Lunga intervista rilasciata dal presidente federale Carlo Tavecchio ai microfoni di Tuttosport. Tanti gli argomenti toccati, si parla anche di Inter e della questione Calciopoli, mai pienamente risolta: “Di Torino capitale ho sempre avuto grande rispetto e compiacenza. Torino è anche la città in cui è nata la Federcalcio (nel 1898, ndr). E poi io tifavo per l’Inter... peraltro ormai non tifo più... ma ho sempre avuto un debole anche per il Toro: per la sua storia e la sua tradizione - ha esordito -. Io sono stato uno dei pochi interisti che non si è mai offeso quando la Juve vinceva. La cosa che più mi ha turbato, ma non personalmente, è la causa della Juve al Tar con una richiesta di risarcimento di 443 milioni. Come può non essere un problema? Come si fa ad andare a pranzo assieme con qualcuno che intanto ti ha chiesto 443 milioni di danni? Io non so come facessero i miei predecessori. Ogni volta che ho incontrato Agnelli, lui si è mostrato possibilista, ma mai siamo entrati nei dettagli. Noi abbiamo aspettato tutti i gradi di giudizio, su Calciopoli. Per quanto riguarda l’azione di responsabilità, l’azione della Juve non ha più possibilità, dopo la sentenza della Cassazione. La questione è chiusa. Per le altre cose, invece, vedremo. Anche altri telefonavano agli arbitri? Un conto è fare delle telefonate per protestare, un conto è telefonare per combinare degli accordi. Ci sono sentenze molto chiare. Dite che queste cose sono state confutate a livello penale? Beh, a livello sportivo è un’altra cosa. Io ho pensato di tutto e di più, sulle telefonate agli arbitri. Però l’analisi fatta dalla Cassazione mette in evidenza con chiarezza che c’è stato un procedimento doloso da parte di due dirigenti juventini. Le motivazioni non ci conoscono ancora? Intanto ci sono state delle condanne. O meglio: delle prescrizioni, ma il reato è rimasto, da quanto ho letto... Ripeto: due dirigenti della Juve, non del Bordighera”.  

E ancora sugli scudetti: “Io non ostacolerò proprio niente. A me interessa subito chiudere la questione legata alla precarietà gestionale. La Figc fallirebbe, se dovessimo dare alla Juve quei 443 milioni. Più che ringraziare sempre la Juve e invitare tutti ad abbassare i toni, non posso fare. La Figc ha una dignità che deve recuperare. Noi siamo servi di tutti, ma schiavi di nessuno. Anche la Juve ha interesse che i suoi giocatori vestano la maglia della Nazionale, fare un partito a parte non serve a nulla. Noi dobbiamo solo togliere di mezzo la loro richiesta danni, poi non c’è nessuna opposizione a valutare norme e argomenti che la Juve ritiene di valutare. Sono il primo a capire che quando si vince sul campo un campionato si conquista un diritto. Detto questo, la Juve pre-Calciopoli non aveva bisogno di vincere in tribunale. E invece... Io ho un solo obiettivo, fare pari e patta con la Juve sulla questione del ricorso. Non mettiamo il carro davanti ai buoi. La madre di tutte le battaglie è il contenzioso, non gli scudetti”. 

Sezione: Focus / Data: Mar 31 marzo 2015 alle 08:28 / Fonte: Tuttosport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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