"Prima della partita ero un po’ in ansia, lo ammetto. Ma sono una persona molto tranquilla, riesco a prendere il controllo della situazione rapidamente e, in genere, sono sempre piuttosto lucido". Parole e musica di Jeison Murillo, nuovo... 'muro' difensivo dell'Inter. "Per me è un onore vestire questa maglia. Con le mie qualità e le mie caratteristiche spero di dare alla squadra quello che le serve. E sarò felice di dare il mio contributo per risolvere i problemi". Un po' come il famigerato Mr. Wolf di tarantiniana memoria.  
 
Murillo ha un modello, magari anche tra i difensori che hanno giocato nell’Inter? 
"Facile rispondere: mi ispiro a Cordoba, che è un mio connazionale. Fin da bambino lo guardavo giocare insieme alla mia famiglia. Poi ci sono altri giocatori che ho apprezzato tra quelli che qui hanno lasciato una traccia, ad esempio Lucio o Samuel. Ma il mio modello di riferimento, l’ho ripetuto in ogni occasione, resta Thiago Silva: ha tempismo, velocità, fisico e fa sempre la scelta giusta". 
 
E Miranda, che gioca al suo fianco? 
"E’ accaduto poche volte finora, ma abbiamo un vantaggio: in campo possiamo comunicare in spagnolo, visto che anche lui viene dalla Liga. Così poco a poco miglioriamo la nostra conoscenza. Io credo di poter imparare molto dalla sua esperienza e forse lui può imparare da me cose che ancora non conosce". 
 
Bacca è riuscito subito a impressionare e all’Inter ha già segnato. Sarà il pericolo pubblico numero uno nel derby che arriverà subito dopo la sosta? 
"Credo che tutti i giocatori del Milan siano potenzialmente una minaccia, ognuno di loro può fare male in modo diverso. Bacca è un goleador nato, gli piace segnare: è un giocatore verticale, che cerca sempre la profondità. Bisognerà prepararsi bene, per disinnescarlo". 
 
Ci sarà anche Balotelli... 
"Sono giocatori diversi. Balotelli è più potente fisicamente, è un attaccante di sfondamento". 
 
Ha già giocato partite di questo tipo? 
"In Spagna, con il Granada, ho giocato dei derby “regionali”, contro il Malaga o contro il Siviglia. Ma non erano stracittadine. A Cali, invece, nelle categorie inferiori, di derby ne ho giocati parecchi". 
 
Quanto è distante l’Inter dalla Juventus? 
"Beh la distanza dell’anno scorso l’ha certificata la classifica, ma, ripeto, ogni stagione è diversa. È appena iniziato un campionato che sarà molto lungo e noi dovremo lavorare tanto. Ora non si può dire a che livello siamo rispetto ai bianconeri, lo faremo vedere quando ci affronteremo". 
 
Qual è l’obiettivo dell’Inter? 
"Non può che essere il massimo, in un club come questo. Quindi lo scudetto e qualificarci per la Champions. Raggiungerla, per me, sarebbe un sogno". 
 
Si può dire che era il suo destino approdare alla squadra nerazzurra, visto che da bambino ha fatto parte di Inter Campus? 
"A Cali, c’era un’Inter Campus e nella scuola calcio dove ho iniziato arrivava il materiale dell’Inter: magliette, calzoncini e altre cose. Ci sono stato un anno ed è stato bellissimo. Potevamo avere le foto delle leggende nerazzurre e sono rimasto molto impressionato. Adesso è come un sogno che si realizza, vale anche per mia madre. Mi vedeva da piccolo con la maglietta dell’Inter addosso e domenica scorsa mi ha visto a San Siro con quella stessa casacca. Dopo la partita, mi ha confessato che non credeva ai suoi occhi. Nella vita, accadono cose per le quali bisogna ringraziare Dio". 
 
Beh, è stata fortunata anche la sua fidanzata, visto che può continuare a studiare al Politecnico di Milano... 
"Già, è vero (ride, ndr). È ingegnere petrolifero e sta facendo un master in amministrazione pubblica. Va tutti i giorni a Milano per studiare. Nel suo settore c’è un po’ di crisi e per lei era meglio continuare a specializzarsi". 
 
Nello spogliatoio con chi ha legato? 
"Quando in una squadra ci sono giocatori di tanti Paesi, finisce che i sudamericani si cercano tra loro e lo stesso accade con gli africani, ecc.. Io, ho un bel rapporto con i latini, con Juan Jesus ad esempio, che è una persona molto aperta, capace di parlare con tutti. Poi è chiaro che con Guarin il feeling sia più naturale". 
 
E con Mancini come va? 
"E’ un tecnico molto serio e discreto, ti parla quando ti deve parlare. Si vede che ha molta esperienza e mio auguro di trarne il massimo vantaggio". 

Sezione: News / Data: Ven 28 agosto 2015 alle 08:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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