Si sta facendo un gran parlare di Patrik Schick, talento ceco della Samp che, secondo radiomercato, sarebbe finito concretamente nel mirino dell'Inter. "Ho scelto io la Samp e quindi di venire in Italia - dice l'attaccante a Tuttosport -. Potevo restare allo Sparta o accettare altre offerte dall'estero. Mi ha convinto il progetto che si intende portare avanti qui. E' stata una scelta difficile e travagliata. Poteva andare bene o male, c'era un 50% di rischio. E' stata una scommessa con me stesso". 

Com'è stato l'impatto con l'Italia? 
"A parte i soliti problemi che uno straniero incontra quando espatria, tipo aprire un conto concorrente, cercare un casa... non ho incontrato particolari difficoltà di ambientamento. Beh, la lingua è un serio ostacolo, ma studiando... Qui ho pure imparato a mangiare bene: pesce, gnocchi con il pesto! E poi con me c'è la mia fidanzata Hanna. Il vero problema è stato il campo. Qui si gioca un calcio totalmente diverso rispetto a quello che si pratica in Repubblica Ceca. E' più tattico e tecnico. E pure più veloce. Nei miei primi due mesi ho sofferto nell'integrarmi nel tessuto della squadra. Mi hanno aiutato tanto Ivan (ora al Bari in prestito) e Skriniar: parlano la mia stessa lingua. Ma ho lavorato duro e adesso mi sento migliorato sotto tutti i punti di vista. Per esempio: penso e agisco molto più rapidamente. Ma nel complesso credo di aver acquisito valori aggiunti che prima non possedevo". 
 
Proprio domenica Giampaolo ha detto: «Schick gioca poco altrimenti me lo vendono». 
"Ho sentito la sua battuta in mixed-zone. Ho riso anch'io". 
 
Nelle ultime settimane è spuntato l'interesse per Schick di diverse grandi squadre, straniere e italiane. In primis la Juve e soprattutto l'Inter. L'investimento operato in estate dal presidente Ferrero, di circa 4 milioni per il suo cartellino, potrebbe risultare più che remunerativo tra pochi mesi. 
"Naturalmente fa piacere essere apprezzati anche al di fuori della propria squadra. Sono lusingato, ci mancherebbe, come tutti gli altri giocatori nelle mie condizioni. Ma questo non è il mio lavoro, se ne occupano i miei agenti. Io penso solo alla Samp. D'altronde qui mi trovo benissimo. Il fatto poi che tanti ragazzi di altri Paesi si siano ritrovati nello stesso gruppo ha favorito l'integrazione dato che la partenza è stata comune. Basta vedere come in partita ci aiutiamo l'uno con l'altro: questa comunione d'intenti è sintomo della grande intesa che c'è nello spogliatoio. Il prossimo anno, con alle spalle l'esperienza di un campionato, sono sicuro che faremo ancora meglio e che otterremo importanti risultati". 

Sezione: Focus / Data: Gio 16 febbraio 2017 alle 08:15 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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