"Dall’ambiente ai compagni e ai metodi di lavoro, dalla lingua alla cucina. Per me è tutto nuovo, ma sono stato accolto bene e la presenza in rosa di alcuni slavi sta aiutando il mio inserimento". Così Nemanja Vidic risponde alle domande della Gazzetta dello Sport in una lunga intervista concessa ai colleghi della rosea dopo quella già riportata a Sky.

In cosa si differenzia questa preparazione rispetto a quella che faceva a Manchester?
"Qui c’è maggiore cura per i dettagli, per la tattica, là forse c’era più intensità, più esercizi sulla velocità. Ma si lavora duro comunque". 

Anche la difesa a tre è una novità. Anche se Mazzarri dice che è più facile, se sei abituato a giocare a quattro.
"Magari dopo sarà più facile, ma bisogna adattarsi e serve un po’ di tempo. Sabato con il Real abbiamo fatto abbastanza bene. Oltre al gol, loro non hanno avuto grandi occasioni". 

Cos’altro vi ha detto la gara di sabato?
"Anche se non era il vero Real, ci ha dato fiducia per il lavoro quotidiano. E’ comunque presto per capire dove arriveremo. Ci servono almeno altre due settimane". 

Quella di stasera per lei non può essere una gara come le altre.
"Anche se è un’amichevole e non ci sarà troppa pressione, mi farà una strana impressione giocare contro il mio passato. Rivedrò tanti amici, alcuni li ho sentiti via sms durante l’estate ma non abbiamo parlato di questa gara". 

Quale è la cosa più importante che ha imparato negli otto anni con lo United?
"Lì sono cresciuto sotto ogni aspetto. Il Manchester United è diventato uno dei club più famosi al mondo facendo crescere per gradi ogni settore della società". 

Quanto crede che pesi l’allenatore sui risultati di una squadra?
"Difficile fare una percentuale. In campo vanno i giocatori, ma il coach pesa, così come la società. Dopo 25 anni Ferguson ha lasciato un grande vuoto, difficile da colmare subito". 

La sua «casa» la gestisce Mazzarri. Cosa l’ha colpita di lui?
"Tutto e niente. E’ molto determinato, ma a 32 anni nulla più ti sorprende. Ogni allenatore ha le proprie idee ed è una fortuna per un giocatore. Perché questo apre la nostra mente". 

Se avesse saputo che allo United arrivava Van Gaal, amante del bel gioco, forse sarebbe rimasto?
"Inutile guardare al passato. Ho deciso in un giorno e sono certo di aver fatto la scelta giusta". 

Quanto ha pesato il parere del suo amico Stankovic?
"Tanto. Deki è stato all’Inter quanto io a Manchester e aveva solo ricordi belli. Ora che sono qui posso dire che aveva ragione". 

Lo United è quasi al completo e ha iniziato ad allenarsi prima di voi. Sarà molto più dura rispetto a sabato?
"Penso di sì, ma queste sono le gare più belle da giocare: ti aiutano a crescere". 

Ci parli del suo ex compagno Hernandez, che potrebbe essere nel mirino dell’Inter.
"Chicharito ha fatto grandi cose e gol decisivi, soprattutto con Ferguson. E’ molto forte, una classica prima punta con il fiuto per la rete. Ma Ausilio sa fin troppo bene cosa fare sul mercato". 

Che impressione le ha fatto M’Vila?
"Ottima, anche se deve recuperare la forma. Come per me, credo sia importante che impari il prima possibile un po’ di italiano per inserirsi meglio". 

Crede che il miglior Vidic sia ormai alle spalle o si può essere ancora al top a 32 anni?
"Questo lo dirà soltanto il campo. Cerco di prepararmi al meglio, poi giudicherete". 

Si crede pronto a giocare due gare a settimana o si terrà per il campionato?
"Deciderà Mazzarri". 

Sapere che Thohir, oltre che per la sua bravura, l’ha voluta anche come testimonial dell’Inter nel mondo le dà un po’ fastidio o la inorgoglisce?
"Certe cose le sapete meglio voi di me. L’Inter ha una grande tradizione, non sarò certo io a farla conoscere di più nel mondo". 

Cosa l’ha colpita del presidente quando vi siete parlati?
"E’ stato un incontro veloce, ma mi piacciono molto la sua energia e il fatto che voglia dare gradualmente basi solide al progetto". 

Il fatto che sia il primo vero anno di Thohir e che non ci siano i senatori argentini, per voi cambia qualcosa?
"L’Inter nel 2010 non ha vinto tutto solo grazie agli argentini ma grazie a un grande gruppo. Detto questo, ognuno di noi deve prendersi le giuste responsabilità a prescindere dal momento storico del club. Anche se sappiamo che non è facile perché siamo in una fase di transizione". 

A fine stagione sarà soddisfatto soltanto se...
"Se raggiungeremo gli obiettivi: giocare meglio dell’anno scorso e andare in Champions". 

Preferirebbe vincere l’Europa League o qualificarsi per la Champions?
"Io non mollo mai nulla!". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 29 luglio 2014 alle 08:14 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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