Di incubi e ossessioni, ma anche di sogni. Queste le maschere con cui Inter e Milan si presentano sul palcoscenico di San Siro per il primo derby della storia che potrebbe assegnare direttamente uno scudetto. Agli ospiti, ovviamente, che comunque portano una gran presenza di tifosi nella casa del Diavolo. In campo i rossoneri sono in versione inedita, uno sperimentale 3-5-2 forse per avere più riferimenti in un momento della stagione che disorienta. Ma è la squadra quasi campione d'Italia a lanciare il primo avvertimento: da sinistra la palla giunge in area per Matteo Darmian che accomoda per il tiro alto di Lautaro. Nulla di che, la partita piuttosto diventa tesa nel momento in cui Yacine Adli va a dire a Nicolò Barella di tirarsi su dopo un contrasto accendendo il primo fuocherello di una gara sempre sentita, anche se con umori agli antipodi. I padroni di casa rispondono con Yunus Musah, sempre molto aperto e alto a ricevere, che punta Federico Dimarco e mette in mezzo, la palla sfila verso Theo Hernandez che ciabatta fuori. Anche qui poco da annotare, a differenza di quello che succede sul calcio d'angolo di Dimarco nel corso del 18': pennellata sul primo palo, Benjamin Pavard spizza anticipando il connazionale Theo sul primo palo e offre il più facile dei gol a Francesco Acerbi, che deve solo infilare di testa un incolpevole Mike Maigan. L'ennesimo deja-vu di derby passati per Stefano Pioli, graziato al 25' dal Toro che non incorna gli avversari rifiutando incredibilmente un invito di Dimarco a pochi passi dalla riga di porta. Il Milan decide di reagire, sfruttando anche il fatto che le squadre si allungano più del dovuto: un lob di Reijnders lancia la fuga di Musah che la porta quanto basta prima di offrire in area a Rafael Leao, a cui non riesce la replica del gol dell'ultimo derby stracittadino vinto. Scongiurato il pari, l'Inter si divora per la seconda volta il raddoppio: da un rimpallo, si apre il campo per Thuram, che triangola con Barella prima di aprire troppo il piattone e mandare incredibilmente a lato. E' il prodromo di un finale incandescente: azione di qua con Yann Sommer che mura un gol fatto di Calabria, azione di là con Mkhitaryan che non scarta il regalo di Tomori e calcia troppo centralmente. Nel recupero, l'arbitro Andrea Colombo non vede la scivolata fallosa di Tomori su Dimarco al limite dell'area rossonera, e allora Pavard, con la seconda giocata decisiva della sua partita, cancella il dribbling di Leao che era pronto a rientrare sul destro per firmare il pari. 

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Sezione: Focus / Data: Lun 22 aprile 2024 alle 21:36 / Fonte: dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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