"Cercherò di avere meno pause, ma è sempre un problema di collettivo. Anche come squadra dobbiamo essere più costanti". Lo dice Fredy Guarin, intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Il colombiano svela anche un contrattempo fisico durante il ritiro di Riscone: "Avevo avuto una piccola ricaduta, quindi meglio non forzare". Guarin, infatti, era fermo da Lazio-Inter della passata stagione per un problema muscolare che poi gli ha impedito di partecipare alla Coppa America assieme al suo amico Jeison Murillo, neo interista. "Una sorpresa per gli altri, non per me. Io ho visto il Jeison che conosco. Aggressivo, veloce, d’aiuto anche in fase d’avvio della manovra. Ha solo 24 anni, ma è un leader naturale". 

Un giudizio sugli altri nuovi? 
"Montoya viene dal Barcellona. Miranda è un top, ci darà esperienza e mentalità vincente. Che si esprime ogni giorno in allenamento, non solo in partita. Kondogbia è giovane, ha vinto poco ma ha una fame pazzesca e sa bene cosa voglia dire indossare una maglia storica come la nostra". 

Crede che manchi un vero leader? 
"No, se le cose girano tutti diventano leader".

In tutta la Serie A, quale è sinora il miglior colpo di mercato? 
"Jovetic ha già firmato? Ci ho già giocato contro. Ha grande personalità ed è micidiale nell’uno contro uno". 

Su quale compagno della vecchia rosa invece punterebbe per la prossima stagione? 
"Kovacic. Ha già fatto vedere grandi cose, ma non è ancora esploso. Con attorno la squadra giusta, può diventare un crack. A prescindere dal ruolo in cui sarà impiegato. Il vero Mateo non si è ancora visto". 

Perché i tifosi dovrebbero credere che sia la volta buona? 
"Perché questo momentaccio non da Inter non può durare ancora. Perché è stato fatto un gran mercato, malgrado i paletti dell’Uefa. Perché ora Mancini e la società ci hanno dato obiettivi ben precisi". 

A proposito del tecnico, quanto peserà il fatto che abbia iniziato il suo lavoro già da luglio? 
"Fa tutta la differenza del mondo. Ha carisma ed esperienza. Ora che ha scelto i suoi uomini, può indicarci la strada per tornare ai vertici". 

Qualcuno deve partire, e come ogni estate si fa il suo nome. Le fa piacere perché vuol dire che è forte o le dà fastidio sapere di non essere incedibile? 
"Tecnico e società non mi hanno mai detto di volermi cedere. Sono soltanto voci". 

Nel caso, in quale campionato preferirebbe giocare? 
"La Premier League. Ma anche nella Liga mi troverei bene". 

E se a chiamarla fosse la Juve? 
"Se continuassi a sentire la fiducia dell’Inter, direi di no". 

Ora che hanno perso Pirlo, Vidal e Tevez, i bianconeri sono un po’ meno lontani dalla concorrenza? 
"La Juve non sarà più la stessa, ma aver vinto per anni fa di loro comunque i favoriti. Anche se il mercato dice che sono un po’ più vicini". 

Il Milan invece dal campo che impressione le ha fatto? 
"Stanno costruendo una buona squadra. Bacca è potente, veloce, impressionante in attacco. Si muove benissimo anche senza palla, perciò in area riceve sempre tanti palloni". 

Firmerebbe per il terzo posto? 
"No. Diciamo che dobbiamo tornare in Champions. Parlare di scudetto ora sarebbe esagerato. Zitti e pedalare". 

Quanto può aiutarvi avere un Palacio sano e riposato? 
"Tantissimo. Rodrigo è sempre stato tra le anime silenziose del gruppo. Con i suoi gol e con il sacrificio anche in difesa". 

Con Jovetic e forse Perisic, anche lui dovrà lottare per una maglia. Come lei con Brozovic. 
"Ben venga una sana competizione. Con due giocatori forti per ruolo, saremo tutti stimolati a dare il massimo". 

Sezione: Focus / Data: Mer 29 luglio 2015 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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