"Frank de Boer non riesce ancora a parlare in modo fluente la nostra lingua, da ieri sera però gli sarà già chiarissimo un concetto molto italiano e molto poco olandese: le partite si vincono anche giocando male". Lo sottolinea la Gazzetta dello Sport nell'edizione odierna. "Il successo, che tra campionato e coppa mancava da un mese, viene distillato da un calcio mediocre, per tecnica e tattica, che non segnala alcun miglioramento sul piano del gioco, e appena qualcosa sul piano della reazione di carattere, in un clima quasi da trasferta per la rumorosa presenza di settemila inglesi e in novantacinque minuti di quasi continua sofferenza. Il problema però non sembra essere di uomini, ma di condizione e di fiducia. L’Inter è una squadra senza passo: zero intensità, pochissimo movimento senza palla, ritmo inferiore rispetto a un avversario che per un’ora ha corso e sprintato almeno il doppio. Le difficoltà, in tali circostanze, diventano inevitabili. Il Southampton gioca un calcio non troppo complicato ma veloce, praticamente con 3 registi che si alternano nella costruzione, mentre l’Inter sembra non averne mezzo: Medel è tagliato fuori dalla copertura di Rodriguez, Gnoukouri si eclissa, Brozovic (in campo dopo un mesetto in punizione) si muove molto ma sbaglia altrettanto. Trasmettere il pallone dalla metà campo di qua alla metà campo di là sembra impresa impossibile. Il playmaker diventa Miranda, la cui unica soluzione è spesso il lancio, lento e prevedibile".

 

 

Sezione: Focus / Data: Ven 21 ottobre 2016 alle 09:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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