"Non si può insegnare a vincere: vincenti si nasce". Questa la convinzione di Sylvinho, chiamato da Roberto Mancini a lavorare per l'Inter dopo il suo secondo insediamento sulla panchina nerazzurra. E alla Gazzetta dello Sport l'ex terzino di Arsenal e Barcellona dice: "All'Inter abbiamo grande qualità, a tutti i livelli. Ora serve una mentalità 'da Champions', ovvero non sbagliare mai. Fra un anno, al massimo due arriveremo a questo risultato". Si parla tanto coi giocatori? "Io più di Mancini, perché in parte mi sento ancora uno di loro. Ma non posso chiaramente sostituirmi al tecnico. Roberto mi voleva già nel 2010, ma io volevo tornare un po' in Brasile. Poi mi ha richiamato a novembre, dopo l'arrivo all'Inter: sono arrivato subito nonostante il Corinthians pensasse a me come primo allenatore". Che idea si è fatto dell'Inter? "Qui si fa un gran lavoro. Un'esperienza bella, nuova, diversa, forte. E Mancini insegna tantissimo. Roberto è un tifoso del bel calcio, un vincente, ama l'organizzazione non solo tattica, l'intensità. E diventa matto se non vede miglioramenti". Quindi non è troppo buono come si dice? "S'incazza, eccome! Non dico quando, ma ha avuto tre sfoghi non male... Sa essere duro, s'arrabbia sapendo annusare l'aria. I pizzini? Una genialata: non avevo mai visto nulla di simile". E il derby si avvicina. "Ho già battuto il Milan ai tempi del Celta (nel 2003, ndr) e poi l'ho eliminato in semifinale Champions col Barça (2006, ndr). Ero seduto in tribuna? anche alla prossima sarò seduto...". 

Sezione: Focus / Data: Gio 02 aprile 2015 alle 08:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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