Intervenuto in collegamento a 'Il processo del lunedì' in onda su Rai Sport, il direttore sportivo dell'Inter Piero Ausilio ha avuto modo di tornare sul ko subito a San Siro contro la Fiorentina, dopo le quattro vittorie ottenute fra campionato e Europa League: "È la storia di questo club, definita pazza. Venivamo da un buonissimo periodo con quattro vittorie, ma resta un periodo di costruzione e noi lo sapevamo. Mancini vuole dare una svolta, costruendo un progetto per il futuro. Due o tre mesi sono pochi per arrivare a delle conclusioni".
Sulle scelte di mercato: "Dal mio punto di vista le cose vanno sempre decise insieme. Il direttore sportivo è un servizio di presidente e allenatore. Dobbiamo cercare di capire le esigenze della società, abbiamo anche dei paletti imposti dalla UEFA. Allo stesso tempo abbiamo le esigenze dell'allenatore. Dobbiamo cercare di operare attenendoci a queste due linee. Sentenza della UEFA? Non lo so. Ci sono manager del club che sono in stretto in contatto con gli uomini della UEFA. Io appartengo all'area tecnica, ma sono fiducioso. A gennaio abbiamo operato bene prendendo giocatori in prestito e con riscatto, stiamo diventando esperti anche di finanza. Nonostante le difficoltà sono arrivati giocatori giovani come Brozovic, Shaqiri e Santon che era cresciuto nel nostro settore giovanile ed è tornato più maturo. Sono soddisfatto".
Si parla delle possibili cessioni dei big in estate: "Noi vorremmo tenere i migliori, perché è iniziato un progetto. Dobbiamo avere rispetto di quelle che sono le situazioni che arriveranno, ma non vuol dire sacrificare il miglior giocatore della squadra. A gennaio abbiamo inserito buoni giocatori, la squadra è già competitiva, con l'ulteriore arrivo di altri giocatori l'Inter tornerà ai livelli che le competono. Handanovic, Guarin e Icardi? La volontà è tenerli tutti e tre. Sono dei punti fermi di questa Inter e noi vogliamo che lo saranno anche delle prossime".
Sull'ufficialità del rinnovo dell'attaccante argentino: "Non posso darla perché non abbiamo firmato, ma ieri è stata fatta una riunione che ci ha avvicinato. Lui ha fatto bene in queste stagioni, abbiamo voglia di riconoscergli le sue qualità e il suo merito, ma dobbiamo agire anche con buonsenso. Vogliamo entrambi la stessa cosa. Quanto serve per cederlo? Non ci voglio pensare. L'offerta irragionevole non ha un numero. In questa squadra è prevista la presenza di Icardi".
Una battuta anche sull'esplosione dei giovani nerazzurri: "Noi crediamo tantissimo nel settore giovanile. Resto favorevolmente colpito quando giocatori della Primavera hanno la possibilità di fare il salto in prima squadra, ma sono anche realista e so che è difficile. Abbiamo bisogno di creare qualcosa per permettere a questi ragazzi di fare il salto con più tranquillità. San Siro ti mette subito pressione addosso, questi ragazzi hanno bisogno di fiducia. Ma non dimentichiamo che Mancini ha fatto giocare Puscas e Bonazzoli, Santon è tornato più maturo ma ha dovuto giocare per cinque anni fuori".
Da Moratti a Thohir, Ausilio spiega cosa è cambiato: "Le differenze ci sono. Parliamo di uomini che vengono da culture diverse e nel calcio hanno fatto esperienze diverse. Il Dottor Moratti è cresciuto a pane e Inter e con questi colori nel cuore. Ha costruito come il padre un'Inter vincente. Thohir è un uomo di business ma molto appassionato dell'Inter, la segue anche di notte, si informa di tutto, magari usa un po' di più la tecnologia, mentre Moratti era una presenza più costante. Ma l'amore di Thohir per l'Inter si avvicina a quello di Moratti. L'idea di Thohir sul Parma? Voleva conoscere la situazione che ha portato a questo punto una squadra di Serie A, che è un campionato che deve essere venduto all'estero. Parma è un caso che nasconde imbarazzi e che non aiuta nessuno, se ne deve occupare la Lega di Serie A. Ma non riguarda solo il Parma perché a lungo termine è un problema che riguarda tutto il mondo del calcio".
Quanto manca per costruire un'Inter da scudetto? "Noi stiamo lavorando duramente per far sì che sia il più breve tempo possibile. Sappiamo che non è facile ma ce la stiamo mettendo tutta. Dobbiamo costruire con intelligenza e serietà, mi auguro che con l'aiuto di tutta l'Inter, dal mister ai tifosi, questo possa avvenire nel più breve tempo possibile. Abbiamo intrapreso una strada che è la più difficile ma anche la più afafscinante. Ripartire cn Mancini e le sue idee di calcio offensivo, però serve tempo. Ieri abbiamo affrontato una squadra che è più avanti di noi. La nostra logica ora è fare investimenti su guocatori pronti e migliorabili. Abbiamo scelto giocatori del '92, del '93 e del '94. Brozovic, Kovacic e Shaqiri hanno esperienza ma sono giovani. Insieme potremo crescere".
Tornando alla sconfitta contro la viola e alla palla gol sprecata da Palacio: "La generosità è una sua qualità, ma in quel caso non ha avuto la lucidità di vedere Icardi. Quando parliamo di errore tecnico deve essere già dimenticato. L'addio di Osvaldo? Se il suo fosse stato errore tecnico sarebbe finito anche quello sul campo". Ko arrivato in undici contro nove: "In quei dieci minuti abbiamo creato palle gol importanti. Ci abbiamo provato ma non ci siamo riusciti. Se avessimo giocato di più di quei dieci minuti ce l'avremmo fatta".
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