Ospite d'eccezione della nuova puntata della Domenica Sportiva di Rai Due è il direttore sportivo dell'Inter Piero Ausilio. Che nel corso dell'intervista tocca diversi argomenti, dall'attualità che sorride sempre più alla squadra nerazzurra, capolista solitaria del campionato, alle prospettive di mercato a medio e lungo termine. Si parte con una domanda sul primato: "Come si sta in vetta? Bene, però io sono realista così come l'allenatore; dobbiamo mantenere la concentrazione e i piedi ben saldi per terra. C'è ancora tanta strada da fare, lì davanti corrono tutte e in un paio di settimane le valutazioni possono cambiare. Ma noi abbiamo voglia di stare lì". 

Sul gol di Icardi e il secondo di Perisic contro il Chievo:
"La difficoltà del gol di Mauro era enorme perché si era allargato un po' troppo e aveva poco spazio a disposizione, ma non è una novità. Noi pensiamo sia ancora migliore, pensare che a 24 anni sia arrivato al massimo è sbagliato. Ha tanta voglia di lavorare e migliorare ancora. Sul gol di Perisic, erano due a chiedere palla in area... Il posizionamento di Ivan è stato importante, lui è andato via dopo il recupero a metà campo e ha segnato. Spalletti applaude o rimprovera per il mancato passaggio? Il gol aggiusta tutto...". 

Anche le seconde linee funzionano bene. Questo fa riflettere in prospettiva mercato di gennaio?
"Abbiamo le idee chiare, anche il mister in settimana aveva lanciato un messaggio sui social dicendo che giocheranno i titolari. All'Inter sono tutti titolari, c'è chi gioca più chi meno, ma nessuno è bocciato e tutti hanno opportunità. Oggi Ranocchia ha dimostrato di avere tanto cuore, oltre a giocare una partita tecnicamente stupenda. Spalletti sta costruendo una squadra con il lavoro quotidiano; questo è un gran gruppo e lo dico al di là del risultato finale. Si sostengono, stanno bene insieme. Sul 4-0 Dalbert e Karamoh sono entrati con la voglia di fare bene come se il risultato fosse 0-0. La forza è il gruppo, a gennaio non abbiamo voglia di fare chissà cosa. Questa squadra si può migliorare con un grande campione e non ci sono a disposizione. Andiamo avanti coi nostri giocatori, che sono forti".

Un vantaggio non fare le coppe?
"Quest'anno va bene così, per il futuro l'Inter deve giocare la Coppa più importante, ovvero la Champions. Questo è un anno di lavoro, di programmazione, con l'obiettivo campionato e Coppa Italia. Ma il piacere è quello di giocare ogni tre giorni". 

Sulla corsa delle prime quattro:
"E' un ritmo pazzesco, troppo elevato, che non esiste altrove. Ci sono 4-5 squadre che vanno fortissimo e altre 5-6 che vanno troppo piano. La differenza penso sia questa".

Inter non più Icardi-dipendente?
"Per noi è un valore aggiunto; Icardi col rendimento di oggi è un punto di forza ma abbiamo gente come Candreva che fa tantissimi assist o Skriniar che ha già fatto tre gol. Questo vuol dire che la squadra è cresciuta, è più completa, ha più risorse".

Sempre a proposito di Icardi, dall'estero pare esserci qualcuno interessato. Prevedete di modificare l'ingaggio?
"In questo momento non c'è bisogno di convincere Icardi a legarsi all'Inter. Ha un contratto lungo ma conta di più la volontà, lo star bene con questi colori. Mauro è il capitano dell'Inter, vuole essere capitano e vuole vincere con l'Inter. Tutto questo va al di là dei contratti e delle clausole. Il Real Madrid non si è fatto sentire, ma penso che sia problema del Real convincerlo a lasciare un progetto come quello dell'Inter che lo vede protagonista. La clausola non è un problema". 

Sulla sfida col Pordenone:
"Una bella favola, che però dovrà avere una fine...".

Perché spesso si ricorre all'esonero del tecnico, come avvenuto al Milan?
"Da fuori è difficile, è successo anche a noi. Ogni stagione è diversa, le motivazioni sono diverse. Si cerca sempre di difendere da dirigenti le proprie scelte. Montella aveva la fiducia del Milan, ma quando le cose non funzionano fai tutte le analisi del mondo ma poi resta la soluzione più facile quella di far pagare il tecnico piuttosto che togliere giocatori o dirigenti". 

Sabato c'è la Juve. Higuain fa paura?
"Non c'è paura, semmai doveroso rispetto per la squadra più forte d'Italia. Che però sabato troverà di fronte un'Inter carica. Questa sfida è bella di suo, poi arriva in un momento particolare, con una classifica particolare. Con questi numeri diventa la partita".

Differenze e similitudini con Icardi?
"Higuain ha completato lo sviluppo, Icardi può crescere ancora. Higuain rispetto al primo Icardi partecipava più alla manovra, ma il nuovo Icardi si avvicina molto ad Higuain. E in area di rigore Mauro ha pochi eguali al mondo". 

Che partita si aspetta sabato? Decisiva?
"No, a dicembre non può esserlo. Sicuramente è il momento giusto per una partita importante come quelle giocate sin qui. Abbiamo sempre ragionato per i tre punti ogni domenica. Andremo a Torino per fare una partita seria, determinata, da Inter. Poi vedremo le conseguenze di un'eventuale vittoria. Juve-Inter non è mai stata una gara come le altre, ma in un campionato così lungo non può essere decisiva ora. Rappresenta tanto per i tifosi, ma vale tre punti". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 04 dicembre 2017 alle 00:45
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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