"Dall’Europa passa la gloria. E passano i soldi. Inter e Milan ne hanno un disperato bisogno e sono cadute così in basso che pure i proventi minimal dell’Europa League pesano qualcosa. Certo, la svolta arriverebbe solo agganciando la Champions (improbabile per i rossoneri, tortuosa per i nerazzurri cui resta quantomeno il corridoio dell’Euroleague). Ma questo non è proprio il momento di fare gli schizzinosi". Così La Gazzetta Sportiva sui sogni europei delle due milanesi.

"La coppa meno prestigiosa può garantire 8-10 milioni, tra premi e botteghino, anche in virtù della crescita dei diritti tv centralizzati del ciclo 2015-18. E offre quel minimo di visibilità internazionale che è condizione indispensabile per i marchi. Questione di sponsor, questione di platea di appassionati da convogliare. Tra l’altro, la partecipazione all’Europa League è il presupposto su cui l’Inter ha stilato il piano quinquennale di risanamento/crescita grazie al quale è stato incamerato il maxi-prestito di 230 milioni dal pool guidato da Goldman Sachs. Come non immaginare, poi, il sollievo per il portafogli di Silvio Berlusconi, che in questa stagione fuori da tutto ha messo in preventivo un danno da 50 milioni? Una perdita che rischia di essere bissata l’anno prossimo e che la decina di milioni dell’EL compenserebbero almeno un po’. Insomma, sono soldini che non si buttano via. Basti pensare al fatto che l’Inter stia meditando di coprire la temuta multa dell’Uefa per lo sforamento del fair play finanziario proprio attraverso i proventi di Euroleague sin qui messi in cascina, in attesa del prosieguo della manifestazione". 

Rossi da colmare: "Sponda Inter: il nuovo corso indonesiano, dopo essersi insediato al 70% in cambio di 75 milioni cash, tra il maggio e il giugno scorsi ha provveduto a elargire un finanziamento fruttifero di 22 milioni, si è giovato di un versamento di 15 milioni da parte di Moratti e, soprattutto, ha messo in pegno gli asset della società per ottenere dalle banche 230 milioni. Liquidità evidentemente non sufficiente per assolvere agli obblighi della gestione corrente e accontentare le ambizioni di Mancini, visto che si sta concependo proprio in questi giorni l’emissione di un bond di 280 milioni che estingua il debito pregresso e alimenti la cassa. È l’azzardo di Thohir: azionare la leva del debito per investire, in modo da riconquistare la ribalta della Champions, incrementare il livello delle entrate e attivare così un circolo virtuoso. Già, senza Champions non si svolta. Ma senza nemmeno l’Europa League viene lo sconforto". 

Sezione: Focus / Data: Dom 01 febbraio 2015 alle 08:29 / Fonte: La Gazzetta Sportiva
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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