profitti, ma in altri mercati ha un peso enorme. Gli investitori stranieri guardano alla presenza di infrastrutture che soddisfino questo trend. Una nuova fonte di guadagni con cui, in combinato disposto con il ricorso al project finance, una società può essere sostenibile, grandi campioni compresi".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 26 maggio 2015 alle 15:00 / Fonte: Rivista Undici
Autore: Redazione FcInterNews.it
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