Il mercato dell'Inter a 360°. L'edizione odierna de Il Corriere dello Sport ne ha parlato in esclusiva con Piero Ausilio, responsabile unico dell'area tecnica nerazzurra, che ha analizzato nel dettaglio tutte le possibili mosse del club meneghino.

Ausilio, Mazzarri sarà l’allenatore dell’Inter anche la prossima stagione? 
"Sì". 
Perché l’Inter ha deciso di confermarlo? 
"Con Mazzarri abbiamo iniziato un programma che, come abbiamo detto, sarà minimo di due anni e per questo stiamo anche parlando con lui di un futuro più a lungo termine. Abbiamo deciso di portare avanti un nuovo ciclo con un tecnico che ha nel campionato di Serie A un’esperienza superiore ai dieci anni fatta di lavoro, risultati e obiettivi sempre centrati. Sono sicuro la stessa cosa succederà in questa stagione. Mazzarri conosce il suo mestiere e finora ha dovuto affrontare problemi come il cambio storico di proprietà, il ricambio generazionale della rosa e il lancio di giovani alla prima vera esperienza da protagonisti. Nel primo anno si gettano le basi del futuro: è stato così anche con l’Inter di Mancini. Non vedo perché non si possa pensare lo stesso in questa stagione". 
Si aspettava sui social network critiche tanto dure nei confronti dell’allenatore? 
"Le critiche, quando sono costruttive, non sono mai state un problema per chi lavora e anzi danno spunti di riflessione. Quando le critiche sono piene di insulti invece mi lasciano indifferente". 
Perché la vicenda Mazzarri non dovrebbe finire con un cambio di rotta della società come successo in occasione dello scambio saltato tra Guarin e Vucinic per la protesta dei tifosi? 
"Abbiamo molto rispetto degli interisti, ma questo rispetto non ci fa perdere di vista ruoli e responsabilità che ricopriamo. Le decisioni non le prendiamo in base all’emotività del momento, ma con razionalità, seguendo un programma e le convinzioni che abbiamo. Tutte queste componenti ci dicono di continuare con il nostro allenatore". 
I tifosi rimproverano a Mazzarri un gioco non esaltante e risultati scadenti. Cosa ribatte? 
"La classifica dice che siamo quinti e padroni del nostro destino, mentre altre squadre dovranno aspettare i risultati degli altri campi. Quest’anno abbiamo perso poco e, anche se abbiamo collezionato molti pareggi in casa, è altrettanto vero che in queste gare siamo stati molto più vicini alla vittoria piuttosto che alla sconfitta". 
Il prolungamento del contratto dell’allenatore è fondamentale per rendere la sua posizione più salda in vista del prossimo anno? 
"Il rinnovo non fa parte di una strategia per dare più forza a Mazzarri, ma è il modo giusto per sviluppare il nostro programma tecnico che partirà dalla prossima stagione perché quello attuale è da considerare un anno di transizione". 
Mazzarri si è addossato le colpe per il ko nel derby. Lei è più arrabbiato con l’allenatore o con la squadra? 
"Le vittorie e le sconfitte sono sempre da attribuire a tutto il gruppo di lavoro". 
Non ha notato una squadra più distratta del solito nel derby? 
"Il derby l’Inter lo ha sbagliato. Peccato perché a questo match tutti tenevamo particolarmente. Ora dobbiamo essere bravi a voltare pagina". 
Ha parlato con Thohir dopo il ko di domenica? 
"L’ho sentito amareggiato e arrabbiato come tutti noi". 
Come giudicherebbe la stagione in caso di qualificazione all’Europa League? 
"Positiva e in linea con i programmi di inizio anno. È vero che abbiamo avuto risultati un po’ altalenanti, ma ricordo anche belle vittorie come quelle contro la Fiorentina e il Milan, all’andata, e altre prestazioni importanti. La strada imboccata può essere quella giusta per fare buone cose in futuro". 
Senza la qualificazione all’Europa League invece cosa penserebbe del 2013-14 nerazzurro? 
"Sarebbe una stagione non positiva perché l’Europa League era ed è alla nostra portata. Basta far bene nelle ultime due giornate". 
Che partita sarà Inter-Lazio? 
"Difficile, ma la stiamo preparando nel modo giusto perché attraverso un risultato positivo vogliamo avvicinare l’obiettivo stagionale". 
Cosa teme della Lazio? 
"Rispetto le qualità dei suoi giocatori. La Lazio è una squadra di assoluto valore e a San Siro verrà per giocarsi un’ultima possibilità di centrare l’Europa, ma penso più a quello che la Lazio troverà qua ovvero un’Inter stramotivata, con voglia di riscatto e che giocherà di fronte a un pubblico molto caldo". 
È vero che per il prossimo anno acquisterete Lulic? 
"No". 
Com’è stata la trattativa con Lotito per Hernanes? 
"Difficile come tutte le trattative per i giocatori importanti. Sono stati determinanti la nostra volontà di averlo e quella del ragazzo che ha trovato le giuste motivazioni per convincere Lotito a farlo andare via". 
In rapporto al rendimento avuto finora, non crede che i 20 milioni pagati per l’acquisto del brasiliano siano troppi? 
"Non mi piace parlare di cifre, ma non mi sembra che per Hernanes l’Inter abbia pagato 20 milioni. Ha dato subito una grande spinta alla squadra in un momento delicato, dopo ha avuto un problema fisico che lo ha molto condizionato. Il suo adattamento è stato rapido e positivo nonostante sia arrivato a stagione iniziata. So però che uno come Hernanes può fare molto di più e lo sa anche lui". 
Cosa vuol dire per l’Inter salutare Javier Zanetti? 
"In campo la perdita è grande, per le sue qualità di giocatore, per il suo carisma e perché in tutti questi anni ci siamo abituati alla sua presenza e al fatto che fosse sempre un punto di riferimento per la squadra e per gli allenatori. Il suo addio al calcio giocato sarà meno avvertito perché resterà nella nostra famiglia e attraverso un nuovo incarico darà il suo contributo da un’altra posizione". 
Lei ha fatto grandi cose nel settore giovanile nerazzurro vincendo e tirando fuori campioni come Balotelli, Bonucci e Destro. Può ottenere le stesse soddisfazioni in prima squadra? 
"Lavoro 24 ore al giorno per il bene dell’Inter. Quello che è stato appartiene al passato e, anche se ne sono orgoglioso, per il modo di intendere la quotidianità che ho, contano solo il presente e il futuro". 
Dopo tanti anni al fianco di Marco Branca, com’è lavorare da solo? 
"Mi manca l’amico prima che il collega, una persona con cui ho condiviso tanto e che mi ha permesso di crescere. L’Inter mi ha dato questa opportunità anche grazie a lui. In questo momento c’è tanto lavoro da fare che non ho avvertito... la solitudine. Cerco solo di far bene quello che sto facendo e di dare idee su come progettare l’area tecnica del prossimo futuro". 
Pensa che ci sia spazio per un innesto nell’area tecnica? Magari un dirigente che stia vicino alla squadra? 
"Le decisioni verranno prese insieme al presidente e alla società, ma già oggi alla Pinetina ci sono figure come Santoro, il team manager Cordoba e lo staff dell’allenatore, persone che sono in grado di garantire la presenza che una squadra richiede. In più ci sono io, quasi tutti i giorni. Se la società penserà di rinforzare la struttura con qualche altro professionista, il mio sarà sempre uno spirito di collaborazione". 
Crede di essere la persona giusta per la rinascita dell’Inter? 
"Sono in questo club ormai da sedici anni, ho iniziato facendo il segretario del settore giovanile e sono arrivato alla direzione sportiva con un percorso di crescita che la società mi ha permesso di fare e che mi sono conquistato con lavoro e con merito. Detto questo, non sono qui da solo e ho tante persone con cui condividere il lavoro oltre a una società forte alle spalle. Non sento il peso della responsabilità". 
Oltre a Vidic, bastano due acquisti per ricostruire un’Inter competitiva? 
"Non parlerei tanto del numero degli acquisti, ma, nel rispetto della strategia ecomico-finanziaria della società, di qualità e di funzionalità dei calciatori al progetto della squadra". 
Visto il gap attuale rispetto alle prime tre in classifica, è realistico pensare, o anche solo sperare, che l’Inter il prossimo anno possa arrivare in Champions League? 
"Non mi sento di fare proclami né di promettere nulla, ma dico che faremo di tutto, anche sulla base dell’esperienza di questa stagione, per aumentare la qualità della squadra sia attraverso le prestazioni dei giocatori in rosa sia attraverso l’individuazione degli elementi giusti per migliorare ulterioremente l’organico".?
Che tipo di attaccante serve all’Inter del futuro? 
"Uno che faccia gol". 
Con Dzeko e Morata che difficilmente si muoveranno, tra i tre attaccanti più spesso accostati all’Inter Torres è la pista più facilmente percorribile? 
"Non c’è un nome più percorribile o un favorito. In questi mesi abbiamo fatto verifiche per l’acquisizione di giocatori attraverso incontri con società e procuratori. Tra qualche giorno cercheremo di ottimizzare il lavoro". 
Torres è uno dei papabili? 
"È uno che stiamo seguendo". 
Cosa potrebbe dare el Nino all’Inter? 
"Per Torres parla la carriera, i titoli che ha vinto e le squadre in cui ha giocato. Se avesse le giuste motivazioni e la voglia di far parte di un nuovo progetto ambizioso qual è il nostro...". 
In Brasile dicono che Nilton è un suo pallino. Conferma che il brasiliano le piace? 
"È uno dei giocatori che stiamo seguendo e monitorando da tempo, ma non è in vantaggio rispetto ad altri". 
Thohir e Mazzarri stravedono per Hamsik. A lei piace? 
"Trovo difficile pensare che Hamsik possa non piacere a chi fa calcio". 
C’è una trattativa per portarlo all’Inter? 
"Per ora assolutamente no". 
Perché Sagna, che sembrava vicino all’Inter, non è arrivato? 
"Con lui abbiamo avuto un contatto visto che è in scadenza. Abbiamo esposto i nostri programmi tecnici ed economici, ma ci siamo resi conto che non poteva essere una soluzione percorribile". 
Quali dei giovani che avete mandato in prestito torneranno il prossimo anno? Bardi? Duncan? Mbaye? Benassi? 
"Li seguiamo tutti, molti hanno fatto bene, altri meno. Alcuni potrebbero essere inseriti nella rosa della prossima stagione. I nomi però non li faccio perché prima devo parlarne con Mazzarri". 
Handanovic, Kovacic e Icardi: il mercato in entrata dell’Inter passerà attraverso una cessione eccellente? 
"In questo momento non parlerei di cessioni eccellenti né di nomi, ma il prossimo dovrà essere un mercato equilibrato, fatto anche attraverso una sorta di autofinanziamento". 
È corretto dire che solo Cambiasso tra i giocatori in scadenza ha possibilità di prolungare il contratto? 
"Ribadisco che dei rinnovi parleremo a fine stagione". 
C’è rottura per il prolungamento di Alvarez? 
"Nessuna rottura. Ha due anni di contratto e il suo agente vive e lavora in Argentina, ma con lui c’è un ottimo rapporto. Ci vedremo nei prossimi giorni". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 09 maggio 2014 alle 08:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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