"La Juve è fortissima, da tempo domina in Italia e in Europa è arrivata in finale due anni fa. E la Champions non ha nulla a che vedere col campionato portoghese per livello ed esigenza. Però siamo pronti: siamo in un buon momento, la partita sarà combattuta e sarà decisa da un dettaglio, un errore, una giocata individuale". Lo dice Alex Telles, l'anno scorso all'Inter e quest'anno ai Dragoes, prossimi avversari di Allegri in Champions League. Il terzino brasiliano, alla Gazzetta dello Sport, ricorda anche la sua avventura in nerazzurro.

Lei in 6 mesi al Porto ha già fatto 8 assist, Tra Turchia e Italia ne aveva fatti 6 in 3 anni.
"Sto benissimo. Prima a livello personale: Oporto è una città spettacolare, tranquilla, la mia famiglia è molto integrata, anche per questioni linguistiche, e la cosa mi aiuta anche in campo. E poi ho trovato un gruppo molto buono, c’è grande armonia e un allenatore che da fiducia e col quale si può sempre parlare. È un gran momento nella mia carriera. Gli assist? Sono un laterale: per noi sono come i gol per gli altri, è il nostro pane".

Cos’è andato male all’Inter?
"I primi 6 mesi sono stati ottimi, sia per me che per la squadra: io giocavo, e sinceramente quando arrivai non pensavo di poter avere tanta continuità, e l’Inter fino a gennaio era in testa al campionato. Poi è arrivato un momento di difficoltà, cosa che succede a tutte le squadre, Mancini ha voluto fare dei cambi e le cose non sono andate bene né per l’Inter né per me. Però Mancini per ciò che ha fatto per me avrà sempre tutto il mio rispetto".

La Juve è troppo superiore?
"Sì, negli ultimi anni è così. Con l’Inter abbiamo fatto alcuni mesi molto buoni però poi siamo calati. Lo stesso in tempi recenti è successo alla Roma o al Napoli. La Juventus mantiene una regolarità impressionante che alla fine schianta gli avversari. Anche perché lavorano a lungo termine: la squadra ha sempre la stessa base e su quella base vengono fatti innesti importanti. Nelle altre squadre manca questa programmazione a 3-4 anni, c’è l’abitudine a cambiare rapidamente giocatori, allenatori, dirigenti. La Juve no, ha una sua linea di continuità, la segue e sta raccogliendo i frutti della sua pazienza".

Lei può giocare con Brasile o Italia. L’ha chiamata qualcuno?
"Ancora no. Il telefono è lì, silenzioso. Io penso solo a far bene col Porto e sono sicuro che il mio momento arriverà. Ho solo 24 anni, qualcosa succederà. Non so chi mi chiamerà ma se continuo così qualcuno lo farà. Non chiudo nessuna porta: tutti sanno che il mio sogno sin da bambino è sempre stato la nazionale brasiliana però se dovesse chiamarmi l’Italia sarebbe un motivo di grande orgoglio".

Sezione: Focus / Data: Dom 19 febbraio 2017 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print