Proprio nel bel mezzo della sua crescita, quando le prestazioni offerte da Mauro Icardi sembravano approssimarsi a quelle di un centravanti moderno, spietato in area ma capace anche di far reparto da solo svariando su tutto il fronte offensivo, l'attaccante rosarino è incappato a Torino nella classica giornata no. Lo stesso Icardi, nel dopo gara, è parso visibilmente innervosito e deluso dalla prova offerta, evidentemente non in linea con la curva attuale del suo rendimento. Ecco che così ha finito per appannarsi anche uno dei motivi di maggiore interesse del match, la sfida nella sfida tra Icardi e Belotti, i due centravanti più promettenti della nuova generazione. Ma la gara opaca dell'argentino non è soltanto una questione di scarsa lucidità: Icardi è stato inghiottito nelle maglie della difesa avversaria, complice anche uno scarso supporto da parte dei due esterni.

NELLA MORSA - Premessa: le gare di Maurito sono difficilmente sintetizzabili dai numeri, dal momento che il centravanti argentino fa della spietatezza il tratto saliente della sua cifra tecnica, riuscendo a incidere anche in quelle gare dove tocca poche volte la sfera. Ieri, Icardi ha giocato 25 palloni, andando 2 volte al tiro; ciò che colpisce, semmai, è come il numero nove abbia creato soltanto un'occasione da gol, nell'ambito di una stagione che lo vede assurgere ad assistman di primo livello. Al netto di una prestazione non sfavillante per spunti e movimento, Icardi ha subito indubbiamente il gioco di Moretti e Rossettini, stretto nella morsa dei due centrali granata che hanno sfoderato una prova di straordinaria intensità, uscendo spesso a prendere il portatore di palla sulla propria trequarti e determinando fin dalle retrovie l'atteggiamento aggressivo della squadra di Mihajlovic.

SOLITUDINE - Ma c'è di più. La crescita tecnica che Icardi ha messo in mostra sotto la cura Pioli è stata in gran parte dovuta allo straordinario apporto di Perisic e Candreva, che col tecnico emiliano hanno finalmente iniziato ad aggiungere una certa varietà al proprio gioco. Se con De Boer i due esterni cercavano perennemente il fondo con ripetitiva monotonia, lasciando Icardi a battagliare da solo contro i centrali avversari, il tecnico emiliano ha saputo imporre loro un pizzico di imprevedibilità in più: i tagli di Perisic e le percussioni dentro il campo di Candreva hanno indubbiamente agevolato il lavoro di Maurito, finalmente più a suo agio nel dialogare coi suoi compagni per venire fuori dalle marcature. Ebbene, mai come ieri la prestazione di Perisic e Candreva ha ricordato da vicino le difficoltà della gestione De Boer: se il romano non ha brillato, gol a parte, il nazionale croato ha ostinatamente cercato il fondo per tutta la gara, finendo poi per rientrare sul destro e cercare la conclusione con stucchevole ripetività; i suoi tiri, peraltro, non hanno certo fatto gioire i tifosi nerazzurri. Ecco, dunque, come Icardi ha finito per spegnersi: la sua giornata no è un dato indiscutibile, ma il centravanti di Rosario si è trovato, ancora una volta, tanto, troppo solo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 19 marzo 2017 alle 15:27
Autore: Antonello Mastronardi / Twitter: @f_antomas
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